San Marino. IL VALORE DELLA MEMORIA … di Elisabetta Righi Iwanejko

L’idea di ristampare l’opera di Amy A. Bernardy pubblicata originariamente a Parigi nel 1904, accompagnata dall’accurata introduzione della Prof. Anna Foa, è stata senza dubbio iniziativa degna di plauso ed apprezzamento e che getta luce sull’importante contributo al tessuto sociale ed economico sammarinese, apportato dalla presenza ebraica. Una presenza poco studiata e poco conosciuta ai più.

L’autrice, che ai primi del ‘900 ha condotto le proprie ricerche sulla presenza degli Ebrei a San Marino lavorando appassionatamente negli Archivi non solo della Repubblica, ci ha lasciato uno studio da considerarsi ancora oggi l’unico dedicato alla presenza ebraica nel nostro territorio. Le notizie che l’autrice riuscì ad individuare e a presentarci in un’articolata sequenza temporale, illustrano un ampio periodo della nostra storia consentendoci di seguire la continuità della presenza degli ebrei nella comunità sammarinese, la specificità del ruolo da essi svolto, strettamente legato, come nelle diverse zone italiane, all’apertura ed alla gestione di banchi di pegni. E anche gli aspetti del rapporto che, nel tempo, intrattenevano con i sammarinesi e le diverse istituzioni.

La raccolta dei documenti contenuti nel volume della Bernardy, testimonia una importante realtà, oltre che a rappresentare un prezioso strumento di consultazione e di ricerca per tutti coloro che desiderano approfondire il tema della presenza ebraica, favorendone un processo di conoscenza e di serio confronto.
Credo che la necessità di “sapere” e di “comprendere” un brano di storia sammarinese sia nato all’interno di questo progetto dell’Editore Luca Parisato con lo spirito di stimolare, nei potenziali lettori, un nuovo interesse per vicende antiche che anche la Repubblica di San Marino ha vissuto come fatto storico.
Il riscoprire avvenimenti legati soprattutto alla “memoria”, costituisce non solo un forte segnale per esprimere una riflessione di grande attualità, ma anche un coraggioso tentativo di rielaborare con rispetto una delicata tematica. Un argomento, quello della presenza ebraica, non semplice da trattare, ma indispensabile da “rileggere “oggi.

In una società in cui si lamentano fenomeni di esagerato individualismo, dove un crescente benessere e uno sfrenato consumismo rischiano di portare le nuove generazioni a dimenticare facilmente il passato ed a rimuovere con troppa disinvoltura quell’insieme di consuetudini, tradizioni, valori che sono gli elementi cardine della nostra storia, lo sviluppo dei fenomeni di appartenenza, contribuisce a rafforzare le solidarietà intermedie, strumento di partecipazione in una società pluralista, oltre che garanzia di un quadro di integrazione e di controllo sociale.

Elisabetta Righi Iwanejko