L’Unione europea sta preparando una lista nera di paradisi fiscali. Avvisi a 92 paesi tra cui San Marino, Liechtenstein, Monaco, Andorra. Ma anche Australia, Brasile, Canada, India, Giappone e Stati Uniti.
Il segretario agli Esteri Renzi: “Dobbiamo essere piu? che tranquilli alla luce dei tantissimi progressi fatti negli ultimi anni”.
San Marino, Liechtenstein, Monaco, Andorra, Guernsey, Bahamas e Bahrain. Ma anche Australia, Brasile, Canada, India, Giappone e Stati Uniti. E ancora Norvegia, Israele, Singapore, Panama, Malesia, Bermuda, Mauritius, Svizzera e Aruba. Sono questi alcuni dei 92 Paesi che secondo le indiscrezioni giornalistiche degli ultimi giorni stanno per ricevere una comunicazione da parte dell’Unione europea.
L’oggetto della missiva, per il Titano in particolare, evoca un incubo durato molti, troppi anni: la creazione di una black list di paradisi fiscali per combattere l’elusione e l’evasione fiscale continentale.
Come riportato in questi giorni tra gli altri dal quotidiano economico ItaliaOggi, le lettere sono state inviate martedi? 31 gennaio dal Consiglio dell’Unione europea alle giurisdizioni extra Ue considerate a rischio.
A stilare la corposa lista e? stato un gruppo di lavoro dell’Ecofin. Secondo le indiscrezioni di ItaliaOggi la misura intrapresa dalle autorita? europee fa parte del processo di unificazione delle liste nere degli stati membri, resasi necessaria a fronte degli scandali di elusione e riciclaggio fiscale emersi con la pubblicazione dei Panama Papers e il caso LuxLeaks.
Secondo l’agenzia svizzera Ats che ne ha preso visione, nella lettera Bruxelles fa sapere che contattera? a tempo debito le autorita? per avviare un dialogo sul tema. L’obiettivo e? stilare un elenco di “stati e territori non cooperativi dal profilo della politica tributaria”.
L’Ue non vuole condannare a priori nessuno, si legge nella lettera citata da Ats. Attraverso il dialogo verranno definiti con precisione i motivi per i quali uno stato o un territorio figureranno sulla lista nera – che attualmente non esiste ancora: dovrebbe vedere la luce a fine 2017 – e quali passi saranno necessari per essere stralciati dall’elenco. “Ci rallegriamo per la cooperazione costruttiva con la vostra autorita? in questa sfida globale”, e? la fiduciosa conclusione della missiva.
Secondo il Brussels Times l’elenco e? stato elaborato sulla base di tre criteri: la mancanza di trasparenza, l’esistenza di regimi fiscali preferenziali e l’assenza di qualsiasi forma di imposta sulle societa?.
La stampa tedesca inoltre ha affiancato la presenza degli Stati Uniti nella lista dei 92 destinatari alla luce dei recenti attacchi del presidente Donald Trump all’Unione europea. “L’UE contrattacca”, ha titolato ad esempio l’Handelsblatt.
In realta? il progetto di una black list europea e? vecchio di diversi mesi. Una valutazione preliminare dei paesi terzi piu? a rischio e? stata infatti presentata a meta? settembre 2016 sulla base di una serie di indicatori di scarsa compliance. Gia? allora media come Il Sole- 24Ore indicavano il Titano tra i destinatari ma in uno spazio ad hoc “perche? – riportava il celebre quotidiano economico – recente- mente hanno concluso con la Ue accordi volti a garantire la “Tax Transparency”. San Marino ad esempio nell’ottobre 2014 ha firmato l’Accordo Multilaterale fra le Autorita? Competenti in Materia di Scambio Automatico delle Informazioni Finanziarie, con l’adesione al Early Adpters Group –EAG. Una sigla che dovrebbe far scongiurare il peggio per il Titano.
Piuttosto sereno anche il segretario di Stato agli Affari Esteri Nicola Renzi: “Non sono al corrente comunicazioni di questo tipo – dichiara a Tribuna – In settimana verranno effettuati tutti gli approfondimenti del caso in merito a questi lanci di stampa per inquadrare la dimensione della questione. Di certo posso affermare che come governo e come Paese dobbiamo essere piu? che tranquilli – assi- cura – alla luce dei tantissimi progressi che negli ultimi anni abbiamo fatto per porre fine per sempre ad una economia basata sull’opacita?”. La Tribuna