San Marino. Il Tributario gli intima di pagare 15 centesimi

Multa-015-monofaseOK-1024x837Come diceva quel detto? Chi di spada ferisce, si spada perisce. Proprio ieri ironizzavamo sulla multa inviata dai carabinieri italiani a un sammarinese, ben 18 anni dopo il fatto contestato. Ebbene anche sul Titano non siamo messi meglio.
Un commerciante di Città infatti, dopo aver letto la notizia, ci ha contattato e, carte alla mano, ci ha raccontato una storia che sicuramente la farà da padrone oggi nei bar dell’antica Repubblica, tra una risata e una pacca sulle spalle per farsi coraggio. “Ho letto della multa italiana, ma quanto mi è successo non è meno divertente, si fa naturalmente per dire” scrive il nostro lettore. Oggetto: pagamento imposta sulle importazioni relative a fatture vidimante dall’Ufficio tributario. Mittente: Ufficio Tributario. Fin qui tutto bene. “Peccato che la cartella esattoriale che mi è stato intimato di pagare entro e non oltre il 9 maggio, sia della cifra di 0,15 centesimi”.
Zero virgola quindici, le vecchie trecento lire per intenderci. “Immagino che per richiedermi quei soldi, tra carta, lavoro, posta etc, abbiano speso molto di più. Segno che la burocrazia non ha testa, ma qualcuno dovrebbe avercela”. Battute a parte il punto è proprio questo: sul Titano si dovrebbe e si potrebbe evitare tutta quella inutile burocrazia che frena in molti casi la crescita. Il “caso” odierno delle 300 lire è una cartina di tornasole di un intero sistema che dovrebbe essere rivisto. I suggerimenti non mancano, basterebbe rileggere quanto indicato dal Fondo Monetario in questi giorni.

La Tribuna