San Marino. Il tre settembre visto da un giovane sammarinese. Lorenzo Forcellini Reffi

Riprendiamo il pensiero di Lorenzo Forcellini Reffi

Questa sera sono a letto e non riesco a non pensare.
Sono nervoso, arrabbiato o forse solo triste. Sono stato alla Messa celebrata dal Vescovo in basilica per San Marino e diversi pensieri riempivano la mia testa.
Sono 1717 anni che questo piccolo Stato porta avanti la sua storia, una storia incredibile che inizia da un uomo e naviga nel tempo fino a 33.000 persone che oggi lo rappresentano.
Ognuno di noi porta nel cuore questo monte, ognuno di noi sente di essere parte di una piccola realtà dai tratti davvero particolari considerando il mondo intero. Chi di noi quando si trova magari all’estero non specifica orgoglioso la nazionalità sammarinese pur sapendo in cuor proprio di dover dare spiegazioni sul proprio paese? Quelle stesse spiegazioni che più incuriosiscono chi ascolta più aumentano il fervore di chi racconta.

Questi 60km quadrati hanno un’anima fatta di storie, di tradizioni, di ricordi, di identità i quali costituiscono il nostro vero patrimonio.
La mia domanda questa notte è: che fine sta facendo questo patrimonio?
La festa di San Marino è un momento in cui dovremmo fermarci un momento e ricordarci di tutto questo.
La veglia del 2 Settembre sera, le milizie, la processione, la messa, i balestrieri, gli sbandieratori, le bancarelle, la tombola, le persone, lo spettacolo serale e i fuochi d’artificio del 3 Settembre sono elementi che dovrebbero farci riscoprire tutti insieme all’interno delle mura di città, dovrebbero permetterci di trascorrere almeno un giorno nel nostro paese.
Ho sempre pensato che in questa ricorrenza sarebbe bellissimo allestire per le vie del centro laboratori dei mestieri di un tempo, fotografie di strade e piazze della San Marino che fu, ricostruzioni della storia del trenino, angoli con persone in grado di raccontare storie di vita vissuta ma anche leggende della Repubblica, spaccati della vita di tanti sammarinesi che lavoravano i campi o che frequentavano le stanze di palazzo ma anche navette per fare il giro dei 9 castelli. Una giornata per i sammarinesi, in modo che si potesse risvegliare almeno una volta all’anno la curiosità per quello che siamo.

Mi accontenterei anche di meno, mi accontenterei della classica festa in cui chi vuole va al mare (quando ero piccolino non ci potevo credere che qualcuno lo facesse davvero) e chi vuole si tuffa in paese fra celebrazioni, istituzioni, sbandieratori, croccante caramellato e numeri urlati al megafono aspettando i fuochi ed intrattenendo rapporti personali potendo guardare in faccia amici e conoscenti come non capita mai.

E invece no.
I fuochi non si fanno. L’unica occasione di trovarci tutti in città smontata. Dicono che si rischia l’incendio e va bene.
Lo spettacolo è a Dogana. No comment. E va bene.

Ciliegina, stasera c’era La 9 Bar. Una “manifestazione” in cui lo scopo è passare da un bar all’altro con drink scontati. Ora io non posso non essere triste. Tralasciamo le considerazioni personali perché per vomitare non mi servono i drink mi basta pensare “all’evento” ma scusate..la sera di San Marino? Io cerco di essere misurato nelle mie riflessioni ma delle volte è davvero difficile placare una rabbia che mi fa rabbrividire. La sera di San Marino? La via sopra gente che viene a rendere grazie al Santo fondatore del proprio paese, la via sotto gente il cui obiettivo è bere in 9 bar?
Sarò vecchio. Può darsi. Bacchettone? No problem. Bigotto? Amen. Ma certe cose non si può proprio non dirle. Passando sulla porta del paese mi tremavano le mani.
Da ogni parte dicono che un paese dovrebbe essere trainato nel lavoro, nel sociale, nella politica, nella famiglia da un serbatoio di giovani retti, spinti dalla voglia di combattere per dei sani principi. E io mi chiedo, chi glieli insegna? Qual’è l’esempio dato? Il permesso di fare una manifestazione con polizia al seguito per raccattarne qualcuno?
In un momento di forte identità come la festa del proprio patrono, dove in gioco c’è la trasmissione di un forte senso di appartenenza alle proprie origini, dove c’è terreno fertile per forgiare delle menti che possano dar voce al futuro di San Marino che cosa dovrebbe trasmettere LA9Bar? Qualcuno me lo spiega? Cosa si fa in tal senso?

Io sono cresciuto con uno che il 3 Settembre metteva la bandiera sul terrazzo e mi veniva a prendere in giacca e cravatta, perché era giorno di festa, per portarmi davanti al palazzo pubblico. Guardava in alto e da sotto i suoi capelli ormai bianchi, con tutto l’orgoglio che disponeva, mi diceva che questo era il nostro paese e per questo dovevamo dare il meglio.
Non me lo dimenticherò mai. MAI.
La mia famiglia mi ha trasmesso il mio paese e io farò altrettanto.
L’esperienza personale non serve a raccontare chi sono ma serve per poter fare una domanda. La9Bar è la stessa cosa? E’ questo tipo di attività che serve per farci capire dove cavolo abitiamo e per cosa dobbiamo impegnarci? E’ questo che serve ai ragazzi per consolidare un ideale forte, un obiettivo per cui spendersi, qualcosa per cui stringere i denti?
Combattere non significa solo usare armi in difesa dei propri confini, significa anche fermarsi a raccogliere la spazzatura per strada che qualcuno non ha buttato nel bidone perché ti prendi cura del posto in cui vivi. Devi sentirtelo dentro, tutti ce l’abbiamo dentro, ma qualcuno deve farlo sbocciare. E non sono “manifestazioni” come questa che possono produrre qualcosa di buono, qualcosa che ci dia un futuro. Ci sono ragazzi, ne ho testimonianza, che la mattina escono in strada e dicono “che schifo” non riuscendo a vedere più in là del loro naso! Ora, chi gli mette gli occhiali? La 9 Bar?
Io non ce l’ho con chi partecipa a questa cosa, ce l’ho con chi permette che venga proposta una cosa del genere al futuro del popolo di cui faccio parte. E sinceramente comincia a bastare.
Stasera vado a letto triste dopo aver scritto righe che non serviranno a nessuno ma se c’è qualcun’altro che vede cose simili e si rode il fegato per il modo in cui viene trattato ciò che di importante abbiamo e si ritrova nella convinzione di meritare più di due drink mi piacerebbe dirgli, come dico a me stesso, che il momento di tenersi tutto dentro deve finire.

Buona festa di San Marino, sammarinesi