50 nuovi posti di lavoro diretti, 50 creati dall’indotto, 60 milioni di euro investiti, un fatturato annuo tra i 50 e gli 80 milioni, una sede in territorio da 15/20.000 metri quadri per la vendita di abbigliamento e accessori dei più affermati brand internazionali del lusso con all’interno 1.400 metri quadri di ristorante.
Catena del lusso
Sono queste alcune delle caratteristiche del “Luxury Department Store San Marino”, il nuovo progetto imprenditoriale che, salvo cataclismi, prenderà vita sul Titano tra pochi mesi. Un vero e proprio colosso del lusso che da San Marino ha intenzione di espandersi all’estero creando una catena di 70 punti vendita.
Base a Dogana
Come anticipato da Antonella Zaghini de La Voce di Romagna gli imprenditori hanno già individuato la sede principale: l’edificio dell’ex Queen Outlet a Ponte Mellini a Dogana che verrebbe acquistato in blocco dagli attuali proprietari sammarinesi (Grandoni, Colombini, Reggini, Ugolini) per poi essere ristrutturato e ampliato.
Professionisti dello sfarzo
Ma chi sono i nuovi investitori? Si tratta di gruppi industriali di grande professionalità, spiegano i ben informati di Palazzo Pubblico, già proprietari di strutture simili in mezzo mondo ed ex proprietari tra gli altri del gruppo Rinascente di Milano e della Printemps di Parigi. Gente quindi capace di muovere, e di guadagnare, milioni di euro.
La nascita nel 2013
Gli imprenditori sono arrivati sul Titano l’anno scorso e, per capire il potenziale dell’investimento, hanno creato un importante studio di mercato. Nei mesi scorsi il progetto è stato presentato al governo che nella seduta del 29 luglio ha deliberato di firmare uno specifico accordo con il gruppo di imprenditori che da un lato impegna gli investitori a rispettare il piano di investimenti e occupazionale stabilito e dall’altro fissa una lunga serie di sgravi e agevolazioni. “Investitori qualificati” La delibera numero 10 specifica i contorni dell’accordo. Innanzitutto il Congresso di Stato precisa che il progetto imprenditoriale fa capo “ad investitori esteri internazionalmente qualificati e referenziati” e che la sua realizzazione sul territorio sammarinese “rappresenterebbe un polo di attrazione commerciale di altissimo rilievo”.
Pronti 60 milioni
Quindi si precisano gli impegni che gli investitori hanno messo sul tavolo: “il coinvolgimento dei più affermati brand internazionali del lusso e della moda; la realizzazione tra i 50 e i 70 punti vendita; un piano occupazionale di circa 250 unità; un indotto di lavoro generato dal progetto per circa 50 impieghi indiretti; l’investimento complessivo di circa 60 milioni di euro dei quali circa 20 milioni investiti direttamente dai soggetti promotori; una stima di fatturato annuo tra i 50 e gli 80 milioni di euro, con un rilevante impatto sull’introito derivante dall’applicazione delle imposte indirette” oltre che “promozione ed azioni pubblicitarie costanti a livello nazionale italiano e verso i flussi turistici in ingresso in Italia”.
A gennaio i primi lavori
Tutto questo avverrà quasi certamente all’interno dell’ex Queen Outlet, manca ancora l’ufficialità, che verrà ampliato per arrivare ad avere “tra i 15/20.000 mq di superficie vendita”, “ampia area accoglienza pullman e idonei spazi di movimentazione delle merci”, 1.400 mq “dedicati alla ristorazione” e “tra i 600 e gli 800 posti auto”. Le intenzioni degli investitori è di iniziare i lavori di ristrutturazione all’inizio del 2015 per poi aprire i battenti “per la stagione primavera/estate 2016”.
Un decreto di sgravi
A fronte di questo impegno milionario il governo ha concesso importanti sgravi “esclusivamente applicati – precisa la delibera – alle società capofila del progetto “Luxury Department Store San Marino” e sotto la condizione della preventiva autorizzazione del Comitato Tecnico Valutatore”.
Le agevolazioni verranno contenute in un apposito decreto delegato come previsto dalla legge Incentivi del 2013 e sono vincolate ad accordi specifici ma nella delibera sono fissati i punti sostanziali.
Sconto sulle tasse
Per prima cosa è previsto “un regime agevolato di applicazione dell’imposta generale sui redditi anche in deroga alle disposizioni previste” dalla riforma fiscale “alla luce della peculiarità e dei dati dimensionali del progetto di investimento”. Le società capofila del progetto avranno “un regime agevolato” anche per le imposte di registro e avranno accesso ai benefici previsti dal Decreto Delegato 24 luglio 2013 n. 93 – Disposizioni in materia di credito agevolato a supporto delle imprese e applicazione del Decreto Delegato 20 luglio 2004 n. 100 per l’ampliamento e la ristrutturazione dell’immobile. Pronta la variante al Piano particolareggiato A riguardo il governo ha previsto l’attuazione “di una variante al piano particolareggiato R2 12 che comprenda le richieste formulate dal soggetto imprenditoriale relative alle necessità di ampliamento e ristrutturazione”. Il tutto con l’esenzione degli oneri di concessione edilizia “in analogia – riporta la delibera – con quanto avvenuto per gli altri centri commerciali sorti nella medesima area”.
Fondo perduto
Inoltre il Congresso di Stato elargirà un cospicuo finanziamento a fondo perduto per la ristrutturazione dell’immobile di Ponte Mellini. A riguardo la delibera vincola il governo ad istituire, “nell’ambito del bilancio di previsione dello Stato per l’esercizio finanziario 2015 un apposito capitolo di spesa, finalizzato al riconoscimento di un contributo straordinario a fondo perduto a sostegno di una parte dei costi di ristrutturazione dell’immobile, al netto degli oneri di convenzionamento, in relazione ai maggiori introiti per lo Stato in termini di imposte indirette e altre imposte, non generando aggravi per il Bilancio Pubblico, da erogarsi subordinatamente all’adozione della legge di approvazione del Bilancio dello Stato per gli esercizi 2015-2017 e alla successiva verifica dell’effettiva concretizzazione dell’investimento, dello stato di avanzamento lavori e dei relativi costi di ristrutturazione effettivamente sostenuti dalle società capofila del progetto”.
Progetto da non perdere
Il Congresso ha dato via libera a tutti questi sgravi “alla luce dei più che positivi impatti sull’occupazione e sul gettito fiscale” che possono derivare dal progetto, “nonché del forte radicamento in territorio delle imprese facenti parte dell’iniziativa per effetto della rilevanza degli investimenti diretti che si intendono porre in essere”.
Con i disoccupati che aumentano e la crisi che avanza il governo non ha voluto lasciarsi scappare un’occasione così ghiotta. “Con un progetto come questo che può cambiare l’immagine di San Marino – commentano da Palazzo – si può provare a rischiare”.
Davide Giardi, La Tribuna