San Marino. Il segretario Pasquale Valentini: «Un piano contro le azioni terroristiche»

pasquale-valentini-e1406102719456Costituzione di un gruppo di lavoro per definire e coordinare un piano strategico nazionale di prevenzione e sicurezza. L’annuncio è avvenuto ieri, da parte del segretario agli Esteri, Pasquale Valentini in apertura dei lavori del Consiglio grande e generale.
Quello che effettivamente si dovrà fare verrà illustrato oggi nel corso del Congresso. Sempre in apertura dei lavori consiliari, il Parlamento ha dedicato un minuto di silenzio alle vittime dell’attentato di Nizza, nel corso del quale sono morte 84 persone, 74 sono state ferite (di queste 28 sono ancora in rianimazione).
Per quanto riguarda il piano di sicurezza da molti anni è attivo un sistema di allerta direttamenta collegato con l’Interpol (l’Organizzazione internazionale della polizia criminale), quindi le allerte internazionali arrivano direttamente alla Gendarmeria che gestisce la sicurezza del Paese.
Dopo i numerosi attentati terroristici, oggi si dovrebbe capire meglio in che cosa consiste il piano annunciato da Valentini, quindi se i livelli di allerta sono stati alzati, se ci sono ulteriori collaborazioni con le forze di polizia degli altri Stati europei, se nel gruppo di studio entrano anche figure strategiche di analisi del contesto sociale e delle dinamiche di contatto attraverso le reti internet.
I lavori del Consiglio sono poi proseguiti su due temi particolarmente delicati che stanno interessando la politica, ormai, da diverse settimane: Banca Centrale e la proroga fino alle fine dell’anno, dei vertici dell’Istituto per la sicurezza sociale.
Su Banca Centrale viene sollevato il caso della richiesta di residenza di due dipendenti dell’Istituto di via del Voltone respinta in settimana dalla Commissione Affari esteri, ma anche il problema dei crediti non performanti con cui deve fare fronte il sistema bancario e finanziario sammarinese. In tema di Iss, è Civico C0, il partito che attacca piùduramente il segretario per la Sanità: «Mussoni si deve prendere le responsabilità di quanto ricade su di lui, se fossero state accolte le dimissioni dei vertici dell’Istituto, le sue sarebbero state ineluttabili ma il governo ha preferito inghiottire il boccone amaro». Il Resto del Carlino