San Marino. Il Segretario Celli risponde alle domande di Super

Come preannunciatoci dal Segretario di Stato alle Finanze Simone Celli, questa mattina abbiamo ricevuto le risposte alle domande da noi poste il 29 maggio di quest’anno. Le pubblichiamo e ringraziamo il Segretario per la disponibilità. Lasciamo a ciascuno le proprie valutazioni e riflessioni sulle domande.
1. In data 14 febbraio 2017, ha pubblicamente annunciato – nel corso di una conferenza tenutasi alla sala “Montelupo” di Domagnano – uno shock di liquidità per l’Erario, paventando l’incapacità per lo Stato di versare gli stipendi dei pubblici dipendenti nel mese di giugno. Tale eventualità evidentemente non s’è verificata, ma generò un certo panico ed un clima di sfiducia nel Paese. Pertanto, quali misure di bilancio ha messo in atto il governo – se ne ha messe – per reperire le risorse? E se il governo ha posto in essere iniziative per reperire i fondi, perché ha ritenuto opportuno non anticipare l’adozione di dette misure in quella sede? Se invece non è stato necessario intraprendere alcuna azione correttiva, per quale motivo ha annunciato un possibile shock di liquidità?
Sin dal suo insediamento, il governo – di concerto con la maggioranza – ha ritenuto necessario condividere con la cittadinanza il reale stato di salute della finanza pubblica e per questo, nel corso della conferenza a cui lei fa riferimento, ho illustrato e analizzato i principali dati di bilancio, a partire dall’andamento dei flussi di cassa che metteva in evidenza possibili tensioni di liquidità nel secondo semestre del 2017.
Non rinnego affatto quella iniziativa e quell’annuncio, perché se da un lato possono aver preoccupato una parte dell’opinione pubblica, dall’altro hanno aumentato la consapevolezza di alcune criticità con cui la Repubblica di San Marino è chiamata a fare i conti.
I problemi non vanno sottaciuti, non vi è spazio per una verità edulcorata. Questo non significa che non vi siano soluzioni ai problemi, ma che, dopo decenni di bugie sul reale andamento dei conti pubblici, la cittadinanza debba avere contezza dello stato di salute e delle condizioni di debolezza proprie dell’attuale sistema economico. È attraverso la consapevolezza che si deve ristabilire la fiducia dei cittadini, dei lavoratori e degli operatori economici. I problemi vanno fatti emergere in modo chiaro e trasparente, poiché solo così si possono creare le condizioni politiche e sociali per affrontarli in modo concreto e adeguato.
Insomma quell’annuncio non fu improvvido, ma fu la premessa consapevole di alcune iniziative intraprese dal Governo. Sono stati adottati provvedimenti straordinari per reperire risorse aggiuntive, come la rottamazione delle cartelle esattoriali, e per contenere le uscite, come l’introduzione della clausola di salvaguardia sulle spese non obbligatorie dei singoli Dipartimenti. Inoltre, la Direzione della Finanza Pubblica, con impegno e capacità, ha gestito in modo oculato e rigoroso la liquidità, scongiurando il pericolo di una imminente crisi.
Nonostante un’azione che si è sviluppata su più livelli, a metà dicembre 2017 (a titolo informativo si può consultare la Delibera n. 1 assunta dal Congresso di Stato nella sua seduta dell’11 dicembre) lo Stato si è trovato costretto ad accendere presso la Banca Centrale un finanziamento di 35 milioni di euro per assicurare il funzionamento dell’amministrazione pubblica e in particolare il pagamento di stipendi e pensioni. In altri termini sono innegabili problemi di liquidità che, tuttavia, si possono e si debbono gestire in modo che eventuali tensioni non arrechino disagi ai cittadini.
2. Il 10 aprile 2017 si procedette alla nomina di un nuovo consiglio di amministrazione per Cassa di Risparmio: dei quattro consiglieri di spettanza alla Eccellentissima Camera tutti sono stati di nomina governativa, dal momento che in un solo weekend (ossia il tempo concesso dall’Esecutivo) le cinque forze di opposizione non sono riuscite a formulare un nome. Di questi quattro consiglieri, ben tre – Luigi Borri, Giuliana Michela Cartanese e Massimo Cottella – sembrano aver avuto contatti e conoscenze col banchiere forense Francesco Confuorti, il quale – stando all’inchiesta giudiziaria di Simon Luca Morsiani – avrebbe addirittura inoltrato a Filippo Siotto (membro di Vigilanza in BCSM) le copie della lettera di dimissioni di Borri e Cartanese.
È lecito sapere, signor Segretario di Stato, quali criteri ha seguito per la nomina di tali individui alla guida della banca di Stato?
Questi nominativi da dove provenivano? Glieli ha suggeriti qualcuno? In tal caso, può dire alla cittadinanza nome e cognome di colui – o coloro – che le ha consigliato questi soggetti? Quali verifiche ha adottato il suo governo prima di nominarli? E quanto alle verifiche, mi permetta la considerazione, eviterò – per carità di Patria – di porle domande inerenti al Presidente di Cassa di Risparmio Nicola Romito, da voi nominato in quella sede, che risultava rinviato a giudizio per usura in Italia.
Il Fondo Monetario Internazionale, almeno dal 2014, ha raccomandato di nominare al vertice della Cassa di Risparmio esperti in materia di crisi e ristrutturazioni bancarie. All’inizio del mese di febbraio 2017, a poco più di un mese dall’insediamento del governo di cui ho il privilegio e l’onore di fare parte, si è svolta la missione articolo 4 dell’FMI e anche in tale occasione lo staff degli esperti di Washington ha ribadito con forza la necessità e l’urgenza di intervenire sulla governance e sul management di Cassa, allo scopo di avviare tempestivamente un suo processo di profonda ristrutturazione.
Alla luce di ciò il governo, e in particolare la Segreteria di Stato per le Finanze e Bilancio, si è subito attivato per individuare i nuovi membri del Consiglio di Amministrazione di Cassa di Risparmio. Non nascondo di aver mantenuto un contatto permanente con il Presidente e il Direttore Generale della Banca Centrale. La situazione era difficilissima, l’azione su Cassa di Risparmio era inevitabile e doveva essere assunta in tempi rapidi, ho ritenuto in quel frangente e ritengo tuttora che fosse imprescindibile un coinvolgimento della Banca Centrale in quell’iter decisionale. Così, posso tranquillamente affermare che alla scelta del nuovo Consiglio di Amministrazione di Cassa di Risparmio si arrivò in seguito ad una intensa fase di concertazione con il vertice di Bcsm.
In merito alle verifiche effettuate, posso dirle che tutti i curricula erano di altissimo livello, eravamo di fronte a professionisti importanti con esperienze significative non solo nel mondo bancario ma in qualche caso anche a livello istituzionale. Le referenze acquisite erano ottime e perciò abbiamo di deciso di procedere con la loro nomina.
Prendo atto della “provocazione” relativa alla nomina del dott. Romito. In primo luogo mi sia consentito cogliere l’occasione per ringraziarlo nuovamente per l’eccellente attività svolta in favore di Cassa di Risparmio dato che oggi finalmente, con l’azione portata avanti dal CdA da lui presieduto, l’intera comunità sammarinese è nelle condizioni di poter conoscere esattamente le problematiche esistenti in Cassa dopo che per diversi anni erano state volutamente nascoste e mai affrontate.
Detto ciò, come ho già sostenuto pubblicamente a più riprese anche in aula consiliare, non ho problemi a riconoscere il mio errore concernente la presenza di un procedimento penale a carico del dott. Romito. Avrei dovuto informarmi con maggiore attenzione? Va bene, è una critica che accetto e in generale è un errore di cui mi faccio carico.
Però, mi permetta di concludere il ragionamento con una considerazione provocatoria. In questi ultimi anni non ho assistito alle stesse reazioni di sconcerto e di protesta di fronte ad altri rinviati a giudizio eccellenti, personaggi di spicco della piazza finanziaria sammarinese degli “anni d’oro”. Penso all’ex Direttore Generale di Cassa di Risparmio, all’ex Presidente e all’ex Direttore Generale di Asset Banca. Così, tanto per compiere alcuni esempi e magari per rinfrescare la memoria a chi pare soffrire di preoccupanti amnesie settoriali.
3. I legami fra Francesco Confuorti, banchieri sammarinesi e governance di Banca Centrale, sono stati denunciati a più riprese – a partire dall’inizio del 2017 – da tutte le forze di opposizione e da parte della stampa. Il suo governo, e lei in prima persona, ha sempre difeso – fino alla fine di agosto 2017 – l’operato dell’allora Direttore Generale di Banca Centrale Lorenzo Savorelli, bollando come “fantasiosi complotti” quanto oggi emerge dalle carte del Tribunale. Ritiene, alla luce di ciò, di aver commesso un errore oppure no?
Il mio governo, ed io in prima persona, abbiamo sempre difeso la Banca Centrale, in quanto istituzione di garanzia del sistema bancario sammarinese. Non le singole persone. Il vertice Bcsm è stato nominato nella precedente legislatura, lo abbiamo “ereditato”. Inizialmente abbiamo ricercato una collaborazione che, peraltro, in una prima fase, è stata proficua e positiva. Strada facendo, all’interno del Comitato per il Credito e Risparmio, con l’allora Direttore Generale, si sono manifestate divergenze di vedute sempre più significative e c’erano, in aggiunta, i rapporti sempre più tesi e complicati tra Banca Centrale e i soggetti vigilati. L’episodio avvenuto a Rimini, al Meeting di Comunione e Liberazione, è stato la classica goccia che ha fatto tracimare il vaso e ha portato il Comitato per il Credito e Risparmio a richiedere al Consiglio Direttivo di Bcsm l’immediata rimozione del dott. Savorelli dall’incarico di Direttore Generale. Il licenziamento del Direttore Generale di Bcsm si è consumato a otto mesi di distanza dall’arrivo del nostro governo. Si badi bene, non dopo otto anni, ma dopo otto mesi. Francamente mi pare ci sia stata una capacità di reazione e una tempestività inusitata rispetto ai precedenti governi.
4. Nella fattispecie, sono state poste in essere verifiche da parte sua e dal suo governo in seguito alla segnalazione del rapporto coniugale fra Filippo Siotto e Okaue Chio, manager di società del Gruppo Confuorti? Se sì, quali? Che esiti hanno rivelato dette verifiche?
Non sono state necessarie particolari verifiche, in quanto il dottor Siotto in una riunione del CCR immediatamente successiva a questa segnalazione, ne ha confermato i contenuti. Probabilmente mi sfugge qualcosa, ma non credo che nel nostro ordinamento sia ancora previsto il “reato di coniugio” o un reato consistente nell’aver ricoperto ruoli manageriali in gruppi finanziari, peraltro situati in altri Paesi.
5. Corrisponde al vero quanto dichiarato dal Siotto medesimo, in sede di ricorso contro il licenziamento, ossia che il Comitato per il Credito e il Risparmio (di cui lei è parte integrante insieme ad altri tre Segretari di Stato) avrebbe espresso – all’allora membro di Vigilanza di BCSM – la propria solidarietà per gli attacchi delle opposizioni in merito al suo rapporto con la dottoressa Chio? E se corrisponde al vero, per quale ragione?
Confermo, certamente. Si trattava di un attacco che atteneva la sfera privata e familiare del dott. Siotto, che nulla aveva a che vedere, almeno in quel contesto, con la positività o la negatività del suo lavoro prodotto in Banca Centrale. Perciò, in CCR abbiamo espresso solidarietà nei confronti del dott. Siotto.
6. Come ha reagito lei – e il suo governo – alla pubblicazione, su “GiornaleSM”, dell’immagine che ritraeva Wafik Grais, Lorenzo Savorelli e Francesco Confuorti a cena in un noto locale della riviera romagnola? Avviaste in tale circostanza verifiche oppure no? E se sì, quali sono state le verifiche e i loro esiti?
Le rispondo che il dott. Grais non ha mai nascosto il proprio rapporto di conoscenza con il signor Francesco Confuorti. In merito alle verifiche da noi compiute, è sufficiente effettuare una banalissima navigazione su internet per appurare che il sig. Confuorti risulta essere un imprenditore del settore bancario che vanta importantissime e prestigiose relazioni a livello istituzionale, non solo in Italia ma anche all’estero e che, in base alle informazioni acquisite, non è un pregiudicato e non ha a suo carico alcuna pendenza penale. Più di questo onestamente non so cosa dirle, se non che – come sta cominciando ad emergere con maggiore chiarezza – i rapporti tra Confuorti e la Repubblica di San Marino siano ben più datati rispetto all’insediamento di questo governo.
7. Come ha reagito lei – e il suo governo – alla nomina di Giuseppe Pedrizzi quale commissario straordinario di Asset Banca, specialmente in relazione alla pubblica denuncia del fatto che costui sarebbe figlio di Riccardo Pedrizzi, già socio della Advantage Financial di Confuorti? Avviaste in tale circostanza verifiche oppure no? E se sì, quali sono state le verifiche e i loro esiti?
Lei ha giustamente precisato che al momento della nomina del sig. Giuseppe Pedrizzi, suo padre non era più socio della società Advantage Financial. Posso solo aggiungere che il dott. Giuseppe Pedrizzi disponeva di un curriculm vitae eccellente e assolutamente adeguato a ricoprire il ruolo di commissario straordinario di Asset Banca.
8. Nel fascicolo sul cosiddetto “Caso Titoli”, il Commissario della Legge Morsiani scrive: “[…] Appare che terzi siano coinvolti nella elaborazioni di disposizioni normative da adottarsi nella Repubblica di San Marino (peraltro, cronologia e contenuti indicherebbero trattarsi del ‘pacchetto normativo’ introdotto con i decreti nn.78, 79, 80 del luglio 2017, provvedimenti particolarmente sensibili per l’impatto sul sistema bancario, previdenziale e tributario). Ancor meno esplicito il riferimento nella mail datata 11/06/2017, nella quale è scritto: ‘Arrivato [dal Segretario] lo vuole condividere oggi con la sua maggioranza non mi sembra adeguato farlo oggi!’[…]”. Segretario Celli, chi ha ideato e scritto materialmente i Decreti Legge 78, 79 e 80 approvati dal suo governo nel luglio 2017?
La versione emanata dal suo Esecutivo corrisponde a quella trasmessale dall’allora governance di BCSM? Perché non pubblica le bozze che, verosimilmente, le hanno inviato gli allora vertici di Banca Centrale, cosicché la cittadinanza possa prendere visione delle eventuali differenze fra queste e gli atti effettivamente emanati dal suo governo? E soprattutto, come poteva Confuorti conoscere queste dinamiche intercorse fra lei e la sua maggioranza?
I Decreti Legge n. 78, 79 e 80 sono stati il frutto di un intenso lavoro di elaborazione portata avanti dai tecnici della Segreteria di Stato per le Finanze e Bilancio e della Banca Centrale. Nella sua domanda vengono ripercorsi alcuni passaggi dell’ordinanza del Commissario Morsiani. È opportuno richiamarne anche altri, in cui si mettono chiaramente in evidenza l’irritazione e l’insoddisfazione dell’allora Direttore Generale di BCSM verso il nostro governo. Questa contrarietà era dovuta proprio alla stesura finale dei Decreti Legge, in particolare dell’ormai celebre Decreto Legge n. 79. Il governo ha cooperato con Bcsm nella stesura dei Decreti, e ciò mi sembra del tutto legittimo e comprensibile. Ma le scelte sono state compiute in autonomia dal governo, che ha recepito le opinioni della sua maggioranza. Poco importa se ciò ha scontentato il dott. Savorelli. Se si legge con attenzione, o senza partigianeria, l’intera ordinanza del Commissario Morsiani rivela come il governo abbia agito in modo ponderato e senza adagiarsi sulle opzioni prospettate da Banca Centrale. Ad ogni modo, non intendo sottrarmi alla sua curiosità e proseguo dicendole che tutto il materiale inerente l’elaborazione dei tre Decreti e tutti i verbali delle sedute del Comitato per il Credito e il Risparmio tenutosi dall’inizio della corrente legislatura, sono stati messi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria al fine di offrire alla medesima ogni elemento utile per le proprie determinazioni. Da ultimo, le segnalo che le dinamiche politiche tra la mia Segreteria, il resto del governo e la maggioranza erano ben note al vertice di Bcsm. Era naturale che io informassi la Banca Centrale sulle posizioni e sulle sensibilità che mi venivano rappresentate dai colleghi Segretari e dai gruppi consiliari di maggioranza rispetto ai Decreti Legge che di lì a poco avremmo dovuto emanare.
9. Considerando quanto emerso dalle inchieste giudiziarie, come valuta la scelta della sua maggioranza di non avvallare la richiesta delle opposizioni circa l’istituzione di una commissione d’inchiesta atta a fare luce sul dissesto bancario nella prima metà del 2017?
Credo che la maggioranza abbia assunto una posizione corretta. Si faccia concludere il proprio lavoro al Giudice Inquirente, senza sovrapposizioni di iniziative che finirebbero per rincorrersi reciprocamente. Tutti noi ricordiamo la commissione di inchiesta sulla vicenda Fincapital. Sappiamo che nei confronti di alcuni imprenditori e di alcuni funzionari pubblici, a seguito di una segnalazione fatta dai commissari, furono avviate indagini che si conclusero con una condanna per corruzione. Ma sappiamo che vi fu anche un’altra indagine per la quale vennero spiccati dei mandati di cattura. Mi pare di poter constatare, a distanza di anni dagli arresti, che in questa seconda indagine nulla di nuovo sia successo sul fronte giudiziario. Nonostante gli arresti, l’indagine è ancora pendente, forse prescritta. Questa vicenda è emblematica dei condizionamenti, anche inconsapevoli, che una commissione di inchiesta può esercitare sull’autorità giudiziaria. In uno stato civile, occorre evitare che il sostegno verso questo o quel giudice possa divenire occasione per fare giustizia sommaria, senza condanna e senza processo. Tra le altre cose segnalo che anche nella precedente legislatura ci fu un dibattito piuttosto ampio e articolato sull’eventualità di attivare un Commissione di Inchiesta sulla vicenda denominata “Conto Mazzini”, ma sulla base delle valutazioni all’epoca compiute e condivise unanimemente all’interno della Commissione per gli Affari di Giustizia, si ritenne preferibile e opportuno attendere gli sviluppi delle inchieste giudiziarie prima di considerare la necessità di verificare e accertare le possibili responsabilità di ordine politico. Tornando all’attualità, solo dopo la conclusione delle indagini, si valuterà se sarà necessario o meno procedere all’istituzione di una Commissione di Inchiesta per l’accertamento di eventuali responsabilità politiche.
10. Nel corso di quel periodo, le opposizioni dichiararono in Consiglio Grande e Generale che in BCSM furono inserite – in posizioni chiave – personalità scelte da Confuorti. Venne inoltre comunicato che la società di quest’ultimo era indebitata con Banca CIS per oltre trenta milioni di €. Queste dichiarazioni, ormai, sono state rafforzate dalle recenti inchieste giudiziarie. Faceste verifiche in tal senso? E se sì, quali furono gli esiti? E ancora, perché rifiutaste di pubblicare i nomi dei “grandi debitori” del sistema bancario sammarinese, fra cui – verosimilmente – sarebbe spiccata la Advantage Financial?
Sulla pubblicazione dei nomi grandi debitori del sistema bancario sammarinese, non corrisponde del tutto al vero che ci fu un rifiuto alla loro pubblicazione da parte del governo e della maggioranza. In Consiglio Grande e Generale si è affrontato il tema a più riprese, peraltro non solo in questa legislatura ma anche precedentemente. Riconosco ai gruppi consiliari di Democrazia in Movimento coerenza su questa tema, tuttavia in Consiglio non si è giunti a una posizione condivisa, nonostante ci sia stato un tentativo di trovare una soluzione equilibrata e ragionevole. Va sottolineato che non è affatto facile disciplinare per legge il concetto di “grande debitore” e soprattutto è ancora più complicato renderlo compatibile con il livello minimo di riservatezza che ad oggi ancora viene garantito dalla normativa vigente in ambito bancario e finanziario.
Rispetto alle posizioni di Advantage Financial presso il settore bancario sammarinese, mi limito a prendere atto di ciò che lei sostiene. Lei conosce cose che io non conosco e che non potevo conoscere. Per cui, non posso compiere alcun commento.
11. Lei, il suo governo e la sua maggioranza avete a ripetutamente sostenuto che la responsabilità della nomina di Wafik Grais e Lorenzo Savorelli è afferente allo scorso governo, e pertanto nulla delle loro azioni è ascrivibile alla vostra politica. Come valuta, allora, il fatto che Alleanza Popolare e una corrente del Partito dei Socialisti e dei Democratici – entrambi i partiti erano parte dello scorso esecutivo – facciano attualmente parte della sua maggioranza e del suo governo?
Mi riferisco, in particolare, ai membri del Congresso di Stato Nicola Renzi, Guerrino Zanotti e ai consiglieri Michele Muratori, Giuseppe Maria Morganti (odierno capogruppo di Sinistra Socialista Democratica, partito di maggioranza relativa), Enrico Carattoni e Matteo Fiorini.
L’attuale governo e la sua maggioranza affermano solo ciò che oggettivamente è una verità: Grais e Savorelli sono arrivati a San Marino nella precedente legislatura. E’ una puntualizzazione che non intende mettere in “stato d’accusa” alcuna componente politica e ancor meno qualche suo esponente in particolare, anche perché si tratta di nomine che si sono concretizzate in modo legittimo e nel pieno rispetto delle normative vigenti, peraltro ricorrendo nel caso del Presidente a modalità di selezione inedite. Però diventa una puntualizzazione indispensabile quando dall’opposizione si imputa all’attuale governo di essere parte attiva di un disegno perverso finalizzato alla distruzione e alla colonizzazione della Repubblica di San Marino. Se il governo fosse stato coinvolto in uno simile scenario, ammesso e non concesso che sia effettivamente esistito, non avrebbe agito con una simile determinazione quando ha deciso di chiedere il licenziamento in tronco dell’ex Direttore Generale, Lorenzo Savorelli.
12. Lei era a conoscenza del legame di subalternità, di conoscenza e di scambio di informazioni fra i vertici di BCSM (da lei difesi e sostenuti per otto mesi), di alcuni consiglieri CARISP (da lei nominati) e Francesco Confuorti? Se la risposta è negativa, lei è stato dunque raggirato (posto che gravi misfatti si sarebbero compiuti – almeno secondo la magistratura – sotto il suo naso per mano di persone a lei vicine mentre lei, nonostante le numerose segnalazioni, non si sarebbe accorto di nulla)? Se questa ricostruzione corrisponde al vero, ritiene di essere ancora in grado di ricoprire l’incarico di Segretario di Stato alle Finanze? Se lei era invece a conoscenza dei suddetti legami, lascio a chi legge ogni considerazione.
Non ne ero a conoscenza, ma contemporaneamente non mi sento nemmeno raggirato. Ho sempre agito nell’interesse della comunità sammarinese e ho compiuto tutte le scelte ritenendo che fossero le migliori. Posso aver compiuto valutazioni sbagliate, non lo nascondo, ma in ogni circostanza ho deciso senza imposizioni esterne, nemmeno da Banca Centrale. Sarà la storia a dire se le scelte intraprese su Asset Banca, Cassa di Risparmio e, più in generale sull’intero sistema bancario, siano state quelle giuste per la Repubblica di San Marino. Personalmente sono convinto che a breve si evidenzieranno i primi risultati positivi.