San Marino. Il Segretario Ciavatta dà le pagelle

E’ più riposante accettare le cose come stanno piuttosto che avere una reazione. Così ha destato un certo stupore la risposta del segretario Ciavatta a un cittadino autore di una lettera nella quale lo stesso esprimeva l’immenso disagio di trovarsi da mesi e mesi in isolamento a causa del tampone ancora positivo, reclamando almeno qualche ora d’aria. Se da un lato il Segretario promette di dare risposte alle esigenze di questo cittadino, dall’altro bacchetta chi nella sua stessa situazione non si sarebbe comportato in maniera altrettanto corretta. “La ringrazio ancora – scrive Ciavatta – per la sua disponibilità al dialogo, ben diversa da chi si ostina a cercare nemici, facendo del proprio caso uno scoop televisivo che dileggia il proprio paese, come se fosse San Marino, l’Iss o qualcuno in particolare a provocare l’assenza di sviluppo di anticorpi”. Dopo che i cittadini sono stati trattati in troppi casi come bambini irresponsabili, non pare il caso di mettersi a dar loro anche le pagelle. I riflettori sul Covid-19 sono rimasti accesi sin dall’inizio e non certo per volontà dei sammarinesi. Spesso poi quella che è circolata è una informazione a senso unico, così come ha stabilito il famigerato art.4 di un decreto. Qui ci si dimentica troppo facilmente la lezione di Voltaire. “Non la penso come te ma darei la vita perché tu lo possa dire”. Il Segretario è sicuramente mosso dalle migliori intenzioni e questi mesi, non facili per nessuno, devono esserlo stati ancora meno per lui. Questo non ci autorizza tuttavia a giudicare le vite e i comportamenti degli altri.

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Specie quando quelle vite sono diventate incubi e non ci sono altre risposte se non quelle che provengono dal protocollo dell’Oms. Peraltro la sammarinese la cui storia è stata raccontata da un servizio delle Iene – e prima ancora sulle pagine di questo giornale – non è la sola a trovarsi nell’insopportabile condizione di un isolamento che dura da oltre 105 giorni. Nella sua stessa condizione ci sono anche altri sammarinesi, e non sono pochi. Ce lo ha raccontato Corrado Guerra che è al suo 85esimo giorno di isolamento. “Io ho 65 anni e il Covid-19 dal punto di vista fisico l’ho superato bene, credo di essere ora ancora più in forma di prima, a livello psicologico invece è stato devastante. Da oltre due mesi e mezzo sto bene, non ho alcun sintomo però l’isolamento sta producendo effetti terribili. Mi sono anche dovuto scusare immensamente con il dott. Arcangeli perché quando ho visto che il tampone era di nuovo positivo me la sono presa molto e credo che questo sia trapelato dalle mie parole. Ho degli amici nelle mie stesse condizioni e non riusciamo a farci una ragione di quanto sta accadendo. Io ho dovuto cambiare tutta la mia vita e solo nelle ultime settimane ho pensato ad un rimedio per non impazzire. Ho rivoluzionato la casa tagliando una ringhiera e costruendo una scala, ora esco dal terrazzo per andare nell’orto a vangare. E’ la mia piccola evasione, peraltro concordata con la gendarmeria, dopo tre mesi di prigionia senza aver fatto male a nessuno. Sono mesi che i miei rapporti con mia moglie passano da un cesto legato ad una corda dove lei mette il cibo e i vestiti puliti”.
Checché ne dica il segretario Ciavatta, chi trova la forza di raccontare la propria esperienza, deve soltanto esserne orgoglioso perché ogni storia è a sé e ogni storia è un contributo prezioso per conoscere la verità.

Olga Mattioli

Repubblica Sm