La domanda di acqua a livello mondiale subira? un picco nei prossimi decenni.
Una delle maggiori preoccupazioni che riguardano il cambiamento climatico e? in che modo influenzera? le risorse idriche mondiali. L’aumento delle temperature e i cambiamenti futuri delle precipitazioni dovrebbero causare un picco di siccita? in tutto il mondo. Questi fattori assieme all’aumento della popolazione mondiale e l’accesso all’acqua utilizzabile e? probabile che siano un grosso problema per molte parti del mondo nei prossimi decenni.
Una nuova analisi dal World resources institute (Wri) indica le regioni piu? vulnerabili allo stress idrico. In altre parole, i luoghi in cui la domanda di acqua sara? piu? alta e le forniture piu? basse della classifica, si basano su modelli climatici, proiezioni demografiche globali e altre previsioni socioeconomiche.
L’analisi include proiezioni per gli anni 2020, 2030 e 2040 sotto tre diversi scenari: uno ottimistico, in cui ridurre le nostre emissioni di gas serra globali e ridurre al minimo i cambiamenti climatici, uno pessimistico, in cui non riusciamo a mitigare il cambiamento climatico, la crescita della popolazione e? elevato e le condizioni socio-economiche peggiorano, infine uno “scenario business-as-usual”, in cui i tassi di emissioni di gas serra continuano il loro percorso attuale, ma le condizioni socio-economiche rimangono piu? o meno le stesse.
Complessivamente sono stati analizzati 33 paesi, 14 dei quali si trovano in Medio Oriente o in Africa del Nord, ci si aspetta che faccia rischio “estremamente alto” acqua entro il 2040.
Esse comprendono le zone densamente popolate dove milioni di persone saranno a rischio, come l’Algeria, l’Iran, Iraq, Pakistan, Siria, Grecia e Spagna. Alcune delle 33 nazioni sono gia? abbastanza sollecitate al momento. Altri, tra cui Botswana, Namibia e Cile, sperimenteranno aumenti drammatici nei loro problemi idrici entro il 2040.
E? interessante notare che le proiezioni per stress idrico di tutto il mondo sono simili. Nel 2040, sotto tutti e tre gli scenari paventati dall’analisi, le proiezioni per le prime otto nazioni piu? stressate idricamente rimangono le stesse: Bahrain, Kuwait, Qatar, San Marino (proprio il nostro piccolo Stato ndr), Singapore, Emirati Arabi Uniti, Palestina e Israele.
Ci sono due ragioni principali per i diversi scenari che non sembrano fare molta differenza in classifica, dice Charles Iceland, direttore del progetto del Wri ‘Acquedotto’ (uno strumento di mappatura dei rischi d’acqua che e? stato utilizzato per compilare i recenti classifica). Una e? che le proiezioni arrivano solo al 2040 e molte delle principali conseguenze del clima non dovrebbero iniziare a prendere effetto fino alla meta? del secolo.
“La seconda ragione e? che i modelli tendono ad annullarsi a vicenda -spiega Iceland- fondamentalmente, abbiamo scoperto che in scenari in cui vi sara? un maggiore cambiamento climatico a causa di un aumento delle emissioni di gas a effetto serra, sta diminuendo il livello della popolazione e l’uso delle risorse idriche e? piu? efficiente”.
Molte delle nazioni a piu? alto rischio si trovano nelle regioni del mondo devastate da disordini politici. In alcune di queste nazioni, la scarsita? d’acqua puo? aver realmente contribuito ai loro disordini in corso e l’aumento dello stress idrico rischia di esacerbare le tensioni gia? esistenti, Iceland dice: “Un punto che la classifica non affronta e? l’efficacia dei diversi paesi ad affrontare i loro problemi di carenza d’acqua.
Alcuni dei paesi con il piu? alto rischio di acqua in divenire potrebbe effettivamente avere strategie altamente efficaci per la soddisfare le proprie esigenze idriche, attraverso programmi come il riciclo delle acque”.
Il miglioramento di questi programmi e? una delle “chiavi per affrontare l’imminente stress idrico” insiste Charles Iceland e raccomanda che le nazioni comincino a “esaminare le modalita? che possono aumentare l’efficienza della loro produzione alimentare, cosi? come il loro consumo di acqua a livello industriale e urbano”.
Una presa di coscienza globale quindi. “Al di la? di queste misure -continua- la piu? grande priorita? dovrebbe essere quella di proseguire gli sforzi per ridurre le emissioni di gas serra in modo che le proiezioni non diventino ancora piu? tetre dopo il 2040”.
Prendere sul serio il problema dell’acqua e? un passo fondamentale verso la protezione non solo del benessere degli individui e delle famiglie, ma anche di intere nazioni, come la disponibilita? d’acqua e? indissolubilmente legata a problemi di grandi dimensioni, come la produzione agricola, i prezzi del cibo, la salute pubblica e l’urbanizzazione.
Se le proiezioni del Wri sono un indicatore di quello che verra? (ovvero di uno scenario possibile), con decine di paesi in tutto il mondo con l’ipotesi di un futuro sempre piu? asciutto, la conversazione sul cambiamento climatico non e? mai stata cosi? importante.
Marco Bollini, La Tribuna