San Marino. Il padre separato: una nuova forma di povertà … di Alberto Forcellini

Aumentano in Italia i cosiddetti nuovi poveri. Stando ai dati della Caritas, quasi 1 su 2 (46%) è rappresentato da un padre separato non collocatario, cioè i cui figli, a seguito della separazione, abitano stabilmente con la madre.

Mentre in Italia se ne parla ormai da tempo, anche con iniziative di sensibilizzazione, a San Marino il problema è appena emerso, seppure in via ancora marginale, durante il dibattito sul progetto di legge “Forme di sostegno nei confronti delle donne sole in stato di gravidanza e dei nuclei famigliari monogenitoriali in situazioni socio-economiche di particolare gravità”, approvato all’unanimità nell’ultima sessione consiliare.

A sollevare la questione dei padri, il Consigliere Matteo Rossi: “Se si parla di famiglia, credo che dobbiamo bilanciare, se ne deve parlare a 360 gradi. Per cui io pongo un tema che la politica ha lasciato un po’ ai margini. Facendo un’analisi sociale della famiglia nel 2022, troppo spesso ci dimentichiamo delle figure genitoriali che sono l’altra metà della luna, ovvero i padri. Oggi hanno un ruolo diverso dal concetto di famiglia di pochi anni fa e un padre può voler vivere la genitorialità anche in situazioni di separazione e altre difficoltà, come può avvenire per le donne. Credo che quest’Aula e la politica tutta, le istituzioni, il Segretario per la Famiglia, è ora che inizino a fare un serio ragionamento su come sia garantita alla figura genitoriale del padre la possibilità di esserlo. Mi trovo a parlare con genitori padri che vivono separazioni drammatiche in cui non riescono a fare i genitori, si ritrovano a dover pagare alimenti in una situazione lavorativa precaria, devono trovano degli escamotage per barcamenarsi … è sempre avvilente sentire parlare di famiglie che fanno accesso alla Caritas in quest’Aula, e ancor di più quando in questi casi si ritrovano più che altro i padri”.

In effetti, la disgregazione del nucleo familiare impoverisce certamente entrambi i suoi componenti, ma è sul padre che tale effetto è maggiormente accentuato. La spiegazione di tale fenomeno è piuttosto semplice: se è vero che ormai la stragrande maggioranza delle separazioni prevede l’affidamento condiviso dei figli, è altrettanto vero che, nella quasi totalità dei casi, la prole è collocata “in via prevalente” (formula giuridica nota agli addetti ai lavori) presso la madre. Da tale circostanza discende, per previsione di legge, che l’abitazione comune sia assegnata alla madre e che, dunque, il padre dovrà cercarsi una nuova sistemazione. Si tenga però presente che uscire di casa non significa smettere di sostenere i costi di quell’alloggio, anzi. L’affitto, o il mutuo, le spese straordinarie condominiali, rimarranno comunque a carico del genitore (ovvero il padre) che si dovrà allontanare da casa.

Altro elemento di preoccupante impoverimento è rappresentato dall’assegno di mantenimento per i figli, che spesso è al di sopra delle reali capacità economiche dell’uomo. A quella somma bisogna aggiungere le spese per una nuova abitazione, che dovrà essere possibilmente nella stessa zona in cui abitano i figli e sufficientemente accogliente e spaziosa per poterli ospitare nei giorni in cui gli sono affidati.

A San Marino, per fortuna non si sono visti fenomeni estremi, almeno finora. Ma fuori confine, fatti di cronaca sempre più frequenti raccontano situazioni di estrema difficoltà, con padri costretti a vivere in auto perché non riescono a sostenere le spese di una casa, padri che mangiano alla mensa dei poveri per poter pagare l’assegno di mantenimento dei figli. Questo, oltre ad essere intollerabile per una società civile, implica anche delle limitazioni alla loro genitorialità, poiché appare evidente che non potranno tenere i figli con sé, facendoli dormire in auto.

In sostanza la situazione generale è quella di una grave disparità di genere, dove ci si trova coinvolti in procedimenti di “usanza e burocrazia” con provvedimenti dettati dalla prassi. Ai padri sono negati in partenza, dal sistema, i pari diritti e le opportunità concesse alle madri sia in termini di tempo con i figli, sia economiche. Tutto ciò porta spesso a situazioni molto critiche ed è per questo che in Italia, da molte parti ormai, si invoca un intervento legislativo.

La legge sammarinese di cui accennavamo sopra, pensata per aiutare le madri sole e in difficoltà, in qualche maniera tutela anche i padri perché in molti passaggi parla di “famiglia mono-genitoriale”. Il genitore solo potrebbe essere anche il padre, la cui figura è molto diversa da quella di alcuni fa. È giusto tenere in considerazione questo aspetto, anche se siamo ancora alle prime battute di un percorso che si annuncia per niente semplice e assolutamente non facile.

a/f

 

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