Prima udienza del processo a carico di L. Giombini, difeso dall’avvocato Achille Campagna di San Marino e dallo studio SOLEGAL di Milano.
IL CASO
L’imprenditore perugino dieci anni fa porta a San Marino i denari e li versa in un mandato fiduciario.
Quando, nel 2015, viene offerta la possibilità di mettersi in regola con il fisco italiano, l’imprenditore fa la Voluntary Disclosure e decide di riportare in Italia i suoi denari con bonifico, ma la banca segnala all’AIF l’operazione, quindi il giudice sammarinese sequestra quel mezzo milione di euro e apre un procedimento per riciclaggio a suo carico.
I difensori del Giombini hanno già fatto reclamo in appello e ricorso in Terza Istanza nella fase delle indagini, impugnazioni rigettate in quanto la Voluntary Disclosure di per sé non esclude che il soggetto possa aver commesso riciclaggio.
L’UDIENZA DI OGGI
La difesa ha depositato oggi documentazione sull’esito positivo della Voluntary Disclosure; come spiegato in udienza, l’accettazione della pratica da parte dell’Agenzia delle Entrate e della Procura di Perugia dimostra che i denari sequestrati non possono essere collegati ad alcun reato presupposto.
Il difensore Achille Campagna ha poi citato giurisprudenza della Corte di Strasburgo in materia di reato continuato ed irretroattività delle norme penali.
Il caso è stato oggetto di attenzione della stampa specializzata, trattandosi di uno dei primissimi casi in cui si contesta il riciclaggio in presenza di una pratica di Voluntary Disclosure, che non sembra impensierire minimamente i giudici sammarinesi.