Dopo essere stato “sfrattato” dalla zona industriale di Faetano il Parco scientifico e tecnologico “trasloca” di qualche chilometro fino a Borgo Maggiore.
A trovargli una nuova dimora è stato il segretario di Stato al Territorio Antonella Mularoni, che solo poche settimane fa aveva deciso di usare la zona dove dove- va sorgere in origine, tra Faetano e Montegiardino, per compensare la costruzione del Polo del lusso in un terreno vergine a Rovereta.
Il trasferimento del Pst è contenuto nel progetto di legge depositato dalla segreteria com- petente nei giorni scorsi e verrà presentato in prima lettura nel Consiglio Grande e Generale che si aprirà lunedì 20 (vedi articolo a pagina 6). La legge contiene diverse modifiche al Piano regolatore generale per “consentire – scrive la Mularoni nella relazione al progetto – l’attuazione di interventi di sviluppo e di servizi alla comunità”, ovvero: l’area per il Pst già citata; l’area per il secondo punto di raccolta differenziata; aree per lo stoccaggio di materiali inerti per le ditte del settore; l’area per i servizi di assistenza.
Il parco scientifico
La prima in ordine d’importanza è, come detto la nuova sistemazione del Pst, lungo strada quinta Gualdaria, in zona Ca’ Montanaro tra Borgo e Faetano. L’area di 40 mila mq che si punta a far diventare “zona di sviluppo tecnologico” ad oggi è un terreno dell’Eccellentissima Camera, dato in gestione ad un’azienda agricola che lo ha attrezzato per la produzione di ortaggi. In realtà per il Prg quell’area fa parte di una zona “per servizi a piano particolareggiato” molto più ampia nella quale si sarebbe dovuto costruire un campo da golf ma che a tutt’oggi è un misto di terreni coltivati e boschi.
“L’area individuata – scrive la Mularoni – corrisponde in maniera esaustiva alle necessità richieste da un progetto di questa caratura per il contenuto delle attività e le geometrie del contenitore che divengono infatti fattori di reciproca armonizzazione e valorizzazione oltre a sopperire a funzioni gestionali ed operative”.
“L’inserimento del Parco Scien- tifico e Tecnologico – prosegue la relazione – pone stimolanti soluzioni da proporre e valutare, sia per il dislivello del terreno, sia per la sua collocazione ‘paesaggistica’. Per questo è determinante trovare la giusta proporzione tra costruito e terreno rimanente, giungendo a soluzioni il più integrate possibile nel verde che pre- vedano anche alcuni edifici con ‘tetto-giardino’, area parcheggio, aree verde attrezzato con percorsi vita o benessere, oltre a lasciare liberi spazi verdi non progettati con la loro conformazione di verde naturale”.
Nonostante le buone intenzioni sui social network è già scattata la mobilitazione per ostacolare la nuova cementificazione di una zona verde. “Forse qualcuno non sa cosa è un Parco scientifico – commenta a Tribuna il segretario Mularoni – si tratta di insediamenti contenuti dove si fa ricerca, con edifici molto gradevoli e con attenzione al verde”. (…)
Davide Giardi, La Tribuna