San Marino. Inflazione: la stangata sta arrivando su tutti in fronti. Ma l’unica reazione è lanciare l’allarme e chiedere i soldi allo Stato … di Alberto Forcellini

L’inflazione morde. Come i tassi d’interesse che tornano a crescere. Come la siccità. Come i contagi da Covid. Come la crisi alimentare. Come la guerra e il rischio di colera. Ci manca un’invasione di cavallette, e poi siamo vicini alle sette piaghe d’Egitto. Anzi, per meglio dire, le cavallette sono arrivate, ma si sono fermate in Sardegna.

Dopo uno dei peggiori semestri della storia dei mercati, la seconda parte del 2022 si è aperta per il Vecchio Continente con un nuovo – l’ennesimo – record dell’inflazione. L’indice dei prezzi dell’Eurozona, nel mese di giugno, è infatti schizzato oltre le attese toccando l’8,6% (era l’8,1 nel mese maggio), un livello mai registrato da quando è stata creata l’Unione economica e monetaria, dando man forte a coloro che chiedono alla Bce un intervento più aggressivo sul fronte dei tassi. In Italia, la percentuale si è fermata all’8 %, ma è una magra consolazione, perché siamo tornati ai livelli del 1986.

Le Borse non reagiscono con vendite particolarmente elevate e soprattutto guardano con preoccupazione al futuro e in particolare alla scelte della Bce di aumentare il costo del denaro. Fa paura il rischio di stagflazione: ovvero una situazione in cui sono contemporaneamente presenti nello stesso mercato sia un aumento generale dei prezzi (inflazione), sia una mancanza di crescita dell’economia in termini reali (stagnazione economica).

Tra l’altro, non illudiamoci che i prezzi energetici possano rientrare presto. Anzi: alcune previsioni vedono il petrolio anche a 200 dollari in autunno perché le difficoltà di approvvigionamento rimangono e anzi rischiano di ampliarsi senza una soluzione del conflitto in Ucraina. Considerati i difficili rapporti con la Russia e la non facilità a reperire energie su altri mercati, già si sente dire che il prossimo inverno ci potrebbe essere un razionamento del gas. Quindi, adesso abbiamo l’acqua da consumare col contagocce, poi dovremo fare i conti con il riscaldamento domestico. E chi ha il camino o la stufa si può rallegrare poco perché anche il legname sta salendo a prezzi mai visti.

Di tutta questa situazione, il primo effetto si rispecchia sulle agognate vacanze, messe a rischio dalla recrudescenza della pandemia e dal rincaro dei trasporti. Il prezzo dei biglietti aerei è quasi raddoppiato rispetto al 2021, segnando +90,4% su base annua e +23,8% sul mese scorso. I rincari vanno a toccare anche il settore dei servizi relativi ai trasporti in generale, in salita del 7,2% su base annua e del 2% su base mensile. Più salato anche il conto per prenotare un albergo o altre strutture ricettive: +18,1% su giugno 2021 e +5,8% su maggio 2022. Poi c’è il caro spiaggia, il caro ristorante, il caro spesa.

Il costo di una spesa, contando beni alimentari e prodotti per la cura della casa e della persona, è salito dell’8,3% in un anno. A maggio l’incremento era stato del 6,7%. Il caldo e la siccità hanno fatto aumentare anche il prezzo della frutta sia fresca sia refrigerata, che passa dal +6% di maggio al +10,9% di giugno, calcolato su base annua. Lo stesso vale per la verdura diversa dalle patate, che da +11% arriva a +11,8%.

Non stiamo a dire nulla del prezzo dei carburanti, che non frenano la loro corsa; né del salasso delle bollette, che in Italia hanno raggiunto livelli stratosferici nonostante gli interventi del governo per andare in aiuto alle famiglie con reddito più basso.

A San Marino, se i prezzi della spesa sono più alti rispetto a quelli italiani, le bollette segnano invece una differenza in meno: vuoi perché erano almeno dieci anni che non subivano aggiornamenti, vuoi perché gli aumenti sono stati percentualmente più contenuti. Sindacati, associazioni di categoria e associazioni consumatori continuano a lanciare allarmi preoccupati e chiedono l’intervento dello Stato. Più in là di lì non si va.

Non è compito degli opinionisti proporre ricette e rimedi, solo qualche modesto consiglio nel senso di guardare la situazione con sano realismo, misurata preoccupazione e sostegno a politiche che sappiano guardare avanti verso le nuove frontiere che stanno disegnando le attuali sfide economiche. Ammesso che qualche parte, questo tipo di politica si possa fare.

a/f