Il settimanale Milano Finanza del 23 marzo scorso offre degli spunti, con due articoli di attualità, per fare alcune riflessioni su argomenti caldi anche a San Marino. Il primo, a firma Elena Dal Maso, nell’ambito di una sentenza favorevole del 19 marzo del Tribunale dell’Unione Europea in cui l’Italia valuta la richiesta danni a Bruxelles per il mancato utilizzo imposto dalla commissione europea del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, entra nel merito come le famose quattro banche italiane, tra cui la Popolare di Vicenza e Veneto Banca, furono costrette a fare aumenti di capitale “dovuti allo smaltimento di ingenti quantità di Npl a prezzi di mercato bassi, determinati da quel 17,5% che fece da benchmark quando i quattro istituti furono costretti a svendere i crediti deteriorati e la cifra divenne prezzo di riferimento per i casi successivi in Italia determinando ingenti minusvalenze”. Il caso richiama alla memoria la cessione dei crediti di Cassa di Risparmio addirittura a 7,5/8%, ben distante da quel 17,5% ritenuto già basso in Italia. A questo punto la valutazione dei crediti di Cassa era congrua di fronte ad un riferimento di mercato cosi preciso? Nel secondo articolo a nome di Francesco Ninfole sempre riguardante il caso della sentenza favorevole all’utilizzo del fondo interbancario, in caso di crisi bancarie, alla domanda fatta al Presidente dell’Abi Antonio Patuelli “come farete a calcolare il danno subito?” il Presidente tocca un argomento molto attuale a San Marino sostenendo “… In più c’è da porre l’elemento impoderabile degli effetti negativi sulla fiducia: difficile da stimare, ma quando occorre tutti i Tribunali dell’Occidente si assumono la responsabilità e decidono sui danni, come avviene per esempio per quelli morali nei contenziosi civili.” È uno spunto per capire cosa succede quando la fiducia dei risparmiatori viene minata. La chiusura di Asset e la cessione degli Npl di Cassa, con le loro conseguenze, hanno molto indebolito a San Marino la fiducia dei risparmiatori con i risultati che sappiamo tutti.
Stefano Ercolani