Mi considero uno dei massimi esperti in Italia nella ricerca di candidati sindaci di valore e non disponibili.
Sono esperto anche nel contrasto a candidati sindaci di nessun valore, ma disponibilissimi. Anzi, di più, candidati compulsivi. Sempre.
Una volta, nelle città, nei paesi, nei paesini, i migliori andavano a fare i sindaci. Il dirigente di partito, il medico della mutua, il primario dell’ospedale, l’avvocato di grido.
Poi siamo passati a quelli che prima nel partito facevano gli uscieri, al mancato medico, all’avvocato fallito.
Per quali ragioni?
Fondamentalmente tre.
La prima, se per trent’anni dici che i politici sono tutti ladri, se gioisci alle retate, alla gogna, se pensi che chi fa politica non deve avere mai fatto politica prima, beh, ti becchi le Raggi.
La seconda, ma prima per importanza. Se vai a fare il sindaco hai una sola certezza: ti becchi due o tre avvisi di garanzia nel primo anno. Subito ti fanno sapere chi comanda.
Per “abuso d’ufficio”, sicuramente, subito. Perché dopo un acquazzone si è allagato un sottopassaggio, per gli scarichi a mare, perché la foschia inquina. Anzi, per la foschia puoi essere anche condannato, come la Appendino e i sindaci e i presidenti di regione degli ultimi 20 anni in Pienonte. Poi per “traffico di influenza”, perché un amico ti ha chiamato per incontrare un imprenditore.
Poi magari capiti dentro una retata. Poi magari la Giunta tutta, viene azzerata. Poi un Trojan porta le tue chiacchiere sui giornali. Gogna mediatica. Poi, fra 20 anni ti assolvono. Se sei ancora vivo.
Quante ne abbiamo viste?
Poi c’è un’altra ragione.
Tu sei stato eletto, pensi di poter governare. E no! Il dirigente ha responsabilità precise. Nemmeno lui vuole andare in galera. E quindi non firma! Non firma! E ti spiega che è complicato, è rischioso, rischio penale, abuso d’ufficio, ect ect.
C’è una soluzione. Ne vedo tante. Fai il sindaco e non fai niente.
Però, capite, uno può andare a fare il sindaco per andare in galera o non far niente?
Sergio Pizzolante
