San Marino. Il solito DUE PESI E DUE MISURE. Repubblica Futura ed il mostro in casa: il pedofilo Pier Paolo Ciavatta, fratello condannato dell’ex segretario degli interni e reggente Valeria Ciavatta … di Marco Severini, direttore GiornaleSM

Ah, San Marino, terra di balocchi, silenzi assordanti e ipocrisie che puzzano a chilometri.

Un gran casino, giustamente, per il pedofilo Steven Raoul James, quel 27enne sammarinese arrestato ad agosto a Riccione, sbattuto in carcere a Rimini per violenza sessuale aggravata e continuata su minori.

Il Consiglio Grande e Generale ne discute per giorni, con segretari e sindacati che si strappano i capelli per l’intervento tardivo delle istituzioni, civili, religiose e sportive, che non hanno protetto i bambini come dovevano. Rincari d’accuse dal Gruppo Genitori Sammarinesi, interrogazioni dei partiti di opposizione, titoli a nove colonne su ogni quotidiano: “Pedofilo tra noi, come è potuto succedere?”.

Si fa bene a urlare e ad indispettirsi, perché qui si parla di mostri che devastano vite innocenti, e il clamore serve a pretendere responsabilità. Ma poi? Totale, assoluto silenzio per il caso di alcuni anni fa di Pier Paolo Ciavatta? Quello sì che è un pugno nello stomaco, un esempio da manuale di come certi scandali finiscano nel cassetto dei “non disturbare”.

Parliamo chiaro: Pier Paolo Ciavatta è il fratello dell’ex fiore all’occhiello e figura di primo piano di Alleanza Popolare (ora Rf) Valeria Ciavatta, capitano reggente e ministro degli interni di Alleanza popolare  che non si è ricandidata nel 2016 alle elezioni ma è “rimasta a disposizione di Repubblica Futura con la sua esperienza” come scriveva allora San Marino Rtv.

Quel Pier Paolo Ciavatta professore di educazione tecnica alle scuole medie di Serravalle non un estraneo, non un fantasma: un insegnante che, dal 2018, infastidiva e tastava, facendo violenza sessuale, alunne minorenni durante le lezioni, usando la cattedra come scudo per i suoi  più biechi istinti.

La sentenza di primo grado, emessa il 5 settembre 2022 dal Tribunale di Borgo Maggiore, non lascia adito a dubbi: condannato per misfatto continuato della libertà sessuale, con tre episodi precisi – mordere l’orecchio di una studentessa al banco, palpeggiare i seni di altre mentre fingeva di “aiutare” nei compiti.

CHIAMIAMOLA CON IL GIUSTO NOME. ANCHE QUESTA E’ PEDOFILIA! 

Due anni di galera sospesi condizionalmente per quattro, beneficio della non menzione nel casellario, e interdizione dall’insegnamento per cinque anni, fino al 2027. La Procura del Fisco aveva chiesto di più, la difesa blaterava di “contatti didattici fraintesi”, ma il giudice Morsiani ha creduto alle testimonianze delle vittime: coerenti, protette in udienze segrete, supportate da genitori e preside.

Un precedente pesante per il sistema educativo sammarinese, che urla la gravità della violenza sessuale sui minori, anche quando travestita da “gesto innocuo”.

E qui viene il nodo alla gola: è giusto tutto ciò? È corretto che, mentre James finisce in manette e scatena un dibattito nazionale, Ciavatta, condannato tre anni fa, sia trattato come un capitolo chiuso, riesumato solo ora da un nostro articolo in coda a un altro caso di pedofilia?

Ma soprattutto: ha continuato a fare il professore durante la fase inquirente e prima della condanna definitiva in appello? Per ora, ma solo per ora, non sappiamo la risposta, ma se fosse sarebbe un sì schiaffeggiante. Se fosse vorrebbe dire che nessuna sospensione è avvenuta dal 2018 al 2022 e quindi potrebbe aver “educato” generazioni di ragazzine, mentre l’indagine procedeva in segreto, con audizioni protette e porte chiuse.

Solo con la sentenza del 2022 scatta il divieto, ma fino ad allora? Libero di circolare tra i banchi, come il più bieco dei predatori dando sfogo al suo istinto pedofilo approfittando della sua autorità.

Questo è un sistema ipocrita che protegge il carnefice più delle prede, e che ora, con il bailamme su James, si guarda allo specchio e fa finta di nulla.

Ma scaviamo nel pantano della politica, perché l’ipocrisia ha un nome: Repubblica Futura. Quel baluardo dell’opposizione che ora si straccia le vesti per Steven Raul James, con Sara Conti che legge giuste mozioni, il partito che tuona contro un governo che “sapeva e taceva”, pretendendo giuste commissioni d’inchiesta e corrette interpellanze volano come coriandoli scordandosi che quando Pier Paolo Ciavatta abusava le innocenti bambine della scuola media di Serravalle c’erano loro al governo

REPUBBLICA FUTURA ERA AL GOVERNO QUANDO PIER PAOLO CIAVATTA ABUSAVA DELLE BAMBINE SUE STUDENTI

E che cosa ha fatto REPUBBLICA FUTURA? Non sono al corrente, né ho saputo, di nessuna iniziativa: tutto caduto nel silenzio? Perchè probabilmente era uno di loro ed aveva un cognome importante: è il fratello di Valeria Ciavatta! Un mostro, un pedofilo che ha potuto scorazzare libero tra bambine e scolari innocenti.

Bravi, RF, fate bene a urlare: “Basta silenzi, istituiamo indagini!”, come se foste i paladini della trasparenza. Ma scusate il disturbo, signori di Repubblica Futura: dove diavolo eravate voi, quando il pedofilo ce l’avete avuto in casa? Sì, proprio in casa vostra, con cognome Ciavatta e tutto il resto.

Valeria Ciavatta, per anni il vostro fiore all’occhiello, ex capitano reggente, eletta con Alleanza Popolare (il partito che si è fuso nel vostro nido felice di RF). Lei che nel 2016 annunciava di non ricandidarsi proprio con voi, al fianco di Venturini e Mularoni, per “dare spazio ai giovani”. Una famiglia “illustre”, no? E il fratellino Pier Paolo? Quello che palpeggiava, mordeva e infastidiva le innocenti alunne minorenni.

E RF? Silenzio di tomba. Nessun ordine del giorno, nessuna interpellanza furiosa, zero mozioni per indagare sul perché un prof con le mani lunghe sia rimasto in aula per anni, durante l’inchiesta. Niente sui legami familiari con la vostra ex stella Valeria, che, per inciso, era stata Segretario di Stato agli Interni, con responsabilità su sicurezza e PA.

Dove eravate, quando il mostro era “di famiglia”? Avete censurato altri Ciavatta in passato, Roberto il segretario alla sanità ma era di Rete e si poteva, per beghe interne, ma per Pier Paolo? Nemmeno un sussurro. Eppure, ora che tocca a James, un estraneo senza pedigree politico, vi scordate i doppi standard, i due pesi e due misure, e pretendete commissioni, trasparenza, “il governo sapeva!”.

MA VOI NON LO SAPEVATE? DIFFICILE PENSARE CHE NON FOSTE A CONOSCENZA!

Due pesi, due misure: da una parte l’urlo collettivo per un predatore fresco di cronaca, dall’altra il bisbiglio per un altro che ha sfregiato anime minorenni sotto gli occhi di una scuola intera e con un partito che finge di non vedere quando tocca ai “suoi”.

Dove sta la coerenza? Dove l’uguaglianza davanti alla legge, quando un cognome “importante”, come Ciavatta, sembra aprire porte che per altri si chiudono con le manette?

È ora di smetterla con queste schifezze: tuteliamo i bambini sempre, non solo quando fa titolo.

RF, se volete davvero cambiare, iniziate da casa vostra: ditelo, ammettetelo, indagate il vostro silenzio su Ciavatta. Altrimenti, questo urlo per  Steven Raul James è solo un altro capitolo di slogan elettorali.

E i bambini ed in questo caso le bambine? Loro meritano giustizia vera, non le vostre ipocrisie. Come al solito.

 

Marco Severini – direttore GiornaleSM