San Marino. Il nuovo decreto in pillole. Sds Lonfernini: “Reddito di cittadinanza sarà retroattivo”

Viviamo un dramma nel dramma dove la tragedia economica rischia di generare altrettante sofferenze dell’emergenza sanitaria. Così strada facendo occorrerà far fronte alle varie problematiche che verranno avanti per dare al Paese la chance di ripartire. Nasce da questa assoluta consapevolezza il nuovo decreto con le misure straordinarie per sostenere famiglie e imprese che abbiamo chiesto al segretario al Lavoro Teodoro Lonfernini di illustrare.
Segretario, anzitutto come sta? E’ in via di guarigione?
“La ringrazio, io sto bene, non ho sintomi eccetto la tosse e spero dunque di negativizzarmi presto. Sono relegato a casa, in taverna, e da qui non ho passato nemmeno un giorno senza rimanere collegato dalla mattina alla sera con i colleghi del governo, incontrando anche (sempre virtualmente) le associazioni di categoria e i sindacati. L’ora è particolarmente grave e richiede un grandissimo impegno per cercare soluzioni sostenibili”.

In questa situazione riuscirà a prendere parte al Consiglio pur rimanendo a casa?
“Ci sono altre persone nelle mie stesse condizioni e so che si stava lavorando per risolvere anche questo problema ma credo che non sarà possibile prima della prossima seduta”.

Il decreto che contiene le misure a sostegno di famiglie, imprese e lavoratori autonomi era molto atteso, c’è stata qualche divergenza?
“Nessuna divergenza, soltanto le istanze erano tantissime, purtroppo non abbiamo potuto accoglierle tutte ma è stato fatto un confronto ampio e molto costruttivo che ci ha visto impegnati per molti giorni. Sindacati e associazioni di categoria hanno dato prova di grande maturità e si è riusciti a coniugare moltissimi aspetti”.

Si è parlato anche di reddito di cittadinanza provvisorio, in cosa consiste?
“Questo è l’art. 1, la misura principe del decreto che consta in tutto di 23 articoli. Si tratta di una misura a sostegno di nuclei familiari o anche di singole persone. Per chi ha risorse limitatissime è prevista l’erogazione di un assegno mensile a partire da una base di 580 euro per nucleo famigliare maggiorato di 150 euro per il coniuge ed euro 50 per ogni altro convivente. Una misura di sostegno retroattiva che parte dal primo marzo e che verrà erogata per tutto il tempo dell’emergenza sanitaria. E’ un primo passo, in seguito dovremo valutare se saremo in grado di mantenerlo anche in futuro. Vi sono persone che erano in difficoltà già prima dell’emergenza, le famiglie non sempre hanno delle riserve e occorre tenere in conto che le famiglie numerose costano.”

E’ stata introdotta la possibilità di acceddere a linee di credito con garanzia dello Stato? Chi sono i beneficiari?
“Sono famiglie, singole persone, imprese, lavoratori autonomi, tutti gli operatori economici. Da domani dunque sarà possibile rivolgersi alle strutture bancarie per richiedere delle linee di credito grazie allo strumento della garanzia dello Stato. Le famiglie potranno richiederle fino a un massimo di 10mila euro”.

Di recente ha annunciato l’istituzione di un fondo straordinario, con quale finalità?
“E’ uno strumento di cui si è parlato a lungo, un cambiamento che ha finito per imporsi per via del Covid-19 e che sarà prezioso per affrontare l’emergenza sanitaria ma soprattutto servirà ad accompagnare il rilancio del Paese. Oltre ad accogliere una parte del bilancio dello Stato, nel fondo rientreranno finanziamenti provenienti da enti, da istituti sammarinesi e esteri, importanti capitali che magari potrebbero rientrare non per essere tassati ma piuttosto agevolati, senza dimenticare le donazioni. Non si tratta ovviamente di uno strumento pronto all’uso ma come dicevo sarà un fondo che avrà la funzione di accompagnare il rilancio del Paese”.

Quando verrà data alle aziende la possibilità di ripartire?
“Noi come sta facendo anche l’Italia stiamo guardando ad una tabella di riapertura, sappiamo che non sarà a rischio zero e che dovremo continuare a rimanere vigili. Alcuni settori non potranno ripartire nell’immediato. Ciononostante pur se gradualmente è urgente andare verso una riapertura, riceviamo numerosissime lettere di operatori che non saranno in grado di ripartire e noi attraverso il sostegno dobbiamo fare in modo di scongiurare questo scenario, dobbiamo cercare di salvare il salvabile”.

Ieri il segretario Gatti ha parlato di 20 milioni che sono stati richiamati dal Fmi, un passo importante anche se si tratta di una piccola parte rispetto alle risorse che servono al Paese. A che punto è la ricerca di finanziamenti esteri?
“Noi abbiamo attivato tutti i canali ma non è facile in questo momento far arrivare risorse, abbiamo visto che è stata ben poca la solidarietà tra un Paese e l’altro. Se da un lato non c’è alcuna certezza di poter disporre di risorse nell’immediato, dall’altra vi è quella di poter contare su finanziamenti esteri quando la crisi si farà sentire anche in maniera più pesante, ripartiremo a regimi limitati, avere risorse il cui arrivo stiamo coordinando adesso sarà fondamentale”.

C’è chi sostiene che le misure siano improntate alla sola austerity. Cosa risponde?
“Le misure è chiaro siano di austerity, stiamo vivendo una crisi planetaria straordinaria, tutti fanno l’azione di contenimento della spesa. Se poi c’è chi in maniera assolutamente strumentale vuole parlare di austerity, lo faccia pure”.

Il prossimo decreto potrebbe rendere il confronto con il sindacato particolarmente ruvido?
“Il prossimo decreto su cui stiamo lavorando ora è quello che contempla una azione rinnovata sulla Cig, il contributo di solidarietà delle pensioni e altre misure che hanno molto a che fare con la concertazione di carattere sindacale. Anche qui c’è massimo rispetto del ruolo del sindacato e il confronto serve proprio a ricercare soluzioni condivise”.
In arrivo dunque misure importanti a sostegno di famiglie e imprese. Non è difficile farsi un’idea dell’ammontare delle richieste di finanziamenti che giungeranno alle banche, sarà con ogni probabilità una cifra vicina ai 150milioni di euro considerato che a fronte di quasi 5000 codici operatori e 1000 licenze lavorative solo una terzo ha potuto lavorare a pieno regime.

Olga Mattioli

(Repubblica Sm)