All’inizio, metà anni cinquanta, fu il doposcuola dai Salesiani, dove fra le materie scolastiche insegnavano anche alcuni principi del cattolicesimo sociale e sul giusto progetto, mentre il Consiglio Grande e Generale approvava la legge sulla Sicurezza Sociale. Entrato nel mondo del lavoro, all’inizio degli anni Sessanta, ha partecipato alle lotte sociali di quel tempo: Legge pensionistica, Legge sul lavoro, Statuto dei diritti dei lavoratori. Erano i tempi del Concilio Vaticano dei preti operai e del dissenso cattolico. Da una “Lettera a un professore” di don Milani, imparò il valore della critica, cominciando dalla scuola nozionistica. Nel millenovecentosessantanove aderì al gruppo dei comunisti eretici de “Il Manifesto” e con essi partecipò alla critica della politica del compromesso storico e alla critica sui socialismi realizzati.
Visse con sofferenza i lunghi anni di piombo, quando l’esercizio della vita politica partecipata fu di fatto sospesa.
Finito l’esperimento del compromesso storico, si diede vita alla critica a Craxi. Salutammo con favore mani pulite, ci si oppose a Berlusconi e al berlusconismo. Quando si pensava di poter respirare leggeri, ecco spuntare un nuovo fenomeno: Matteo Renzi, che in un giorno si è mangiato le quattro regioni rosse, le quali facevano da cinture di sicurezza, anche alla regione di San Marino.
Oggi il militante autonomo, che per varie ragioni non è riuscito a diventare complessivo, augura e si augura che dalle elezioni per il parlamento europeo e dai referendum del 25 maggio a San Marino, arrivino indicazioni positive per il nostro futuro.
Pier Giorgio Piselli