La campagna vaccinale di massa condotta da San Marino in maniera così puntuale e determinata continua a svelare le sue conseguenze positive. Innanzi tutto il dato sanitario: dal 12 maggio non si registrano nuovi contagi, reparto Covid chiuso, l’ospedale che riattiva la sue funzioni. Tutto ciò, nonostante la ripresa della mobilità dentro e fuori confine, anche grazie all’eliminazione progressiva del coprifuoco già dal mese di aprile e l’abbandono dell’obbligo della mascherina all’aperto e al chiuso (decreto di ieri).
Secondo dato: la ripresa a pieno regime delle attività economiche, specialmente quelle della ristorazione, ma anche quelle legate allo spettacolo, al turismo e ai servizi, le quali ultime timidamente stanno ripartendo.
Terzo: l’immagine positiva che da San Marino è dilagata in tutto il mondo, perché ha avuto l’intuizione di affidarsi allo Sputnik, nonostante l’ostruzionismo geopolitico europeo; e perché in poco tempo è riuscito a immunizzare la stragrande maggioranza della popolazione, compresi i teenagers. Unico paese che, a parte le difficoltà iniziali, non ha avuto problemi di rifornimento delle dosi. Anzi, ha ricevuto quantitativi superiori alle sue necessità immediate.
L’intensa campagna mediatica alimentata da giornali e televisioni internazionali su questi aspetti, ha indotto il sentimento comune che San Marino è un paese sicuro. Queste le ragioni del successo del turismo vaccinale e dei voucher vacanza: un migliaio di cittadini stranieri già vaccinati con lo Sputnik e per quanto riguarda i vacanzieri, da un piccolo informale sondaggio sembra che gli alberghi abbiano prenotazioni sold out fino a fine agosto.
Una vera mano santa sulle piaghe lasciate dalla pandemia non solo nei bilanci degli operatori economici, ma anche nel bilancio pubblico. Con la speranza che i benefici si riversino a caduta pure sul commercio turistico (più che mai penalizzato dalle chiusure e dall’assenza di mobilità), e sulle possibilità occupazionali.
Qualche incertezza invece resiste sul famoso green pass, ovvero l’Eu Digital Covid Certificate, la certificazione verde nazionale che varrà anche come green pass per gli spostamenti nei Paesi dell’Unione europea. Le ambiguità sono tutte sul fronte europeo, come sempre, non da parte di San Marino, che ha predisposto un certificato digitale, il quale si unisce alla tessera vaccinale e avrà due QR Code: un primo specifico per l’Unione Europea e un secondo per muoversi anche al suo esterno. All’interno del codice sarà possibile verificare il tipo di vaccino somministrato, il numero di dosi ricevute, in quale data questo è avvenuto e lo Stato in cui ci si è vaccinati. Il San Marino Digital Covid Certificate sarà attivo dal 15 luglio.
È una soluzione innovativa nel panorama mondiale, ma resta il rebus dell’accoglienza nei diversi paesi, che al riguardo hanno preso decisioni autonome. Infatti la UE ha stabilito le coordinate tecniche ma ha lasciato facoltà ad ogni Stato di autodeterminare quali paesi e quali vaccini ammettere sulla propria piattaforma green.
Anche in questo caso, San Marino ha due vantaggi: uno di essere inserito in zona bianca, due di avere raggiunto l’immunità di gregge. Quindi, paese doppiamente sicuro.
Ma dal punto di vista della chiarezza sul panorama europeo, siamo ancora in alto mare. Per tale motivo, le agenzie viaggio indirizzano i vacanzieri verso le mete che accettano i dati sull’immunizzazione, o il tampone negativo fatto nelle 48 ore precedenti, o entrambe le cose. Il che è piuttosto semplice: un kit per il tampone veloce si può acquistare nelle farmacie o addirittura nei centri commerciali, a prezzi del tutto popolari.
A tal proposito, ecco come si stanno orientando i Paesi che chiedono ingresso con tampone sia molecolare (solitamente fatto entro 72 ore dall’arrivo, 48 ore in Spagna), sia antigenico rapido (entro 48 ore dall’arrivo, 72 ore in Francia). L’Olanda accetta solo test molecolare.
Per chi viaggia con figli minori è importante sapere fino a quale età sono esentati dai controlli. Negli spostamenti tra Paesi UE la soglia ricorrente sono i 12 anni (è così per esempio in Croazia, Grecia e Spagna). Ma anche in questo caso le disposizioni variano. In Germania e Repubblica Ceca i test sono obbligatori dopo i 6 anni, in Francia dopo gli 11, nei Paesi Bassi superati i 13 anni, in Lituania i 16.
Intanto lo Sputnik è già riconosciuto in Grecia, Croazia, Cipro, Slovenia, Slovacchia, Ungheria e Serbia. Ognuno si regoli come crede.
a/f