San Marino. Il Paese oggi ha gli anticorpi: apriamoci … di David Oddone

Bank of chinaSbagliato e razzista rinunciare ai soldi cinesi e arabi.

Mai come oggi il Paese ha necessità di creare occupazione. E per fare questo diventa fondamentale portare sul Titano nuove imprese.

Agli osservatori qualificati, ai tecnici, sfugge dunque il senso di alcune iniziative politiche che vanno nella direzione opposta, scoraggiando chi vuole investire e portare soldi e lavoro a San Marino. Sia chiaro: chi scrive sa perfettamente i sentimenti che muovono taluni consiglieri, i quali guardano di sbieco arabi o cinesi.

Alla base c’è il proprio senso civico e del dovere.

Nonché lo scotto di avere assistito in passato ad un sistema economico distorto. La stesso Titano veniva percepito come un porto franco senza regole dove si poteva fare tutto e il contrario di tutto. Ma oggi i tempi sono cambiati e non dobbiamo commettere lo stesso errore che fa oggi chi non ci conosce. Chi ancora infatti parlando di San Marino usa certi termini, evidentemente non è conoscenza della strada imboccata dall’Antica Repubblica.

Non siamo più un covo di pirati, né un paradiso fiscale. Per questo suonano come razziste, oltre che poco intelligenti e fuori dai tempi, alcune frasi che si sentono spesso e volentieri circolare a Palazzo, associate appunto alla Cina, piuttosto che al Dubai, per citare un paio di esempi.

Nei giorni scorsi abbiamo proposto ai lettori un commento, nel quale provocatoriamente abbiamo chiesto di non chiamare “Tangentopoli” la massiccia inchiesta che sta portando avanti il Tribunale.

Un nome corretto potrebbe essere operazione “Competizione pulita”, che ha un’assonanza con “Mani pulite” certamente, ma che rende giustizia al lavoro della magistratura qui in Repubblica. Oggi, qui, ci sono gli anticorpi per ricevere qualsiasi tipo di investitore, bianco, rosso o blu.

C’è l’Aif, c’è il Clo, ci sono le forze dell’ordine che vigilano e intervengono. C’è una magistratura che indaga e giudica. Lo vogliamo ripetere: le iniziative odierne non sono contro gli imprenditori, ma a favore di essi.

La corruzione droga il libero mercato, drena ricchezze e tiene lontani gli imprenditori veri. Diventa tuttavia quanto mai necessario fare comprendere questa verità oltre confine. Perché purtroppo c’è chi pensa – fomentato evidentemente ad arte – che il Titano sia una polveriera pronta ad esplodere.

Mai come oggi invece c’è la certezza del diritto e una economia sana, sanissima. Abbiamo banche forti e strutturate per entrare, anche domani, in Europa. Ed imprenditori capaci che hanno solo bisogno di fiducia e meritano credito, in tutti
i sensi.

Sfatiamo infine l’ultimo “mito”, ovvero alcune frasi che si sentono al bar, ma che anche in un consesso così faceto lasciano basiti e fanno anche un po’ rabbia: “Adesso saremo anche trasparenti ma c’è la disoccupazione, anni fa invece si stava bene”.

Si potrebbe semplicemente rispondere che anche la mafia è un ottimo ufficio di collocamento e dà lavoro a molte persone. Entriamo però nel merito di certe affermazioni, che vengono sfatate proprio attraverso le carte di magistrati.

Se un sistema premia soltanto alcune persone in danno di altre, se un diritto viene fatto passare come un piacere dal “capoccia” di turno, ebbene questo sistema è destinato a morire, ma soprattutto a fare morire l’economia del Paese che permette tutto questo.

Oggi invece i soldi dei sequestri, delle inchieste, stanno ritornando nelle tasche dei legittimi proprietari: i cittadini del Monte. Presto raccoglieremo i frutti del nuovo corso. Alla politica quindi, tutta quanta, con umiltà ci permettiamo di dire: non spaventiamo chi vuole investire qui, non cacciamolo.

E soprattutto cerchiamo di fare comprendere la portata delle indagini sul Conto Mazzini all’Italia. Indagini che non sono e non possono essere derubricate al mero arresto di un paio di persone che prendevano tangenti.

David Oddone, La Tribuna