San Marino Impresa da tutelare
Nel frenetico muoversi verso l’ignoto che anima questi giorni di piovosa primavera, fra buoni e pessimi propositi, fra paura e speranze, fra un passato rimpianto e un futuro che rimpiangiamo ancor prima di vivere, c’è una domanda che spesso non ci si pone; <<Cosa tiene in piedi e può tenere ancora in piedi il paese in un momento così difficile?>>
Da questa semplice domanda dovrebbero scaturire le necessarie contromisure politiche e non viceversa poiché la politica pragmatica che dovrà governare il paese è un procedimento deduttivo che parte dall’universale del contesto e tende al particolare di ciò che serve per portare benessere e risolvere problemi, a differenza della politi”cotta” pseudo ideologica che partiva dal particolare della finta ideologia e del profitto per arrivare induttivamente all’universale di ciò che serviva per legittimare i primi.
Da quella semplice domanda deriva una risposta semplice: << Un paese si tiene in piedi e si basa fortemente sul lavoro!>> Dice l’art. 1 della costituzione italiana che l’Italia è una Repubblica Democratica fondata sul lavoro…ogni paese democratico è e deve essere basato intrinsecamente sulla capacità lavorativa dei propri cittadini. Mantenendo lo stesso sistema deduttivo, deduciamo appunto che l’ossatura portante della forza lavoro in una realtà economica è data dall’impresa. Gli imprenditori piccoli o grandi che siano sono la base su cui tutto il resto del paese si regge: l’impresa crea i posti di lavoro, l’impresa crea l’indotto secondario, l’impresa crea gran parte del gettito fiscale per pagare stipendi pubblici, welfare, servizi. Nella campagna denigratoria fatta contro la nostra economia di questi tempi, troppo spesso ci si è dimenticato che la grande maggioranza della nostra impresa è sana ed onesta, è apprezzata da sammarinesi e non, anzi addirittura esporta eccellenza negli altri paesi.
I grandi ed i piccoli imprenditori, gli industriali, i ristoratori, i commercianti che si alzano la mattina presto pronti a fare i conti con i fornitori in ritardo, con i piccoli grandi problemi di tutti i giorni, con il rischio di un’attività ed un sistema ipercompetitivo che grava sulle loro spalle, con scadenze e cambiali, con un sistema economico sempre più cinico e frenetico che non fa sconti a nessuno, queste sono le persone della San Marino sana che lavora, pulsa e dà opportunità anche agli altri cittadini. E se non difendiamo in primis queste persone, questa categoria non difendiamo nemmeno la folta schiera di dipendenti privati e professionisti che gravitano attorno a questo sistema. La poca impresa che ci è rimasta va incentivata ed agevolata, si deve mettere le persone in condizione di lavorare bene ed investire con entusiasmo e fiducia.
Solo mettendo gli imprenditori piccoli, medi e grandi in condizione di lavorare bene, si può sperare di tenere in piedi il sistema in attesa che la politica ricominci a ragionare, progettare, costruire anche motori economici ausiliari. Le misure da adottare sono poche ma avrebbero un impatto virtuoso incredibile: autocertificazioni, D.I.A., la possibilità di ottenere alcune autorizzazioni con silenzio assenso, sgravi fiscali per i nuovi investimenti e per le imprese virtuose che limitano l’esternalizzazione; soprattutto la consapevolezza culturale che l’imprenditore non è sempre il furbetto che vuole arricchirsi in modo paralegale, ma è al contrario nella maggioranza dei casi una cittadina, un cittadino o un gruppo di cittadini che hanno investito su loro stessi e su questo paese lasciandolo migliore e più ricco di come l’avevano trovato e a prescindere da manovre, misure ed eccezioni, credo sia ora di avere la consapevolezza che è questo l’atteggiamento che tutti i cittadini dovranno avere in futuro a prescindere dal ruolo, funzione, titolo di studio o appartenenza sociale.
Alfredo Manzaroli