San Marino, inaugurato il sentiero “Le Saline” a Faetano: un progetto di sport, natura e memoria storica

Giunta di Castello di Faetano e la Genga inaugurano il sentiero “Le Saline”. Grande partecipazione per un evento dalla valenza sportiva, ambientale e culturale. Il toponimo “Saline” deriva da tempi antichi, quando in questa zona, dai pozzi risaliva acqua salata. Ma i contadini di un tempo chiamavano questo tratto: “E foss del dievli” (il fosso del diavolo). La ragione è piuttosto semplice perché si tratta di 500 metri caratterizzati da un fortissimo dislivello, difficile da percorrere sia in salita quanto in discesa. In più, decenni di dimenticanza, l’avevano reso inagibile a causa della vegetazione selvatica e dell’asperità del terreno. Il Capitano e la Giunta di Castello di Faetano hanno quindi chiesto alla Genga se fosse possibile la sua riapertura.


È questa un’attività che rientra negli scopi e nelle iniziative dell’Associazione escursionisti sammarinesi, cosicché un gruppo di volontari si è armato di zappe, segacci e accette per ripulire il sentiero da erbacce, canne e arbusti. Nei punti più scoscesi e pericolosi hanno inserito anche dei pali per stendere le corde in grado di aiutare i passanti ed evitare pericolose cadute. Negli avvallamenti dove ristagna l’acqua, hanno posizionato dei bancali per favorire l’attraversamento. Reso sicuro e molto più agevole, il sentiero “Le Saline” è oggi percorribile in una decina di minuti.

L’inaugurazione ufficiale, domenica 26 aprile, tra due ali di folla perfettamente attrezzata con scarponi da trekking e bastoncini. A presiedere il taglio del nastro, il Capitano di Castello Giorgio Moroni e il presidente della Genga Roberto Bucci.
Il tracciato, divenuto finalmente praticabile, va a completare la rete sentieristica del Castello integrandola con il percorso ciclopedonale che congiunge l’abitato al sottostante parco del Marano, costeggiando le scuole elementari, che ne diventano ideale punto di riferimento.

Dal punto di vista ambientale, la zona presenta un mosaico di giovani boschi e grandi macchie di cannuccia, intervallate da brevi pennellate di biancospino, cespugli di rosa canina e ornielli, tutte essenze autoctone che sono andate a popolare quella che un tempo era una brulla zona calanchiva.

Il lavoro di riapertura è stato possibile grazie all’avallo della Segreteria Territorio, il contributo dell’Azienda risorse agricole e ambientali e dell’Azienda per i lavori pubblici, con l’integrazione alla segnaletica del “Cammino di Titano” grazie alla collaborazione con San Marino Trekking.

Dopo il taglio del nastro, il gruppo ha percorso il sentiero raggiungendo il Marano, da dove si è diviso in due parti: il gruppo slow è tornato indietro passando per l’antica miniera; il gruppo più allenato è salito verso Albereto, poi è disceso verso Mandrio e quindi è tornato al parcheggio delle scuole elementari di Faetano.

Comunicato stampa