San Marino. Il sapere sceso fra i comuni mortali. Simposio organizzato da Valori Tattili. La Fondazione di Asset Banca

Schermata 2014-05-18 alle 19.38.38I professori Alberto Campiteri (Torino) e Giovanni Pallotti (Bologna) hanno tenuto due lezioni ‘universitarie’ chiare e comprensibili sui territori della conoscenza ancora da esplorare.

Un simposio sicuramente di alto spessore scientifico quello che si è tenuto nella sala conferenze di Asset Banca a Dogana. Un simposio che ha avuto tutte le caratteristiche di due lezioni universitarie tenute da due docenti di primissimo piano nella scala dei valori dell’Accademia delle Scienze.

I cattedratici erano il professor Alberto Carpineti e il professor Giovanni Pallotti. Occasione dell’incontro la consegna del terzo premio ”Marconi”, che la Fondazione della Banca, Valori Tattili, ogni anno consegna a uomini illustri della conoscenza e del sapere. Quest’anno addirittura due perché il tema era ”l’atomo inesplorato e le nuove frontiere della scienza”; temi affascinanti e complessi ad illustrare a chi non ha una base minima di conoscenza. 

Temi complessi che i due scienziati hanno però reso con il ”fare del maestro scolastico” accessibili ai presenti tanto è stata chiara la loro illustrazione.

 

Un esempio? La spiegazione (di partenza, non potendo entrare troppo  nei dettagli considerato l’uditorio cui si rivolgeva) su cui il professor Alberto Carpineti ha illustrato illustrando i primi passi da cui è partito per studiare la “fusione fredda”. Una ricerca portata avanti unitamente ad un gruppo di ricercatori del Politecnico di Torino.

Insomma ne è scaturita una spiegazione così naturale da far sembrare l’atomo, il nucleare e tutto quello che ne deriva, “cibo quotidiano”. Più personale, invece, la ‘lezione’ del professor Giovanni Pallotti, un ingegnere che si è dedicato strada facendo nel lungo cammino della ricerca universitaria alla medicina, quindi, alla più attuale ‘ingegneria medica’, quel ramo della scienza meccanica e elettronica che, con tutta una serie di moderne a irrinunciabili macchinari, rende la cura di tanti mali una cosa semplice rispetto a quando il professor Pallotti ha deciso che quella doveva essere la sua ‘mission’.

Il professor Pallotti è ,infatti, partito da lontano, da 61 anni fa quando entrò addirittura ancora studente nel “magico mondo universitario, della ricerca, del sapere”. Una sorta di autobiografia che si è identificata con quanto dai laboratori e dalle aule dell’Università di Bologna tra il 1958 (anno del suo debutto da fresco ex liceale)ad oggi.

Uno spaccato più ‘umano’, meno scientifico ma ugualmente interessante.

Peccato che al simposio non ci fossero studenti delle superiori: ascoltare le lezioni di Carpinteri e Pallotti sarebbe stato, crediamo, estremamente utile per comprendere come sia entusiasmante studiare la materia e il divenire delle componenti base del nostro universo.

La Tribuna