Maurizio amico mio caro, ci conoscemmo quarant’anni fa, entrambi provenienti dalla città Eterna e fu subito amicizia. All’inizio per motivi di lavoro ma poi ci frequentammo come se da una vita ci conoscessimo. Stringemmo di più quando arrivarono Fabrizio e poi Camilla, le nostre famiglie si ritrovavano spesso assieme nelle festività ed erano un bel rumore da ascoltare.
Ricordo la mamma di Cinzia e la tua, in quelle scampagnate estive, tra l’odor di bistecca che con cura preparavi, mentre Flavio piccolino, faceva da fratello maggiore ai miei figli, ancora adesso mi par di sentire rimbombare nella mente le risate e la tanta allegria che riempiva quelle tavolate. Sei stato l’unico amico vero, un fratello maggiore che ho avuto a San Marino, sempre disponibile ad aiutarmi e all’ascolto. Quante chiacchierate, prima che ti ammalassi, da poco andato in pensione, parevi un aquila alla ricerca del suo cielo, come se il mondo che era stato attorno a te fino a quel momento, l’avessi riscoperto all’improvviso sconosciuto e diverso, tutto da reinventare. Sembravamo due vecchi marinai, mentre seduti al tavolo mangiavamo tagliatelle al vecchio campanile, con gli occhi a parlar del presente e a rammentar del tempo passato e della Roma, la nostra amata squadra di calcio, che ormai da troppo tempo non era più delizia ma solo croce.
Mi mancheranno le nostre lunghe chiaccherate, mi mancherai soprattutto te e la nostra
amicizia.Ti avrò sempre nel cuore, perché quel “ti voglio bene” mai detto, per pudore e vergogna, te lo dico adesso, amico mio fraterno.
Con te, ho perduto un altro pezzo della mia storia in questo paese che mi accolse 50anni fa. Ieri pomeriggio, poi fatta sera, ho avuto un grande scoforto a lasciarti, in questa foto appiccicata dietro a te, dove sorridi pacioso e scanzonato, mi ha riportato a tutte quelle volte che siamo stati assieme e tu sorridente, volevi che assaggiassi il cibo nel tuo piatto, come fanno sempre due vecchi amici.












