La Presidente di Banca Centrale, Catia Tomasetti, si trova al centro della tempesta -seppure si tratti della classica tempesta in un bicchier d’acqua- e Repubblica Futura non perde occasione per sparare a zero sulla stessa, travalicando -fra l’altro- anche il confine dell’opposizione politica e scadendo in una “qualificazione” che va sul personale (leggi qui).
Come spero abbiate ormai capito, quando vado ad approfondire un evento preciso e concreto, non mi piacciono le chiacchiere e, per cercare di comprendere le varie vicende, complesse o semplici che siano, sono solito attenermi ai fatti. Ma quali sono i fatti nella tempesta scatenata contro il vertice di Bcsm? Solo i protagonisti lo sanno… Solo la Presidente e solo il vertice del Nucleo speciale di Polizia Valutaria di Roma, Colonnello Carlo Tomassini, lo sanno in ogni dettaglio.
I dati acquisiti, incontestabili, sembrano essere pochi. Il 7 ottobre 2021 il Colonnello della Gdf ha contattato, tramite il servizio di messaggistica Whatsapp, la Presidente di Bcsm per -concordano un po’ tutte le versioni- fissare la data, concordare “un interrogatorio”, poi regolarmente “svoltosi per rogatoria a San Marino alla presenza del Commissario della Legge del Tribunale di San Marino” in cui il vertice di Bcsm era chiamato come semplice teste. L’inchiesta sembra essere quella, tuttora aperta oltre confine, incentrata sul riciclaggio e l’autoriciclaggio dei proventi della famosissima mega-commessa di mascherine in cui è indagato oltre confine il sammarinese Daniele Guidi, già direttore generale di Banca Cis.
Il secondo dato acquisito è che il Colonnello Tomassini, di quel colloquio informale con la Presidente Tomasetti, ha “steso” una “informativa” che, poi, è stata allegata agli atti del procedimento italiano contro -fra gli altri- Guidi. Una “nota” in cui l’estensore ha annotato gli aspetti che ha ritenuto interessanti per le indagini. O, almeno, solitamente funzionano così questi “atti”.
Si tratta, per comprenderci, di un appunto, necessariamente sintesi di una discussione. Di un atto che non alcuna valenza giuridica o probatoria non essendone i contenuti sottoscritti da entrambe le parti e non essendone i contenuti registrati in audio o in video, visto che, in tal caso, ci si troverebbe di fronte ad una intercettazione non autorizzata.
L’appunto finisce fra gli atti del cosiddetto Buriani-Celli e, da lì, diviene pubblico trasformandosi, come per magia, in un atto d’accusa teso a minare l’intera -e devastante!- testimonianza che la stessa Catia Tomasetti ha rilasciato in quel procedimento.
Ma non mi interessa, oggi, approfondire una banale interlocuzione informale, i cui contenuti presumo siano poi gli stessi dell’interrogatorio vero e proprio fatto per rogatoria sul Titano alla Tomasetti quale testimone o persona, eventualmente, informata dei fatti, peraltro autorizzato dagli organismi competenti. Mi interessa approfondire l’aspetto politico e, segnatamente, la posizione di Repubblica Futura, avventatasi con veemenza sulla vicenda, come se una dinamica pressochè normale e priva di impatto concreto sul Titano, fosse lo scandalo del secolo…
Non c’è nulla di più rilevante fra i fatti di ieri e oggi che non una interlocuzione fra il vertice di Bcsm e chi indaga su una delle presunte malefatte di Daniele Guidi? Non è forse arrivata la notizia, nelle scorse ore, che l’ex Presidente di Banca Centrale, Wafik Grais, e l’ex Direttore della stessa, Lorenzo Savorelli, sono indagati in una indagine che ipotizza l’associazione a delinquere fra gli stessi vertici di allora di Bcsm, della governance di Banca Cis e di un magistrato? Certo, tutti presunti innocenti fino a sentenza definitiva e contraria. E’ sacrosanto! Ma il principio, evidentemente, non vale per la Tomasetti, secondo RF. E nonostante la chiara presa di posizione emanata ieri da quest’ultima (leggi qui).
Mi sarei atteso, ieri, una nota su un evento giudiziario ben più rilevante di una chiacchierata informale, specie da chi -come AP o che dir si voglia oggi RF e i suoi alleati politici di allora- ha contribuito a nominare Savorelli e soci ai vertici del più importante istituto di governo e di vigilanza finanziaria del Titano, sotto la cui governance -si ricordi- venne commissariata Asset Banca.
“La governance di Banca Centrale e alcuni esponenti di governo sembra se ne stiano letteralmente fregando, come fossimo veramente nel far-west”, accusava il 15 giugno 2017 il Partito Socialista auspicando “che Lorenzo Savorelli, Wafik Grais e Simone Celli, ovvero lo sceriffo generale, il Presidente di Banca Centrale che lo ha nominato e il Segretario alle Finanze, debbano rassegnare le dimissioni, mettendo da parte l’arroganza e l’ambizione poiché si ricorda che San Marino è una repubblica parlamentare in cui la rappresentanza popolare è affidata al parlamento e non a Banca Centrale e neppure al governo”.
Sulla legittimità degli atti perpetrati ai danni di Asset Banca si è già espresso chiaramente il Tribunale, mentre sui motivi di quella scelta e sulle eventuali responsabilità penali di quegli anni bui tornati ad illuminarsi solo con l’arrivo, il 9 maggio 2018, di Catia Tomasetti, lo sta facendo ora la magistratura, che ha iscritto nell’albo degli indagati -fra gli altri- i vertici di Banca Centrale nominati ai tempi di in cui Ap era in maggioranza e al governo del Paese, unitamente alla governance di Banca Cis, al Commissario della legge che indagò in un momento chiave per il futuro della stessa Banca Cis l’attuale Presidente di Bcsm e ad altri otto individui i cui nomi sono ancora misteriosi…
Aspettiamo di conoscerli, perchè -vertendo l’indagine sull’associazione finalizzata a favorire Banca Cis e penalizzare Asset Banca-, dopo quanto ascoltato nell’ambito del dibattimento che vede imputati il Giudice Alberto Buriani e l’ex Ministro Simone Celli, non mi stupirebbe se, fra questi, ci fosse qualche ex Segretario di Stato che ha fatto di tutto, in passato, per esprimere il suo “disappunto” verso i successori di Grais e Savorelli al vertice del massimo organismo di governance e vigilanza finanziaria sammarinese.
Ma, evidentemente, oggi, Repubblica Futura ritiene più importante cavalcare una interlocuzione informale fra la Tomasetti e un inquirente italiano che non intervenire su un evento, su una indagine che sembra destinata a riscrivere la storia dell’ultimo decennio sammarinese…
Enrico Lazzari
