In questi giorni di forzata cattività all’interno del mio Comune di residenza mi è capitato di scambiare qualche parola con i commercianti del posto. Superfluo dire che la situazione è drammatica. Mi è stato fatto notare da più di una persona come il Covid abbia, se possibile, aumentato il divario fra il commercio “fisico” locale e quello online dove la parte del leone la fanno le multinazionali come Amazon, che grazie alla pandemia hanno visto lievitare il proprio fatturato. Sono sempre più coloro anche fra i cosiddetti “boomer” (i più avanti con gli anni sostanzialmente) che acquistano abitualmente in rete, snobbando magari le piccole botteghe locali che rischiano così di sprofondare ancor di più in una crisi che, si badi bene, è cominciata ben prima dell’emergenza coronavirus. Non stupisce quindi più di tanto la forte iniziativa degli esercenti francesi i quali alla vigilia del Black Friday hanno chiesto ai propri connazionali di fare spese nei negozi fisici, così da tutelare i posti di lavoro in un momento tanto difficile. La petizione contro i colossi online è… online al grido dell’hashtag #NoëlSansAmazon, Natale senza Amazon. Nella lista dei firmatari figurano personaggi di un certo calibro, fra cui l’ex membro del partito del presidente francese Emmanuel Macron, Matthieu Orphelin, l’ex ministro dell’Ambiente Delphine Batho, la scrittrice Christine Orban, i sindaci di Parigi, Grenoble e Poitiers, Anne Hidalgo, Eric Piolle e Léonore Moncond’huy e le associazioni Greenpeace e France Nature Environnement. Una bella squadra non c’è che dire e una battaglia sulla quale ha messo la propria bandierina la sinistra. In Italia, curiosamente, la campagna viene invece rilanciata dal segretario del maggiore partito di destra, Matteo Salvini della Lega. Della serie: esistono idee buone o cattive e non di destra o di sinistra. Si potrebbe pure dire che le stupidaggini – o le buone idee ovviamente – non conoscono colore. Come scritto qualche riga sopra bisogna essere onesti e pure realisti: il mondo va in una certa direzione da ben prima che facesse la propria comparsa il Covid. L’impressione è che portare avanti una campagna in questi termini, sarebbe come pretendere che il progresso si fermasse, che ad esempio si continuasse a girare a cavallo mentre nel frattempo hanno inventato le automobili. Per carità, probabilmente sarebbe bellissimo, ma inattuabile. Prendiamo l’esempio dei giornali. Chi rimane ancorato sulla carta è purtroppo destinato all’estinzione. Tanto è vero che i maggiori quotidiani stanno puntando sul proprio sito internet, piuttosto che sulla vendita di abbonamenti on-line. Qual è il punto? E’ necessario stare al passo coi tempi per rimaere competitivi, non esiste altra strada. Come ha scritto qualcuno più bravo e capace di me “quando il mondo cambia le possibilità sono due: piangere o rimboccarsi le maniche. Nel primo caso si fa rumore, nel secondo si salva la pelle”. E se in tanti non hanno ben compreso questo concetto, molti, moltissimi altri hanno acceso il cervello. Nel mio piccolo Comune ad esempio e in generale nella provincia di Rimini se si cerca su google si possono trovare negozi, botteghe, associazioni locali e localissime che vendono prodotti online e li portano a domicilio: basta una telefonata o un messaggino con whatsapp. Più rapido e semplice che fare acquisti su Amazon e i suoi cloni. E si può davvero comprare di tutto: gelati, carne, pane, prodotti di cartoleria e chi più ne ha, più ne metta. Come è sempre capitato nell’evoluzione dell’uomo dalla preistoria sino ad oggi insomma, chi ha saputo cogliere i cambiamenti per tempo si è salvato, gli altri si sono estinti.
David Oddone