San Marino. Indipendenza energetica possibile per il Titano: il progetto di Davide Terenzi

Davide terenziUn progetto energetico che sarebbe un’autentica rivoluzione per San Marino. Che darebbe la quasi totale autosufficienza per sette mesi all’anno. Un investimento importante ma recuperabile in pochi anni e che potrebbe avere partnership internazionali, porterebbe centinaia posti di lavoro e sarebbe unico in Europa, oro per la reputazione della Repubblica di San Marino a livello internazionale. Lo sta mettendo a punto un progettista sammarinese, Davide Terenzi, in collaborazione con l’università di Ancona. Ma partiamo dalle premessa. Da quello che non è conveniente in termini di energie alternative. “Il fotovoltaico, energia elettrica tramite silicio, – spiega Terenzi – funziona solo esclusivamente se ci sono raggi solari. Con il tempo brutto o di notte, questo sistema non funziona. Al momento è conveniente, solo perché lo stato fornisce come in Italia degli incentivi attraverso il cosiddetto conto energia. Abbiamo preso spunto allora dall’esperienza della Nevada Solar One, una centrale solare a concentrazione nello Stato del Nevada, che fornisce energia a metà della città di Las Vegas”. Il solare a concentrazione usa degli specchi ricurvi per convogliare i raggi solari in un tubo sottovuoto nel quale scorre un olio che viene portato a temperature sino 650 gradi. Quest’olio va in una caldaia che crea vapore che a sua volta fa girare una turbina che crea energia elettrica. “Questo sistema funziona anche con il tempo brutto e di notte. La dispersione termica di quest’olio surriscaldato – continua il progettista – riesce a compensare le suddette condizioni negative per la produzione di energia. E’ un’energia molto pulita e in un chilometro e mezzo quadrato è possibile produrre 130 milioni di megawatt”.

Davide Terenzi insieme all’ingegner Matteo Pedini dell’università di Ancona hanno valutato la fattibilità di questo progetto che potrebbe portare ad una interessante quota di autosufficienza energetica di San Marino.

“Dalle nostre valutazioni la centrale avrebbe buone possibilità per essere realizzata. Ci sarebbero i siti adatti e le giuste condizioni solari. Naturalmente, questo progetto non creerebbe la totale indipendenza energetica. Dai nostri calcoli, però potremmo raggiungere l’autosufficienza energetica per il 90% almeno da aprile alla fine di ottobre”.

“Sarebbe una rivoluzione anche nella case. Non si monterebbe più la caldaia ma una pompa di calore che va a corrente elettrica. I fornelli sarebbe elettrici e non a gas. Il risparmio sarebbe notevole per la comunità sammarinese”.

Il progetto per una centrale di questo tipo su un’area di un chilometro quadrato ammonterebbe a circa 120 milioni di euro.

Nel bilancio preventivo del 2012 dell’AASS i proventi del consumo elettrico sono stimati a 30 milioni e 590 mila euro. Invece l’importo complessivo dei proventi derivanti dal gas (da cucina e riscaldamento) è di 24 milioni 150 mila euro. Ne consegue che i costi di investimento iniziale potrebbero essere ammortizzati in pochi anni.

“Si tratta di una cifra importante – conferma Terenzi – che però si potrebbe ripagare in un lasso di tempo ragionevole considerati i complessivi costi di gas e luce per la Repubblica”.

Sarebbe il primo impianto a concentrazione solare in Europa e questa darebbe visibilità e un’ottima reputazione alla Repubblica di San Marino, collaborazioni internazionali (l’unica ditta che costruisce gli specchi adatti a questa tecnologia è in Germania). Secondo, Terenzi, questo è un progetto che potrebbe attirare soci internazionali, investimenti, aziende interessate a a partecipare a questo progetto. Proprio per la sua unicità.

Anche per l’occupazione sarebbe una buona occasione. Durante la costruzione servirebbero almeno dalle 180 alle 230 persaone. Per quanto riguarda la gestione della centrale almeno dai quaranta ai sessanta addetti. La centrale sarebbe autosufficiente economicamente con un piccolo contributo dei cittadini. “L’energia è gratuita, dunque, l’impegno per la cittadinanza sarebbe minimo, per mantenere la centrale”, sottolinea ancora Terenzi. “I siti in Repubblica non sono difficile da individuare. Ne avremmo ipoteticamente individuati già almeno due, tre. L’importante che il terreno non sia un saliscendi. Gli specchi devono essere orientati sempre verso est in modo che seguano il sole dall’alba al tramonto e naturalmente non in una zona d’ombra”.

Nevada Solar One

La Nevada Solar One è la terza più grande centrale ad energia solare al mondo con una capacità nominale di 64 a 75 gigawatt/h, a giugno 2007. Il progetto ha richiesto un investimento di 266 milioni di dollari e la produzione energetica stimata ammonta a 134 milioni di kwh all’anno. È la seconda centrale energetica a solare termico costruita negli USA negli ultimi 16 anni ed il più grande impianto a solare termodinamico costruito al mondo. Si trova al confine sudovest di dello stato del Nevada. La Nevada Solar One non ha alcun rapporto con la Solar One, impianto solare situato in California, benché abbiano un nome simile. L’impianto è stato collegato alla rete il 27 giugno del 2007; la sua costruzione era iniziata 16 mesi prima. La centrale, complessivamente, ha una superficie di 1.6 km², dei quali i tre quarti sono occupati da collettori solari. Nevada Solar One usa più di 180.000 specchi parabolici, che concentrano i raggi solari su tubi che corrono lateralmente agli specchi e contengono un fluido facilmente riscaldabile (ricevitori solari); questo criterio funzionale è in contrasto con il concetto di “torre a concentrazione solare” che usa la Solar One californiana Questi speciali tubi rivestiti sono fatti di vetro e acciaio. L’impianto usa 18,240 di quei tubi lunghi 4 metri. Il fluido si riscalda fino a 390° C, il calore si trasferisce all’acqua che diventata vapore passa attraverso turbine.

Saverio Mercadante, Fixing