Signore e Signori Consiglieri,
Signora e Signori Segretari di Stato,
con grande emozione, in questa prima seduta del nostro semestre
reggenziale, porgiamo a Voi tutti il nostro più cordiale saluto.
Nel formulare il più sentito augurio di un proficuo lavoro, desideriamo, in
questa occasione, anche sottolineare alcuni aspetti che ci stanno particolarmente a
cuore.
Auspichiamo che i lavori di questa assemblea possano svolgersi in un
clima sereno e disteso, ove il confronto tra differenti sensibilità e posizioni anche
conflittuali avvenga sempre nell’assoluto rispetto della dignità e onorabilità di
ciascun Consigliere e delle stesse Istituzioni. Condizione imprescindibile per
garantire la loro autorevolezza e una credibilità che poggia anche sulla capacità di
corrispondere alla fiducia e alle aspettative che i cittadini hanno riposto in tutti
coloro che quelle stesse istituzioni rappresentano.
Intendiamo onorare, giorno dopo giorno, il mandato cui siamo stati
chiamati, adoperandoci per ridare dignità alla politica quale servizio disinteressato in
favore della comunità, quale impegno da portare avanti con passione, onestà e serietà
per trovare soluzioni ai problemi e dare risposte alle esigenze della nostra
popolazione.
Una popolazione che – come già abbiamo avuto occasione di evidenziare
nel nostro discorso di insediamento – ha oggi quanto mai bisogno di tornare a
guardare con fiducia e speranza al proprio futuro.
La fiducia, innanzitutto, nell’affrontare questi mesi – di certo ancora
difficili – con la consapevolezza di poter contare sulla massima attenzione e vigilanza
da parte delle strutture preposte, così come sull’impegno e la professionalità di tutti
coloro che già ci hanno permesso di superare la fase che auspichiamo essere stata la
più critica della pandemia. Un impegno, il loro, che deve essere comunque sostenuto
dal più grande senso di responsabilità da parte di tutti nel rispettare le regole di
distanziamento sociale e adottare le misure indispensabili a contrastare la diffusione
del virus.
Nella particolare contingenza che il nostro Paese sta attraversando, in un
contesto globale di recessione determinata dalle conseguenze della pandemia, è
altrettanto fondamentale che si compia ogni azione utile a rafforzare le condizioni
indispensabili a un rapido e solido rilancio economico. Un obiettivo che richiede il
contributo di tutti, con la consapevolezza che il benessere della nostra collettività, la
tenuta del nostro sistema di solidarietà sociale, le prospettive che riusciremo a creare
per le generazioni future dipendono dalla capacità di affrontare oggi le sfide, di
cogliere le opportunità e di compiere scelte responsabili e lungimiranti.
Tale percorso virtuoso non può prescindere da alcune considerazioni
anche sulle modalità e sui tempi di svolgimento dell’attività dell’organo più
rappresentativo del nostro ordinamento, il Consiglio Grande e Generale, cui compete
anche l’esercizio del potere legislativo. Nel richiamare, oggi, l’attenzione sulle criticità
e sui limiti che, alla prova dei fatti, il Regolamento Consiliare ha già evidenziato,
riteniamo di dover sollecitare tutte le forze politiche presenti in quest’aula a
confrontarsi per apportare le modifiche atte ad assicurare una maggiore efficienza
dei lavori parlamentari.
Un confronto che – auspichiamo – possa avviarsi e portare in
tempi brevi a soluzioni per quanto possibile condivise che, nel rispetto delle
prerogative di ogni Consigliere, vadano nella direzione di un’ottimizzazione dei tempi
e di una maggiore operatività.
Siamo certi che non ci farete mancare la vostra collaborazione
e la vostra disponibilità e di questo vi siamo grati fin d’ora. Confidiamo altresì che
non venga a mancare in quest’aula quel forte senso di responsabilità e l’altrettanto
forte senso dello Stato che tanto contribuiscono a valorizzare il ruolo di questo
Organo.
L’attuale momento storico, anche dal punto di vista politico, si
sta rivelando complesso. E quindi serviranno soluzioni ponderate, che potranno
scaturire soltanto da ragionamenti non superficiali, ma profondi e di qualità. E’ per
questo che ci siamo richiamati a confronti reali. Spesso, come anche oggi, nei loro
indirizzi di saluto, i Capitani Reggenti, del passato più recente così come quelli del
passato più lontano, hanno fatto richiamo alla necessità del dialogo, del confronto.
Questo perché evidentemente il buon senso di tutti lo brama, ma di rado si riesce a
realizzarlo concretamente. Il confronto, soprattutto in quest’epoca storica ed in
questa parte del mondo, è spesso, e purtroppo, visto dagli attori politici come un atto
di debolezza, che deve lasciare il posto alle prove di forza muscolare, a chi riesce a
gridare più forte, all’aggressione verbale, al subdolo tatticismo. Invece è, e deve
essere, proprio il contrario. Il confronto, quello vero, è un atto di valoroso coraggio
che denota forza interiore. Chi, da una posizione di privilegio e di vantaggio, magari
economico, lobbistico o semplicemente numerico, si confronta davvero e quindi si
spoglia delle proprie armi e si mette sullo stesso piano dell’avversario, armato
soltanto di idee, argomentazioni e logica…lo fa con coraggio. Chi, da una posizione di
svantaggio economico, sociale o numerico, senza nascondersi dietro strategie o
distruttive guerriglie accetta il confronto reale, sapendo quanto rischia, ma
accettandolo comunque a discapito del proprio interesse, ma nell’interesse
comune…lo fa con coraggio. Chi si dedica al dialogo a viso aperto, senza arroganza e
senza timore, sapendo ascoltare, cambiare idea, suggerire, comprendere e
sintetizzare, dimostra valore, costruisce e fa vincere il Paese. Consiglieri di
maggioranza e consiglieri di opposizione diamo anche noi l’esempio, iniziamo anche
noi a costruire attraverso un confronto coraggioso ed intelligente, magari anche
elegante, nell’interesse del Paese.
La Reggenza vuole anche richiamare sé stessa e tutto il CGG al
rispetto del concetto di sammarinesità. Concetto che qualcuno non vuole o non riesce
a comprendere fino in fondo, ma che invece la Reggenza ritiene fondamentale. La
sammarinesità collega chi la sente a quel senso di profonda appartenenza e tensione
verso uno Stato dalle piccole dimensioni, ma al quale viene riconosciuto un ruolo
importante nel mondo, anche dagli Stati dalle dimensioni ben maggiori della nostra.
La sammarinesità dà il senso di appartenenza ad un popolo che ha tanto amato e
continua ad amare visceralmente la sua libertà e la sua indipendenza, al punto da
difenderla con difficoltà, ma costantemente, nei secoli e mostrarla anche oggi come
una bandiera a tutti le genti della terra. La sammarinesità dà il senso di appartenenza
ad una comunità che non sta vivendo il suo tempo migliore ma che deve raccogliere
le sue energie, le sue menti più brillanti e gli intenti più utili per tornare, quanto
prima, a godere del benessere socio-economico che merita. A questa sammarinesità
noi ci appelliamo, convinti comunque che è propria di tutti noi, e non è un caso che
ad oggi solo i cittadini sammarinesi, con orgoglio, onore ed onere, possono essere
Segretari di Stato e Consiglieri e lavorare all’interno di questa Aula Consigliare del
nostro Palazzo Pubblico nell’interesse generale di tutti i nostri abitanti.
Animata da questi principi la Reggenza si impegna non solo a garantire
l’ordinato e regolare svolgimento dei lavori consiliari ma anche a favorire un dibattito
sereno e costruttivo, necessario per trovare le soluzioni migliori ai problemi della
nostra Repubblica, auspicando che questo semestre veda l’avvio delle più importanti
riforme che tanto servono al nostro Paese ed ai suoi residenti e cittadini.
Al termine di questo indirizzo di saluto desideriamo ringraziare i nostri
predecessori, Alessandro Mancini e Grazia Zafferani, per averci agevolato nel
compito di assumere al meglio questo importantissimo mandato.
Grazie e buon lavoro.