Nei giorni scorsi su queste pagine ci siamo occupati dell’ultima relazione al Parlamento italiano della Direzione Investigativa Antimafia, riguardante 46 gruppi criminali censiti al Nord. Guardando il tutto dal punto di vista sammarinese, quanto emerso è che non bisogna abbassare la guardia e pensare che il Titano sia al riparo dalle infiltrazioni mafiose. La Commissione Antimafia nostrana ha recentemente illuminato il Monte grazie all’audizione dei responsabili degli uffici di controllo locali, che hanno rilevato attività economiche sammarinesi collegate ad organizzazioni criminali operanti in Italia. Ciò ha portato il Consiglio ad impegnare il governo per potenziare la prevenzione e i controlli in settori ritenuti sensibili e per introdurre azioni amministrative utili a prevenire fenomeni di “prestanomato”. Tornando alla relazione italiana, la ‘ndrangheta e la sua struttura coesa continuano ad essere i protagonisti della scena criminale e coprono quasi tutte le regioni italiane e molti paesi stranieri. L’organizzazione ha dimostrato la propria capacità di infiltrarsi nelle compagini amministrative ed elettorali degli enti locali, acquisendo il controllo delle risorse pubbliche e dei flussi finanziari, statali e comunitari. I clan calabresi continuano a rappresentare gli interlocutori privilegiati per i cartelli sudamericani e nuovi snodi logistici stanno emergendo in Africa occidentale.
Per quanto riguardato il Titano dalla relazione è emersa la disponibilità di numerosi rapporti finanziari in banche svizzere (fra cui 1,6 milioni di dollari USA in seguito movimentati verso un conto sammarinese) e il possesso di immobili di pregio in Bulgaria, oltre a investimenti in titoli USA successivamente movimentati tramite bonifici “mascherati” da finanziamenti fra società estere per 15 milioni di euro.
Il Consiglio Grande e Generale ha approvato all’unanimità un ordine del giorno che richiede al governo di adottare una serie di misure per prevenire le infiltrazioni criminose. La Csdl dal canto suo ha criticato la inadempienza e inerzia del governo rispetto alle indicazioni della Commissione Consiliare per il fenomeno delle infiltrazioni di criminalità organizzata. Quando invece ogni preoccupazione – a parere della Csdl – riguarda soprattutto il progetto di legge DES che consentirebbe alle persone di fare operazioni milionarie a San Marino solo per pagare il 5% sui redditi prodotti o, addirittura, potrebbero non dichiararli pagando 10.000 euro. La Confederazione chiede piuttosto di creare sviluppo e occupazione in modo trasparente attraverso il lavoro e le imprese “reali”. C’è infatti timore di ritornare ad una economia opaca.
Per capire come stanno le cose abbiamo sentito per una battuta il Consigliere Luca Boschi di Libera, membro della Commissione Antimafia sammarinese.
Consigliere, perché secondo lei esiste questa inerzia da parte del governo nel cogliere le segnalazioni e istanze del vostro organismo? E’ preoccupato?
“E’ evidente che se non fossimo preoccupati non avremmo suggerito di intervenire per prevenire eventuali possibili storture. La storia del nostro Paese ci ha insegnato che è pericoloso agire solo quando i buoi sono già usciti dalla stalla. Ci tengo a precisare che la Commissione Antimafia è un organismo che esula dai colori e dalla bandiere di partito, ma agisce trasversalmente per combattere e prevenire ogni possibile infiltrazione mafiosa. Per questo credo che il governo non dovrebbe mai abbassare l’attenzione su queste tematiche”.
Il Des potrebbe, come sostiene qualcuno, riportarci ad una economia “opaca”?
“Come tutti ormai sanno Libera ha osteggiato immediatamente questo progetto, proprio perché ci preoccupa che i destini economici della nostra Repubblica possano finire in mano a una o più persone da fuori. Sì, sicuramente può esserci il rischio di un ritorno al passato, quando si vuole giocare con i numeri o le tassazioni ‘agevolate’, invece di concentrarsi su progetti concreti. Il fatto poi che il governo tolto il Des, non abbia null’altro da offrire, è sintomo della pochezza politica di chi oggi ha l’onore e l’onere di guidarci”.
David Oddone
(La Serenissima)