Le prime dosi di vaccino contro il Covid sono arrivate in Italia. Nei giorni di Natale, il furgone contenente le fiale prodotte da Pfizer Biontech ha passato il valico del Brennero ed è entrato in Italia, per poi consegnare il vaccino all’ospedale Spallanzani di Roma, 9.750 dosi in tutto. Ieri, la data fissata per il “vaccine-day europeo”. Le prime vaccinazioni a medici, infermieri e personale sanitario. La data è stata scelta dalle istituzioni continentali per avviare, simbolicamente in contemporanea, la campagna di massa per tornare a una vita normale. Questo è l’obiettivo e anche la speranza che muove governi e organismi sanitari di tutti i Paesi. Ma vediamo di sapere qualcosa in più su questo vaccino.
Effetti collaterali gravi non pervenuti e efficacia del 90 per cento. Forse addirittura 95 per cento. I primi risultati della sperimentazione del vaccino anti-coronavirus di Pfizer-Biontech sono oltre ogni aspettativa, a detta dei tecnici dell’azienda stessa. Ma bisogna rimanere coi piedi per terra, avvertono gli esperti: questi dati sono ancora preliminari e se anche venissero confermati a breve, non sarà questo (o un altro) vaccino a cambiare il corso della pandemia nei prossimi mesi.
Come funziona? Quello della tedesca Biontech, acquistato dal colosso Pfizer, è un vaccino a mRna, tra i primi a essere testato sull’essere umano. In pratica stimola la risposta immunitaria trasferendo un pezzettino di materiale genetico del coronavirus per indurre le nostre barriere difensive ad armarsi contro il patogeno, e aggredirlo subito qualora lo incontrassero. Per suscitare una risposta immunitaria consistente dopo la prima dose bisogna sottoporsi a un richiamo.
È sicuro? Finora i produttori non hanno riferito di effetti collaterali gravi del vaccino a mRna. I test di sicurezza sull’essere umano sono partiti a maggio scorso coinvolgendo piccoli numeri di persone. Delle quattro varianti testate è stata selezionata quella che ha dato la frequenza più bassa di effetti avversi lievi e moderati (febbre e affaticamento). Non avendo riscontrato nulla di preoccupante, l’azienda ha potuto procedere con la fase 3 di sperimentazione su un numero molto ampio di partecipanti, circa 44mila, confermando il buon profilo di sicurezza. Tuttavia, dal momento che si tratta di un prodotto nuovo con un approccio nuovo sviluppato in tempi record, la sorveglianza sui volontari che hanno partecipato alla sperimentazione continuerà per un paio di anni. Un’altra informazione importante che ancora manca per il vaccino Pfizer (così come per gli altri in fase avanzata di sperimentazione) è quanto durerà l’immunità che conferisce.
Cosa succederà nei primi mesi di vaccinazione? Sicuramente, soprattutto nell’immediato, non si potrà tornare alla normalità, ma anzi bisognerà avere ancora un po’ di pazienza e continuare a rispettare tutte le misure preventive, come quella di indossare le mascherine, per continuare a tenere sotto controllo la diffusione del coronavirus.
Cosa succederà a San Marino dal punto di vista della vaccinazione? Sappiamo che il Comitato vaccini sta lavorando da alcune settimane, sia per il rifornimento delle fiale, sia per predisporre il piano di somministrazione, sia per avviare la campagna informativa. Ce lo hanno detto il direttore sanitario e il direttore del Pronto Soccorso nelle conferenze stampa settimanali dell’ISS. Compito della politica è garantire il rifornimento delle dosi dall’Italia. A parte la data simbolica di ieri, anche le informazioni sul piano vaccinale italiano non sono ancora alla definizione compiuta. Da fonti giornalistiche sappiamo che all’Italia arriverà circa il 13% del quantitativo previsto per l’Unione europea. Da Pfizer ne arriveranno 27 milioni: 8,8 entro marzo 2021, altri 8,1 milioni entro giugno, altri 10,1 milioni entro settembre. La Ue sta negoziando con l’azienda per farne arrivare altri 13,5 milioni.
Se il 6 gennaio Ema approverà anche il vaccino di Moderna, l’Italia avrebbe altri 10,8 milioni di dosi: 1,4 entro marzo 2021, 4,7 entro giugno, altri 4,7 entro settembre. L’Ue sta negoziando per questo nuovo quantitativo. L’Italia, quindi, dovrebbe avere circa 38 milioni di dosi entro settembre 2021: servirebbero come prima dose, e successivo richiamo, per 20 milioni di italiani. La distribuzione avverrà su base regionale in proporzione alla popolazione ma anche alla percentuale di casi di contagio.
San Marino non potrà che allinearsi al piano italiano, anche per quanto riguarda i criteri di somministrazione, che del resto sono stati già anticipati dai professionisti ISS. Se gli esponenti di opposizione che prediligono scrivere sui social piuttosto che informarsi seriamente, avessero ascoltato le conferenze stampa ISS, non avrebbero bisogno di strapparsi la camicia per gridare che ancora a San Marino non si sa niente sui vaccini. Ma a loro interessano solo le fake.
a/f