San Marino. In Italia parte lo Spesometro dell’Agenzia delle Entrate: lusso vietato

soldiCome anticipato da Tribuna nelle pagine dedicate al Circondario e al Mondo, martedì in Italia è scattata la prima scadenza per lo spesometro. Oggi si propone un approfondimento/vademecum. Che cos’è? Uno strumento a disposizione dell’Agenzia delle Entrate che permette di confrontare le spese e il tenore di vita dei contribuenti e rilevare eventuali incongruenze. Che cosa prevede la legge? La legge stabilisce che si debbano comunicare al Fisco i dati delle operazioni Iva di importo pari o superiore a 3.600 euro, effettuate nel 2013 attraverso carte di credito, di  debito o prepagate.

Chi riguardava la scadenza di martedì? Imprese, commercianti e agricoltori. Per gli operatori finanziari c’è tempo fino al 30 aprile. Bisognerà comunicare alle Entrate sia le prestazioni rese sia quelle ricevute. Chi è escluso? La soglia dei 3600 euro non vale per gli autonomi e i professionisti, che sono obbligati a segnalare tutte le operazioni, anche se di entità modesta. Che cosa cambia per il contribuente? Dovrà fare maggiore attenzione nel caso acquisti gioielli, automobili, oggetti di lusso. Se il tenore di vita non è congruo con quanto dichiarato, scatterà il faro del Fisco.

Come si effettua la comunicazione? La comunicazione si fa per via telematica (attraverso i siti Entratel o Fisconline): bisogna inviare i dati anagrafici del contribuente che ha sostenuto l’acquisto, gli importi complessivi di ogni singola transazione, la data in cui è stata effettuata, il codice fiscale dell’operatore commerciale presso il quale è avvenuto il pagamento.

Quali spese restano fuori? Sono esonerate dallo spesometro le esportazioni effettuate dalle imprese, le importazioni e gli acquisti intracomunitari già soggetti ad altre rilevazioni. Perché questo strumento è ritenuto così importante? Perché permette al Fisco di costruire una banca dati corposa e dettagliata: fino al 2010 infatti lo spesometro riguardava solo le spese superiori ai 25mila euro. Chi sono i più controllati?

Le società di leasing e noleggio sono tenute a comunicare all’Agenzia ogni contratto concluso e a fornire codice fiscale e dati anagrafici degli acquirenti. Anche le imprese agricole sono obbligate ad aiutare il Fisco fornendo l’elenco di clienti e fornitori. Che cosa rischia chi non si adegua? Una sanzione che può superare i 2500 euro. Per chi è in ritardo, c’è la possibilità del “ravvedimento operoso”. La Tribuna