San Marino. Il saluto dei Reggenti: sammarinesi “incantevoli nello spirito e nel desiderio di onorare la propria secolare storia”. …Nonostante questa classe politica! … di Enrico Lazzari

Enrico Lazzari

Dal punto di osservazione privilegiato di cui beneficia la Reggenza, abbiamo visto un Paese con molte sfide dinnanzi, alcune contraddizioni, ma incantevole nello spirito e nel desiderio di onorare la propria secolare storia…”. E’ a mio parere, in questa semplice ma profonda frase il momento più alto ed eloquente del discorso di “saluto” pronunciato dagli Ecc.mi Capitani Reggenti, Filippo Tamagnini e Gaetano Troina, alla chiusura dell’ultima sessione consigliare e alla vigilia dell’avvicendamento alla massima carica di garanzia della storica democrazia sammarinese.

Infatti, il prossimo primo aprile, i due Capi di Stato cederanno ad Alessandro Rossi (Demos) e a Milena Gasperoni (Psd), il ruolo di Capitani Reggenti, in seguito ad un repentino cambio di frotne del Psd e all’indomani di una per nulla avvincente gara -fra lo stesso Psd opposto in quella che era la maggioranza consigliare ad Alleanza Riformista, Pdcs e Motus Liberi- a chi “ce l’ha più duro”!

Abbiamo visto, alla fine -almeno questa volta- che ce l’aveva “più duro” il Psd… Oggi, ce l’ha più duro il Psd! O, meglio, ha vinto il Psd, ma unito a Libera, Pss, Repubblica Futura, Demos, Rete e, “dulcis in fundo”, gli esuli retini del Gruppo Misto… Sarà questo il “campo largo” sammarinese, fotocopia di quello sardo della Schlein? Chissà… Sta di fatto che, in Italia, all’indomani della debacle abruzzese, il famoso “campo largo” è già morto, con il voltagabbana di Azione che fa capo a Calenda e di Italia Viva che fa capo a Renzi, ambedue già finiti a sostenere il candidato di centrodestra…

Ma questa è un’altra storia, peraltro che mi appare -sia sul fronte sammarinese che su quello italiano- intrigante e interessante al pari di una lentissima e “patinata” telenovela argentina ambientata a fine Ottocento… Ragion per cui non mi spinge a sprecare altro inchiostro.

Torniamo, quindi, al tema, ovvero al punto centrale delle parole lanciate all’Aula consigliare dai Capitani Reggenti solo poche ore fa. Un intervento dove gli stessi Tamagnini e Troina hanno ricordato a tutti, ministri, consiglieri e cittadini, che il Titano “è un Paese con molte sfide dinnanzi”, con “alcune contraddizioni”, ma che, in fondo -e neppure troppo in fondo- è una Repubblica “incantevole nello spirito” e, di pari passo, stretto, determinato “nel desiderio di onorare la propria secolare storia”.

Già, determinato “nel desiderio di onorare la propria secolare storia”. Ma San Marino, la sua gente, in questa determinazione innegabile, sarà ancora in grado di centrare l’obiettivo, specie oggi, dopo lo scorso decennio che ha messo a dura prova -oltre che le finanze pubbliche- nientemeno che la “secolare storia” sammarinese? Le ultime vicende consigliari, mi fanno propendere superficialmente per il no… Ma poi, approfondendo l’analisi, la mia visione muta radicalmente: sì, anche questa volta la comunità sammarinese si dimostrerà in grado e determinata ad “onorare la sua secolare storia”… Nonostante questa sua classe politica!

Qualcosa di buono, infatti, la pietosa rappresentazione andata in scena nell’ultimo Consiglio Grande e Generale (e non mi riferisco solo ai due protagonisti, ovvero Ar e Psd, ma a praticamente tutti i “Sessanta”) lo ha portato. Finalmente il “bandolo della matassa” -o forse la “patata bollente”?- passa nella mani dei cittadini, nell’espressione di una democrazia che, per una volta -nonostante l’orribile legge elettorale (che spero il nuovo governo e la nuova maggioranza che verrà vorrà immediatamente riformare)- torna ad essere “governata” direttamente da chi, alla fine, paga pegno delle scelte sbagliate e beneficia di quelle giuste fatte dai loro rappresentanti eletti per guidare il Paese.

Sono convinto che i cittadini sapranno rispondere positivamente a quello che pare una sorta di appello lanciato dai Reggenti nel loro intervento consigliare di saluto. Ma ho un timore pesante: una forte crescita dell’astensione, basata soprattutto sull’incapacità della politica sammarinese di parlare il linguaggio dei giovani, con il passare degli anni sempre meno orgogliosi di essere parte di quella “storia gloriosa” ricordata dai Capi di Stato.

A questi, a tutti coloro che già oggi appaiono determinati all’astensione nelle prossime elezioni politiche di tarda primavera, voglio ricordare che il “non voto” non ha alcuna forza delegittimatrice verso una politica, un modo di fare politica che non comprendete o non condividete. Il “non voto” è a sua volta un voto che va a favorire precise forze politiche: i due partiti più grandi e a penalizzare i più piccoli. E’, questo, il “miracolo” del Metodo D’Hondt di ripartizione dei seggi utilizzato sul Titano.

Detto ciò, anche questa volta, sono convinto che, alla fine e nelle urne, ogni cittadino responsabile sammarinese saprà “onorare la secolare storia” del suo Paese. Le sfide che attendono San Marino nell’immediato futuro sono cruciali e delicate, ma appaiono nulla a confronto dell’attacco al Diritto e alla Democrazia sammarinese -con conseguenze tragiche per le casse pubbliche- perpetrato nel decennio scorso da una potente “cricca” privata e realizzato grazie ad una classe politica che non voglio credere complice ma che nessuno può non definire almeno disattenta o distratta…

Alla fine, San Marino se l’è cavata -o meglio se la “sta cavando”- di fronte ad una minaccia così forte… Ogni sfida futura, a confronto, sarà poco più complessa di un puzzle a sei pezzi per bambini da 2 a 3 anni!

Enrico Lazzari