“Il 28 Luglio riporta alla memoria il colpo di Stato del 1943. Ma alcuni partiti ormai da anni speculano sulla caduta del fascismo, che non fa altro che approfondire il solco della discordia e la divisione della popolazione, con la scenata dell’inizio della libertà a S. Marino.
Questa gente sa che non è così ma continua nella mistificazione della verità.
Il Paese ha bisogno di essere riportato alla tranquillità cercando la condivisione nelle risoluzione delle problematiche che attanagliano il Paese dai gravi problemi economici e sociali. Nell’aprile scorso è stata presentata un’istanza d’Arengo per ridare a San Marino la dignità che aveva perduto durante il regime social comunista che ha legiferato leggi eccezionali vergogna in contrasto alla sua storia millenaria.
Un analoga istanza era stata presentata nel 1955 che si pubblica in questa lettera.
Nella seduta del Consiglio G. e G. del 1 Marzo 1955 si legge l’istanza d’Arengo presentata dall’Avv. Menetto Bonelli:
‘In riferimento al processo di epurazione degli esponenti del passato regime, nel superiore interesse del nostro Paese che sente l’assoluta necessità di un sincera e generale pacificazione di tutti i suoi figli, ritengo doveroso presentare alle L.L. E.E. la petizione di abrogazione delle leggi emanate con effetto retroattivo e che riguardano alla condanna di cittadini imputati di aver professato una determinata idea politica che se fu produttrice di errori non lo fu di reati perseguibili a norma del vigente codice penale.
Prescindendo da considerazioni di ordine giuridico in quelle leggi che potrebbero costituire pericoloso precedente agli sviluppi della vita politica sammarinese, la necessità di un ritorno allo stato di assoluta uguaglianza dei cittadini di fronte alle leggi dello Stato e di fronte ai propri fratelli è dettata da considerazioni di natura morale e politica.
La dannosa divisione degli animi le cui origini si perdono nei primi anni di questo secolo e che riattivate dalle vecchie generazioni ritornate al potere ha riacceso le inutili discordie. Le possibilità di ricucire quella concordia e quella serenità di spirito che da anni inutilmente tutti andiamo cercando e che da sole potranno efficacemente concordare una possibile intesa di tutte le correnti politiche per la ricostruzione morale ed economica della Repubblica, ha come imprescindibile pre- supposto l’abrogazione delle leggi eccezionali di ultima emanazione.
L’attuale discordia, frutto di sorpassati rancori, forse anche personali, che si sono perpetuati a distanza di anni con una recrudescenza che a stento i giovani riescono a concepire, rappresenta soprattutto un dannoso esempio che le vecchie generazioni non hanno saputo risparmiare alle nuove ed una perniciosa eredità perché quegli odi, che ancora dividono uomini ormai al tramonto della loro vita politica, minacciano pericolosamente di perpetuarsi nei giovani, eredi inconsci di settari pregiudizi e di cui ignorano perfino le cause.
Il Paese sente urgente il bisogno di ritrovare la pace perduta che solo in un clima di uguaglianza potrà ritornare, e nel quale le nuove generazioni, non più divise da sorpassati preconcetti e spoglie di ogni personale rancore od avversione, sapranno creare, al di sopra di ogni posizione ideologica, quello spirito di collaborazione e di reciproca comprensivone che costituiranno un valido coefficiente per la ripresa ed il progresso della nostra millenaria Repubblica.
Io nutro fiducia che proprio questa generazione che è già immensamente e validamente rappresentata nel Supremo Consesso che non ha motivi sentimentali per giustificare il permanere dell’attuale stato di precarietà, sappia opportunamente vagliare la necessità di addivenire alla auspicata pacificazione cancellando quelle leggi che, se in un momento di particolare scuotimento e di sbandamento noi le facessimo apparire giustificate, hanno oggi perduto ogni più elementare ragione di esistere e costituiscono una deleteria pregiudiziale per il divenire della Repubblica.
Ma soprattutto è all’azione moderatrice delle L.L. E.E. che ripone maggiormente la fiducia e la speranza di poter salutare questa Legislatura come la restauratrice della concordia cittadina”.
La Reggenza apre le discussioni e alla fine mette ai voti l’istanza che ottiene V.B. 3 V. N. 30 e Astenuti 22. I Gruppi social comunisti hanno votato contro l’istanza’”.
Piergiovanni Volpinari