Dopo questo ultimo incontro – scrive il Natalini – mi sono sentito sempre più raggirato e nella morsa di un complotto, chiesi a Marino Ceccoli di organizzare assieme a me un’ulteriore incontro con il Sig. Federico Cervellini per chiarire in modo definitivo la questione.
Fu organizzato un incontro tra il sottoscritto, il Sig. Marino Ceccoli ed il Sig. Federico Cervellini presso l’ufficio al WTC del Ceccoli nel pomeriggio del 28 agosto e vista la situazione particolarmente delicata, a mia tutela decisi – per la prima volta di registrare l’intero colloquio che si sarebbe tenuto, con il registratore sonoro del mio smart phone.
In 3 ore e 17 minuti, oltre a qualche chiacchiera di poco conto, i Sig. Federico Cervellini ha, in ordine:
– dichiarato che la mia società emiratiana non è mai stata costituita, ne è mai è stato versato il capitale sociale. Inoltre che per riattivare la licenza io avrei dovuto sborsare una ventina di migliaia di euro, dato che tutto era decaduto e senza quest’ultimo versamento sarebbe stato impossibile far nascere la società.
Alla mia precisa domanda che non capivo come mai sarebbe stato necessario riattivare una licenza di una società mai nata, senza alcun capitale sociale, di cui la licenza non è mai stata chiesta ne ritirata, al costi di 20.000 euro a titolo di exra dee (come da sue parole). Il Cervelini iniziò ad arrampicarsi sugli specchi dicendo alla fine che lui non era il soggetto al quale rivolgere queste domande perché non sapeva come rispondere. Non solo, ma quando gli chiesi notizie sulla procura che lui da me ricevette per operare al fine di costituire la società, lui ammise che con quella procura avrebbe potuto fare tutto, ma alla fine la società, di fatto, mai fu costituita. Da ultimo, anche abbastanza indispettito, io riferii al Cervellini che non avrei versato un euro e che non sopportavo più di essere trattato come un limone da spremere”