San Marino. “Il nuovo portale di Gualdicciolo rappresenta un albero e si ispira all’etimologia del luogo, piccolo bosco”

Schermata 2014-06-17 alle 12.46.14Il 29 aprile scorso, la Commissione giudicatrice del bando di concorso di idee, relativo all’elaborazione del progetto per la realizzazione di un nuovo segno di demarcazione del confine di Stato del Castello di Acquaviva, ha dichiarato vincitore il progetto presentato dal gruppo rappresentato dall’arch. Jessica Zonzini e costituito da: Leonardo Blanco, Daniele Zaghini, Laurent Bernardi, Stefano Trenta, Luigi Moretti, Giulia Ciacci, Federico Scaioli, Silvia Cesari.

Nei giorni scorsi abbiamo avvicinato la mente creativa del gruppo, Leonardo Bianchi, conosciuto come “Blanco”, per capire e approfondire, assieme a lui, la nascita e le ragioni del progetto che hanno, conquistato il primo premio del concorso.

Da che cosa è partito per elaborare concettualmente e visivamente il progetto per la realizzazione del nuovo segno di demarcazione del confine di Stato del Castello di Acquaviva?

E’ da qualche tempo che penso ai portali. Nello specifico l’idea del portale di Gualdicciolo nasce dall’osservazione dello spazio di intervento, dai segni di confine, da riflessioni generali sulla Repubblica e sul concetto di soglia. E’ nata così un’idea di scultura-architettura che, nel momento in cui è uscito il bando di concorso, ho portato all’interno di un gruppo di lavoro con il quale ho sviluppato il progetto.

Che tipo di approccio ha avuto nell’affrontare il progetto?

L’approccio che il gruppo ha avuto è stato quello di sviluppare attorno alla mia idea di scultura-portale, un progetto di più ampio respiro. Sotto la guida del nostro capogruppo Jessica Zonzini, abbiamo pensato di trasformare così un territorio frammentato in uno spazio organizzato, che permetta la lettura delle tracce storiche nel rispetto del paesaggio e che consenta una fruizione turistica compatibile con la fragilità del patrimonio delle risorse esistenti.

Che cosa rappresenta la forma dell’opera?
Il portale rappresenta un albero e si ispira all’etimologia del luogo, infatti Gualdicciolo significa piccolo bosco. E’ naturalmente un albero rivisitato, una scultura-architrettura che allude al movimento. Si presenta come un oggetto asimmetrico con un unico appoggio (tronco) e una vela (chioma) che attraversa la strada nel punto esatto di confine.

A cosa rimanda?

Il portale riflette il tempo in cui viviamo, facendo tesoro del nostro passato e della nostra memoria. Questo non significa però, cristallizzare l’identità del territorio nella memoria del passato, ma riaffermare con forza i valori della San Marino contemporanea a partire da quelle che sono le origini.

L’opera nasce dalla terra come un seme che nel tempo va incontro a diverse trasformazioni e diventa albero. Le radici come spinta per l’avvenire. Quindi, una scultura che allude alla nascita, alla trasformazione, al movimento e al tempo che passa.

Vi è qualche collega- mento tra questa e le sue opere precedenti?

Si, penso a Dollywood, l’albero-installazione che ho portato alla Biennale di Venezia del 2009, che parlava di cambiamento, di un passaggio di stato, di un confine, in quel caso metaforico.

Si può dire che esiste un fil-rouge invisibile che lega tutto il suo percorso artistico?

Assolutamente si, per quanto a prima vista, per questioni legate all‘utilizzo di materiali diversi, alcune opere sembrino molto lontane in realtà tutto il mio lavoro è collegato, e il portale rientra in questa logica.

Con quali materiali sarà costruita? Di che cosa è fatta la struttura portante?

Il portale sarà interamente metallico compresa la struttura portante.

Rispetto ai materiali impiegati, le spese per la realizzazione dell’opera si sono rivelate elevata o avete pensato anche in termini di risparmio economico?

Il bando di concorso ci chiedeva espressamente di stare all’interno di una budget, e noi abbiamo lavorato cercando di ottimizzare i costi e rispettare la richiesta

Come si inserisce l’opera nel contesto paesaggistico del confine di Acquaviva? L’opera agisce con la propria presenza sulla condizione ambientale, a oggi degradata. Da un lato innesca un processo di riqualificazione che tenta di ricucire e dare senso a questo territorio di frontiera, dall’altro catalizza lo sguardo e quindi può spingere in secondo piano, nella percezione di chi passa, le sregolatezze edilizie che gli stanno intorno.

Oltre al portale, siete intervenuti anche sull’ambiente circostante?

La fitta rete già presente di itinerari e percorsi è diventata nel progetto, un circuito territoriale all’interno del quale Guadicciolo è lo snodo centrale, mentre il tratto tombato del Fosso del Re (confine di Stato), diventa un parco delimitato da quel doppio filare alberato esistente. (immagine 2) Il parco della frontiera assume allora la valenza di spazio simbolico che non separa, ma che unisce San Marino all’Italia. In quest’ottica il portale diventa il fulcro di tutta la composizione poiché, oltre ad invitare all’ingresso in Repubblica, rappresenta il punto di incontro della città, il punto di arrivo e di partenza del circuito territoriale, non solo opera iconica quindi, ma “luogo” in cui si fondono natura, storia e spiritualità

Il portale perciò non è solo un mero oggetto artistico avulso dal contesto o progettato in armonia con l’ambiente circostante…

Il portale è nato pensando principalmente al luogo di intervento e sarà un altro “albero” di quella quinta alberata esistente lungo il Fosso del Re. Ve- getazione e architettura confondono così i propri limiti stabilendo la continuità desiderata fra natura e artificio.

Nello studio del progetto, ha pensato anche al rapporto tra la popolazione locale e l’opera?

Il parco sul Fosso del Re è stato immaginato come luogo di incontro, inoltre abbiamo suggerito di traslare di 2,5 metri la sezione stradale di via Rivo Fontanelle, per poter inserire un nuovo filare alberato, che possa essere utile a filtrare le abitazioni (lato destro per chi entra in Repubblica) addossate alla via. Questo filare alberato restituisce anche simmetria alla percezione della frontiera e fa da sfondo ai blocchi in pietra che, collocati rispettivamente sulla linea di confine, annunciano esplicitamente l’ingresso in Repubblica (immagine 1). Il progetto comprende inoltre la configurazione di nuovi spazi pedonali stabilendo una connessione certa con il centro cittadino di Gualdicciolo. Questo ha portato alla riconfigurazione della fermata autobus e di uno slittamento dell’area ecologica, in modo da consentire un attraversamento pedonale più sicuro e più agibile di quello esistente. Per quel che riguarda un rapporto estetico fra popolazione locale e opera, mi auguro che possa piacere.

Che importanza ha avuto nella realizza- zione del progetto il lavoro di gruppo?

Il gruppo ti permette di guardare le cose da altre angolazioni, trasmettendo altri stimoli.

Che cosa rappresentano per lei i confini di uno Stato?
Credo sia naturale pensare oggi più che mai ai confini come principi regolatori che favoriscono scambi, relazioni e dialogo.

E nel caso di San Marino, i confini, quale funzione simbolica assumono, visto che una vera e propria “dogana” di Stato non è mai esistita?

Penso che i confini possano essere considerati come elementi di apertura al mondo esterno per invitare chiunque alla contemplazione e alla fruizione della bellezza che la nostra storia ha saputo creare e produrre. Uno Stato che annovera fra le sue principali risorse un’offerta turistica a sempre maggiore valenza culturale, e più in generale uno Stato contemporaneo, civile, non può prescindere dalla capacità di aprirsi al mondo; ma con degli accessi stradali come i nostri, come si può dare il miglior benvenuto? Attualmente tutti gli ingressi (eccetto quello di Dogana) manifestano la nostra inadeguatezza, come possiamo scrivere “Benvenuti” su pali fatiscenti, arrugginiti e desueti? Quale è il messaggio che lanciamo al mondo ( e a noi stessi )? Penso che per San Marino sia proprio questa epoca di grandi cambiamenti il tempo giusto per ripensare gli ingressi del Paese, chiaramente con opportune valutazioni anche di natura economica. Credo che occuparsi di questi “passaggi” non significhi effettuare una mera operazione di maquillage legata all’esteriore, ma piuttosto effettuare una riflessione profonda sul Paese e fare i conti con che cosa vogliamo che San Marino sia in futuro, per noi e per il mondo. Penso che il concorso dedicato al portale di Gualdicciolo sia nato in questa ottica e me ne rallegro, poiché la rinascita può attuarsi anche grazie ai simboli.

Cosa ne pensa se tutti i confini di San Marino fossero collegati l’uno con l’altro da un percorso ciclo-pedonale? Non so se è attuabile ma sicuramente sarebbe un modo per incentivare un rapporto nuovo con il territorio, la natu-ra e permetterebbe la valorizzazione delle risorse a volte “fragili” dei Castelli di confine.

Quale risvolto turistico potrebbe avere la realizzazione, su ogni confine della Repubblica, di un’opera d’arte?

Ci sarebbe un incremento turistico numerico e di qualità e sarebbe anche un modo per differenziare l’offerta. Da un lato Città con le sue dinamiche, dall’altro, nuove attività vicino ai confini, situazioni diverse che non interferiscono. Per esempio, ogni porta di accesso al Paese dovrebbe essere affiancata, dove è possibile, da un punto informativo che funga da prima accoglienza per chiunque si affacci sull’uscio della Repubblica. Non è logico che chi entra in Repubblica, prima di potere avere accesso alle informazioni turistiche (e non solo), debba giungere in Città. Penso a questi spazi come a veri e propri luoghi di promozione del territorio. Ogni porta del Paese potrebbe essere il perno, sul quale ruota la costruzione di un nuovo mondo, il simbolo di una svolta che dobbiamo compiere per poter manifestare una vera-nuova identità, che ci permetta di dare un senso a tutto il presente e al futuro che verrà.

I suoi prossimi progetti?
Sto lavorando per alcuni progetti futuri in Italia e all’estero. Il 29 giugno prossimo a Cesenatico, presso gli spazi di Casa Moretti, dalle 18,00 inaugurerò un nuova mostra che vede la mia ultima produzione artistica dialogare con la poesia del ‘900. Colgo l’occasione per invitare Lei, i suoi lettori e la cittadinanza a partecipare.

Francesco De Luigi, La Tribuna