San Marino. Il Piano Operativo degli interventi strategici del nuovo PRG piacerà all’architetto Boeri? … di Alberto Forcellini

Ci sono dei progetti, al momento solo annunciati, che però sono splendidi. Come ad esempio il polo museale di Città. L’idea prevede un collegamento diretto tra la Galleria di Arte Moderna (per altro straordinaria sia dal punto di vista architettonico, sia degli allestimenti interni) presso le Logge dei Balestrieri, alle Cisterne del Pianello attraverso l’immobile della Cassa di Risparmio di Città, la cui sede evidentemente dovrà essere trasferita altrove.

Avere una struttura appropriata, moderna e agibile, sintesi tra l’antichità dell’urbe e le soluzioni tecnologiche che si possono immaginare per avviare un programma di grandi mostre, ha in sé tutte le potenzialità per la valorizzazione culturale della “meta San Marino” come forte attrazione turistica. Se poi fosse vero quanto si sente dire sul progetto per il ripristino del tratto ferroviario Borgo-Città, che insieme alla funivia andrebbe a costituire un circuito ad anello per il percorso turistico, dove ogni zona verrebbe attraversata dai flussi in entrata e in uscita, tutta la capitale riprenderebbe vita, bellezza, attrattività anche commerciale. Importante, in questo caso, il progetto di sistemazione del parcheggio alla Baldasserona, che consentirebbe di sfruttare al meglio le aree di sosta delle macchine, dei pullman e dei camper. Ma ieri, un altro annuncio del Congresso di Stato per potenziare quest’area a vantaggio di attività auto-motoristiche. Non è chiaro se i due progetti sono allineati o confliggenti.

Altrettanto problematico il progetto di ristrutturazione dell’ex ospedale di Città, attualmente sede delle scuole superiori. Più volte in passato si era sentito dire che questo stabile sarebbe diventato un albergo extra lusso, con spa e centro benessere per paperoni di tutto il mondo. I politici che l’avevano proposto sono finiti in galera o indagati. E poi dove andrebbero a finire le aule?

Si parla di un mega albergo anche nello stand della Murata, ex tiro a volo, oggi zona molto degradata. Non sarebbe male come idea. Ma tutti gli annunci su questa materia (ce ne sono stati parecchi, praticamente uno ad ogni legislatura) sono finiti nel nulla. Spesso, oltre allo scorno, c’era anche la beffa.

Altro progetto annunciato è il “polo della sicurezza” a Valdragone, dove verrebbero trasferiti Gendarmeria e Protezione Civile. Il che equivale alla liberazione di spazi preziosi all’interno del Kursaal per l’attivazione di una molto più significativa agenda congressuale. In quest’ottica sarebbe importante anche il trasferimento della sede della tivù, della quale si parla di anni, ma senza risultato.

Idee e proposte tratte dal nuovo PRG, che bisogna guardare in controluce perché non rispecchiano l’idea progettuale presentata a suo tempo dall’architetto Boeri. Sembra inoltre che alcuni degli aspetti qualificanti di quel progetto non siano stati per niente graditi all’attuale politica territoriale. Tra i primi, il progetto di riqualificazione dell’ingresso di Dogana, con l’interramento della Superstrada fino a Ponte Mellini e la riconquista degli spazi di superficie per attività sociali, relazionali e commerciali. Oltre che ridare bellezza e fruibilità ad una comunità tagliata inesorabilmente in due, c’è fortissimo l’aspetto della sicurezza, come evidenziato dai frequenti incidenti stradali, anche gravissimi. L’intervento, sicuramente costoso e complesso, avrebbe un impatto positivo almeno per i prossimi 50 anni. Ma sembra che non se ne faccia niente.

Altro elemento abbastanza preoccupante è la bocciatura delle disposizioni che avrebbe previsto Boeri per tutte le aree a rischio idrogeologico, dove il risanamento delle aree dovrebbe essere condizionante per ogni eventuale intervento sulle abitazioni. Il che, però, andrebbe a confliggere con il diritto acquisito di certi proprietari a costruire, ampliare, modificare il proprio immobile. Insomma, il diritto acquisito posto come valore superiore rispetto al rischio che una frana, un’alluvione, o una scossa di terremoto possano distruggere tutto.

L’archistar Stefano Boeri, urbanista, teorico dell’architettura, accademico, noto in tutto il mondo per aver trasformato i grattacieli in boschi verticali, specialista della rigenerazione urbana, della riqualificazione delle città e dei borghi storici, potrà accettare queste modificazioni del suo PRG? Fuor di metafora, sarà ancora interessato a firmare un qualcosa che la politica ha cambiato, che non ha più la sua impronta e non rispecchia la sua filosofia? Le male lingue dicono che negli ultimi mesi abbia disertato gli inviti a venire a San Marino per discuterne. Adesso è atteso per la fine del mese. Avrà cambiato idea, o annullerà l’incontro?

a/f