Le elezioni della Madonna hanno dimostrato una straordinaria maturità dei cittadini elettori.
Un voto decisamente post ideologico, un voto atto a formare un Consiglio Grande e Generale potenzialmente capace di affrontare e tentare di sciogliere i nodi scorsoi stretti intorno al collo del Paese e di noi tutti.
Il consenso raccolto dalla Democrazia Cristiana (un elettore su tre ha votato questa lista ) premia sicuramente la ferma opposizione di questo partito all’immobilismo irresponsabile di Adesso.sm, premia il lavoro assiduo e determinato di Gian Carlo Venturini,
raccoglie il consenso di ampi settori della popolazione orientata a sinistra e comunque non democristiana ma che ha preferito
rafforzare un partito ben organizzato e dotato di un progetto paese riconoscibile e realistico.
Gli eletti di questo partito dunque devono maturare la consapevolezza di rappresentare anche sentimenti, ideali e valori non solo cattolici
democratici.
Questa è una vera novità politica!!! ed il successo del programma di rinascita della Repubblica dipenderà anche dalla capacità della Dc di uscire dai suoi tradizionali steccati ed innovare metodi di governo, passando dalla gestione dello statu quo ante alla sfida che i tempi pongono a tutti: modernizzazione, innovazione, cultura di un mondo globalizzato.
Anche il consenso raccolto da Rete e dalla coalizione Domani in Movimento mostra una indubbia maturità del corpo elettorale che deve essere colta e rispettata. il risultato ottenuto è molto significativo (fra l’altro un po’ penalizzato da alcuni errori sul voto di coalizione che ha disperso almeno il consenso per un ulteriore consigliere ) e aiuta l’evoluzione di un movimento esclusivamente protestatario verso una forza innovativa di un sistema che può essere migliorato ma non scardinato.
Come abbiamo più volte scritto, ora Rete o meglio Domani in Movimento è chiamato alla prova del fare. Democrazia Cristiana e Domani
in Movimento, che da soli rappresentano quasi il 60% del corpo elettorale, hanno il diritto-dovere di governare e di accordarsi prioritariamente fra loro su un programma concreto e realistico di rinascita del Paese.
Queste due forze, una volta trovato un accordo solido, potranno valutare se di volta in volta o in maniera stabile chiedere il sostegno in Consiglio a provvedimenti particolarmente importanti su cui giocoforza si dovrà tentare una condivisione larga.
Non sfugge infatti a nessuno che i peccati originali di Libera incidono non poco sulla nascita da subito di una coalizione più ampia.
Libera, innesto forzoso di SSD e di parte di Civico 10, pur essendo stata depurata da personaggi tipo Franco Santi (27° con 80 preferenze), mantiene ahimè, tutte le impronte del passato a partire dall’influenza di Simone Celli, a partire dalle operazioni su Asset Banca e su CIS che per essere in qualche modo bonificate richiedono assolutamente che i burattini a suo tempo utilizzati da poteri opachi ed ancora presenti fra gli eletti, siano neutralizzati quando non legalmente perseguiti.
Noi per la Repubblica è anch’essa una fusione a freddo di componenti anche molto distanti nei valori e negli obiettivi. è auspicabile
la capacità di una sintesi credibile e la capacità di un sostegno continuativo alla maggioranza.
Un rinnovamento anche nelle persone può essere un segnale per il presente (penso ad Andrea Belluzzi e a Giacomo Simoncini) e per un percorso per il futuro che veda la costruzione di una forza riformista che vada oltre all’assistenzialismo statale e declini i valori tradizionali di questa area con lo sguardo in avanti e non ancorato ad un passato che è appunto passato e resiste solo in una casta di mandarini apparentemente inamovibili, legati solo al potere ed alle prebende che ne derivano.
Infine due parole sul futuro Congresso di Stato.
I tempi dei personalismi, dei veti incrociati, del io speriamo che me la cavi, sono finiti.
Riproporli sarebbe deleterio e disastroso.
Se ci è voluto un anno per capire l’immobilismo di Adesso.sm, ora basteranno sei mesi e non ci sarà più spazio per salvare il salvabile.
La Pubblica Opinione pretende persone preparate e capaci. aggiungo io anche una parità di genere sicuramente utile ed efficace.
aspettiamo con trepidazione segni di cambiamento.
Non ho volutamente parlato di Repubblica Futura. i cittadini la ricorderanno per le 132 assunzioni nella P.A. negli ultimi tre mesi e
per il rinnovo del contratto di Attilino. questo era il nuovo metodo di governo tanto sbandierato.
Ha ragione Matteo Zeppa quando dice: facciamo l’accordo con la Dc per non rimanere all’opposizione con Repubblica Futura.
E ora rimbocchiamoci tutti le maniche e ricostruiamo il Paese.
Dario Manzaroli