Andorra la Vella – L’opposizione all’Accordo di Associazione tra Andorra e l’Unione Europea si consolida sempre di più, sia nel mondo imprenditoriale che in quello politico. Dopo i dati allarmanti emersi da un sondaggio della Camera di Commercio andorrana, che evidenzia un rifiuto trasversale dell’accordo da parte delle imprese, è intervenuto pubblicamente il notaio Joan Carles Rodríguez Miñana, figura autorevole del foro andorrano, definendo l’accordo come “inassumibile” e “letale”.

Miñana non ha usato mezzi termini: “L’accordo è irremissibilmente morto e bisogna porvi fine con rispetto e dignità”. Ha criticato la gestione governativa, accusando l’Esecutivo di una comunicazione “onnipresente e distorta” che avrebbe impedito un dibattito trasparente e informato. Secondo il notaio, i cittadini e gli imprenditori “si sono informati come hanno potuto”, mentre il Governo ha cercato di “controllare il racconto”.
Tra le critiche più forti, Miñana ha sottolineato il carico normativo che comporterebbe l’accordo: circa 4.000 regolamenti europei, “l’equivalente di 40 anni di legislazione andorrana, un peso insostenibile per la nostra amministrazione e letale per le microimprese”. Ha inoltre avvertito che l’intesa “romperebbe l’equilibrio istituzionale”, comportando una perdita di sovranità senza precedenti: “Giocheremmo in campo avversario, con le regole della squadra ospite, e il VAR sarebbe la Corte di giustizia dell’UE”.
Miñana ha anche lamentato che Andorra, a differenza del Principato di Monaco, non ha saputo fermarsi al momento giusto: “Monaco ha ottenuto lo status di partner privilegiato. Noi invece abbiamo continuato alla cieca”.
Le sue dichiarazioni sono arrivate poco dopo la presentazione dei dati della Camera di Commercio, secondo cui il 42,6% delle imprese ritiene che l’accordo non porterà benefici diretti, mentre il 57,4% individua rischi concreti. Il 32,4% afferma di non avere abbastanza informazioni per valutarne le conseguenze. L’ente ha chiesto più incontri settoriali per chiarire l’impatto reale dell’accordo su ciascun ambito economico.
Anche la politica si muove. Carine Montaner, leader del partito Andorra Endavant, ha duramente attaccato l’investimento governativo nella promozione dell’accordo:
“Abbiamo rilevato che sono stati spesi 1,2 milioni di euro in comunicazione, eppure ci sono ancora cittadini che non sanno cosa sia davvero questo accordo”, ha denunciato, sottolineando una mancanza di chiarezza e di impatto reale sull’opinione pubblica.
Nel frattempo, crescono le voci che chiedono un referendum vincolante, come già previsto ad Andorra, ma negato finora dal governo sammarinese. Fonti parlamentari di San Marino riferiscono che la questione è diventata altamente sensibile anche nel Consiglio Grande e Generale, dove le pressioni per consultare direttamente la popolazione aumentano giorno dopo giorno.
Joel Carrillo Picon, araandorra