San Marino. Improrogabile la realizzazione del bacino imbrifero di Gorgascura! Ecco come stanno le cose!

E’ da tempo che se ne parla; già dagli anni ’70 c’era stata la presentazione di un progetto che prevedeva di raccogliere l’acqua del torrente San Marino, in località Gorgascura, ma non se ne fece mai nulla.

Poi negli anni della San Marino da bere si pensava ad altre cose, invece di realizzare infrastrutture nel nostro territorio che potessero rendere indipendente il Titano nei servizi primari; stessa cosa è accaduta con l’immondizia, dove si è sempre preferito pagare cifre astronomiche all’Italia per il suo smaltimento anziché provvedere noi stessi.

Ora, a causa delle mancate realizzazioni di necessarie opere pubbliche, San Marino non riesce ad essere indipendente in nulla, anche nelle cose più banali, in quanto la politica degli anni passati pensava a delegare ad altri la soluzione dei nostri problemi anziché risolverli.

E’ proprio sull’argomento del bacino imbrifero che vorrei soffermarmi e riprendere alcuni parti di un vecchio articolo del maggio 2009, ora quantomai attuale, pubblicato sul periodico ”Il Sottobosco” a firma di alcuni dipendenti pubblici del servizio acqua-gas dell’azienda dei Servizi.

Eccone alcuni stralci:

‘Mai nessuno – scrivevano – ha fatto proposte credibili per risolvere il problema e rendere pienamente autonomo l’approvvigionamento idrico nel nostro paese (attualmente dipende fino al 90% dal fiume Parecchia e il restante da forniture di Romagna Acque e Hera), noi dipendenti del servizio Acqua-Gas, che viviamo quotidianamente queste difficoltà, abbiamo molto a cuore questo tema, abbiamo anche delle idee ben chiare su come risolvere questo problema. Quando arriveranno le stagioni di grande siccità anche la stessa Diga di Ridracoli sarà in seria difficoltà, con l’aumento del bacino di utenze da servire in Romagna durante il periodo estivo, pertanto non potrà soddisfare il nostro fabbisogno, stesso discorso con Hera-Rimini, anch’essa ci fornisce acqua ma la sua captazione avviene tramite dei pozzi e nei periodo poco piovosi le falde acquifere si abbassano drasticamente rendendoli praticamente inutilizzabili. Il rischio reale per San Marino è quello di rimanere 2-3 mesi senza acqua (o come ora con la possibilità di essere razionata ndr), e a quel punto, arriveranno seri problemi per il paese.”

”Noi in passato – continuano i dipendenti dell’acqua-gas – su questo tema abbiamo presentato due istanze d’Arengo, ma entrambe sono state cestinate dai politici di turno. La nostra idea è quella di creare un bacino artificiale nella zona ”Gorgascura” della capienza di circa 9-10 milioni di mc di acqua. Attualmente San Marino ha un consumo idrico di 3-4 milioni di mc di acqua all’anno ed è in costante aumento, perciò diventerebbe una scorta di acqua preziosissima da utilizzare proprio nei periodi in cui le precipitazioni sono scarse o assenti. ”

I dipendenti nell’azienda elencano i punti essenziali per avere un buon funzionamento della diga e sarebbero:

  1. Intubare il fiume e la fogna sotto la diga.
  2. A monte della diga serviranno n.3 vasche per la decantazione nell’acqua del fiume, distaccate una dall’altra, ma nei periodi in cui l’acqua non sarà torbida avremo la possibilità di fare affluire con delle manovre idrauliche anche l’acqua dello stesso torrente San Marino, ma normalmente il fiume avrà il suo percorso obbligato dall’intubazione. 
  3. La diga dovrà essere suddivisa in 2 parti con un muro divisorio più basso dell’altezza della diga stessa, questo servirà per poterla pulire e fare manutenzione nei periodi o meni più appropriati.
  4. Dove attingere l’acqua? Normalmente abbiamo già al Torello-Marecchia un piccolo lago per la prima decantazione, e nei periodi di maggiore disponibilità potremmo approvvigionarci in grande quantità. Evitando quindi di prelevarla quando la disponibilità sarà scarsa (luglio, agosto, settembre) si faranno fermare le pompe di sollevamento onde evitare spiacevoli disguidi con i comuni della Valmarecchia. 
  5. Per il futuro noi prospettiamo di prelevare anche l’acqua raccolta dai tetti delle case della vallata circostante incanalandola nella diga, più l’aggiunta di sorgenti vecchie e nuove, Marecchia e torrente San Marino. 
  6. Il bacino si troverebbe in una posizione ottimale per poterla inviare per caduta naturale alla centrale di potabilizzazione di Galavotto sottostante in cui avverrà il trattamento.
  7. La diga sarebbe una ricchezza e una autonomia per il paese, nel posto da noi indicato c’è la possibilità di convogliare circa 9-10 milioni di mc di acqua. Attualmente il consumo annuo di San Marino si aggira attorno ai 4 milioni di mc di acqua, quindi i restanti mc – in caso di necessità – potrebbero essere forniti ai comuni italiani limitrofi. 

I dipendenti, estensori di queste chiare e valide proposte, chiudono l’articolo del Sottobosco chiedendo la possibilità – qualora si pensi di realizzare questa necessaria opera – di essere chiamati in causa nelle fasi di progettazione, vista l’esperienza che si sono fatti nel settore.

Era importante non perdere quanto scritto in questo articolo, sfortunatamente le copie del Sottobosco non sono on line, e far conoscere ai lettori di Giornalesm.com come stanno realmente le cose e come si possa risolvere il problema della penuria di acqua potabile che ha portato il Segretario di Stato Marco Podeschi ad emettere la nota circolare che vieta il consumo improprio di acqua potabile.

Speriamo che si possa finalmente dopo anni di inerzia iniziare a pensare di realizzare questa opera così importante per tutti i sammarinesi.

/ms