San Marino. Il progetto Poste Spa non ha né capo né coda. … di Jena Plisskeen

Riceviamo e pubblichiamo

La situazione di Poste spa è tornata alla ribalta per via della “gestione” dei rapporti di lavoro dei precari del settore, a cui, fino all’ultimo minuto dello scorso anno non era stato rinnovato l’incarico per l’ anno 2020. Un mercato rinnovo che, oltre a ricadere ovviamente sui lavoratori stessi, avrebbe avuto riflessi catastrofici sul servizio, con 15 zone postali scoperte.
Ora i malcapitati si sono visti rinnovare gli incarichi solo per ulteriori 2 mesi,situazione a cui si spera il nuovo Governo voglia subito mettere mano adottando un approccio più realistico a questa come a tutta l’organizzazione del servizio postale sammarinese.
Conviene infatti riflettere su quale possa essere l’importanza di mantenere una società per azioni che era nata per implementare tutta una serie di servizi che non hanno in realtà mai visto sorgere il sole. Una società per azioni che ha dei costi, come, ad esempio, un consiglio di amministrazione che il vecchio ufficio postale ovviamente non aveva. Infatti il bilancio di poste spa piange, e parecchio, da qui l’idea di incamerare un altro ufficio statale (quello filatelico numismatico) che, anche grazie al magazzino di monete e effetti filatelici, ha un bilancio in salute; operazione quindi propriamente contabile, alle spalle dei contribuenti, ovviamente.
Contribuenti che, nel caso si tornasse a trattare Poste come un normale ufficio statale, avrebbero anche più garanzie rispetto alla materia degli appalti effettuati dalla spa; pare sia possibile infatti, che il consiglio di amministrazione delle società per azioni possa appaltare ad un proprio componente (non esisterebbe quindi alcun conflitto) l’esecuzione di un servizio quale la redazione di un piano industriale (cosa che Posta spa in quasi 10 anni di vita ovviamente non aveva mai fatto).
Vi è però un altro aspetto, più profondo, per mantenere Poste sotto il cappello della pubblica amministrazione e riguarda la modalità con la quale uno stato realizza la propria sovranità. Ora, stiamo parlando di San Marino, 60kmq, senza un demanio particolare, niente miniere, spiagge, fiumi ecc ecc. Se San Marino rinunciasse, al controllo dei servizi dello stato, ad esso in poco tempo non rimarrebbe più niente, se non le tre torri e la roccia su cui poggiano.
Possiamo poi anche dire che per la tipicità dell’organizzazione dei servizi postali, ramificati sul territorio nei loro uffici e presenti ogni giorno con gli addetti alle nostre porte di casa, questi realizzino la visibilità dello stato ogni giorno, quotidianamente. In una società che vede le periferie spegnersi progressivamente (chiusura sportelli bancari, chiusura sale cinematografiche, chiusura farmacie) tale ruolo è ancora più importante che in passato.

Jena Plisskeen