San Marino. Il Titano oggi piange una vittima della disinformazione social? La Magistratura faccia chiarezza… di Enrico Lazzari

“…Dopo essersi positivizzato, avrebbe rifiutato le cure. Bocche cucite all’Iss, ma emerge che dopo essere stato contattato più volte dal servizio di tracciamento, il 49enne avrebbe risposto di avere un medico di fiducia e avrebbe rifiutato anche il ricovero”. Ho letto questo, nella cronaca della San Marino Rtv (Tv di Stato, quindi fonte da ritenere autorevole), relativamente all’ultimo drammatico decesso sammarinese causato dal Covid.
Se la vicenda è di per sé sconcertante, il sospetto che la causa o concausa possa essere il rifiuto delle terapie di cura ufficiali la rende inquietante. Il malcapitato 49enne sammarinese è, forse, vittima della scellerata e antiscientifica mala-informazione novax, alimentata da notizie infondate, inventate, distorte condivise così tante volte sui social così da trasformarsi in “verità” accertate e inconfutabili?
Se così fosse la sua morte graverebbe sulla coscienza di tanti che, con la loro ingenuità, hanno contribuito -anche con un solo click su “condividi”- ad alimentare una pericolosissima disinformazione in una materia delicata come il Covid-19.
Una disinformazione che ha prodotto vittime… Come, per citarne un paio, colui deceduto curandosi con clisteri di candeggina o ingerendo antiparassitari per uso veterinario. In più, tanti altri finiti in overdose da vitamina D.
Forse, vien da pensare oggi, chi un secolo fa riteneva che il diritto di parola non poteva essere concesso a tutti, non aveva torto del tutto… Un pensiero che, ovviamente, poi rientra subito, come è giusto che sia visti i canoni di libertà e diritto che devono caratterizzare ogni comunità evoluta. …Ma il diritto di parola non è diritto di diffusione di notizie e nozioni infondate o false, si ricordi!
Non è un diritto cercare di far credere ad altri che la medicina ufficiale uccide. O che il vaccino sta facendo una strage di vaccinati quando la realtà è un’altra… Non è un diritto il tentativo -spesso di successo grazie ai social- di deviare le menti più deboli o provate: la “circonvenzione di incapace” è un reato penale!
Ma se questa drammatica morte potrebbe pesare sulle coscienze di tanti, per qualcuno potrebbe trasformarsi una responsabilità oggettiva. Esisteva davvero il “medico di fiducia” citato? E, se sì, chi era il fantomatico “medico di fiducia” del 49enne sammarinese? Questo stesso “medico di fiducia” ha forse indotto -più o meno direttamente- la vittima a rifiutare il ricovero e, quindi, le terapie ufficiali? Questo rifiuto è causa o concausa del decesso?
Su Facebook imperversano gruppi dove veri medici o semplici utenti specializzati, magari, in elettronica, dispensano cure e consigli… Il sammarinese è vittima di uno di questi gruppi, tuttora attivi -e quanto attivi!- su Facebook o Telegram?
Domande che meritano una risposta certa e immediata. Sia per i familiari e gli amici della vittima che per la comunità intera nonché la memoria della vittima. Che aspetta la Magistratura sammarinese -sempre che non l’abbia già fatto nella riservatezza del Tribunale- ad aprire una inchiesta per fare piena luce sulla controversa e drammatica vicenda?
Enrico Lazzari