San Marino. “Il turismo non si rilancia così” ??. Gli esercenti di Città replicano al Segretario Lonfernini

“L’obbligatorietà è antidemocratica e anticostituzionale e i commercianti non potevano accettare in silenzio questa imposizione” .

La reazione posta in essere dalla Segreteria di Stato al Turismo attraverso un comunicato all’indomani dell’Assemblea svolta al Palazzo dei Congressi lunedì 21 luglio dimostra che la decisione assunta di ritirare 1’obbligatorietà dell’apertura dei negozi nelle ore serali è stata vissuta come una ineluttabile ed ineludibile ritirata che ha lasciato il Segretario di Stato stizzito, contrariato e pieno di acredine.

Così si cerca di gettare discredito sulla categoria dei commercianti i quali vengono dipinti come coloro che non vogliono sostenere il rilancio del turismo sammarinese. Allora forse è il caso di precisare alcune cose:

1) Il problema del turismo a San Marino non è certamente il rilancio serale dalle 21.00 alle 23.00. Il problema è portare più turisti a San Marino e soprattutto nelle ore diurne, poichè il nostro Paese nell’arco di 15 anni ha perso più di 1 milione di visitatori.

2) Non è certamente con le modeste manifestazioni poste in essere ogni martedì e venerdì nell’ambito dell’iniziativa “Estate in Centro” che si rilancia il turismo sammarinese e si inducono i visitatori della Riviera Adriatica a salire sul nostro Monte.

3) Da sempre il Bilancio dello Stato prevede capitoli appositi per le iniziative, la promozione e la pubblicità di eventi e di strategia turistica e ogni Segreteria di Stato alla guida del Turismo che si è succeduta negli anni li ha utilizzati per realizzare la propria politica. Quindi l’attuale Segretario dì Stato non sta facendo proprio nulla di nuovo, semplicemente sta compiendo il proprio dovere.

4) La Segreteria di Stato, si legge nel comunicato emanato, valuterà molto attentamente l’investimento di risorse in eventi e manifestazioni per gli anni a venire. Molto saggio, ma anche molto ovvio. Questo è un esercizio che un amministratore della cosa pubblica dovrebbe sempre fare perchè egli utilizza i soldi dello Stato, cioè di noi tutti.

5) I commercianti non hanno considerato inutili o fastidiosi manifestazioni ed eventi mesin campo dalla Segreteria di Stato al Turismo, anche se, forse, in taluni casi, le risorse dello Stato si sarebbero potute utilizzare meglio, i commercianti si sono semplicemente opposti all’obbligatorietà delle aperture degli esercizi. Perché è questa la vera ragione delle proteste poste in essere.

E’ inaccettabile a livello di principio il fatto che lo Stato voglia interferire nella iniziativa privata fino al punto di decidere a che ora un lavoratore autonomo debba chiudere la propria attività e possa andare a riposare. E’ inaccettabile l’arroganza con la quale si è tentato di imporre tutto questo. Indispone il fatto che si sia sguinzagliata la polizia per controllare i titolari di licenza turistica, mentre praticamente ogni giorno si legge di ladri che penetrano nelle case del sammarinesi. E’ umiliante per aziende a conduzione familiare dover presentare all’Ufficio del Commercio la giustificazione per poter motivatamente tener chiusa la propria attività ed essere giudicati da chi per 2 giorni alla settimana va a casa alle 18, per 3 giorni alla settimana torna a casa alle 14.30 e per altri 2 giorni alla settimana riposa totalmente. L’obbligatorietà è antidemocratico ed anticostituzionale e i commercianti non potevano accettare in silenzio questa imposizione che avrebbe creato un precedente pericoloso per tutti.

6) Dispiace che l’unico a non comprendere ancora tutto questo pare sia rimasto solo il Segretario di Stato al Turismo.

Un gruppo di commercianti del centro storico