Faccio un ragionamento generale, scaturito come spesso accade, da uno scambio di opinioni con alcuni conoscenti. Fra una parola e l’altra, ho proposto una serie di valutazioni, piuttosto velenose, verso il governo italiano. In particolare, senza scendere troppo nei dettagli, ho puntato il dito sul numero di morti e contagi di covid in Italia, fra i più alti in assoluto a livello mondiale. Sollecitato alla riflessione dai miei interlocutori, devo ammettere di non avere cambiato idea, ma è anche vero che in questo campo è sbagliato vedere o tutto bianco, o tutto nero. Una volta messa alle spalle l’emergenza – mi auguro ovviamente al più presto – sarò in primissima linea nel chiedere con forza una inchiesta su queste morti e contagi. Ma ora è necessario fare quadrato. Il che significa sicuramente essere sempre e comunque critici e vigili, ma possibilmente non mettere a prescindere i bastoni fra le ruote. Mi voglio spiegare meglio. L’emergenza covid è quanto di più grave e drammatico accaduto dalla seconda guerra mondiale in poi. Ricordiamo con orgoglio, attraverso i libri di storia e non solo, quegli eroi che ci hanno guidato verso la libertà. Mi viene in mente immediatamente Churchill, ma se ne potrebbero citare diversi. Senza scomodare paragoni azzardati e ingenerosi, va detto che non è facile sedere nella cabina di regia. Penso all’Italia e a San Marino, al premier – ormai ex – Conte e ai nostri Segretari di Stato. Stanno operando in un contesto che verrà menzionato dai figli dei nostri nipoti e anche dopo, come uno dei più tragici e difficili di sempre. Tutti quanti stiamo vivendo lutti e sciagure. Vediamo locali chiudere, amici senza lavoro. Possiamo solo immaginare la pressione alla quale è sottoposto un presidente o un ministro. L’opposizione è una delle componenti più importanti nel garantire la democrazia in uno Stato. Ha un ruolo di primissimo piano al quale non deve mai abdicare. Ha il dovere di scavare e chiedere. Così come del resto la stampa libera. Vista però la gravità del momento sarebbe auspicabile agire con spirito di gruppo, pur nel rispetto dei diversi ruoli che non devono certamente sovrapporsi. Mai come oggi si deve uscire assieme dalla crisi, perché domani – un domani che deve arrivare alla svelta – ci sarà da ricostruire. E ancora una volta chi ha l’onore e l’onere di stare nella stanza dei bottoni detiene una responsabilità enorme. I protagonisti odierni – che non invidio – nel bene e nel male saranno ricordati dai posteri. Mi auguro allora che a fianco di una lecita critica, venga lasciata da parte la demagogia e prevalga sopra tutto il senso dello Stato.
David Oddone