Si va verso il passaggio finale che porterà all’elezione di tutti gli organismi istituiti dalla legge sull’editoria e professione giornalistica, entrata in vigore circa 6 mesi fa. Termina questa sera a mezzanotte infatti, il tempo concesso dalla Consulta per l’informazione ai rappresentanti delle testate giornalistiche sammarinesi, per presentare le candidature per il ruolo di componente dell’Autorità garante per l’Informazione. Si tratta di un organismo, che grazie alla nuova legge avrà compiti particolarmente delicati, quali ad esempio l’applicazione delle eventuali sanzioni deontologiche agli operatori dell’informazione, l’assegnazione delle provvidenze per l’editoria, evita che si creino posizioni dominanti all’interno del settore e tiene i registri di imprese, testate e associazioni dei giornalisti. L’Autorità è composta da cinque membri, compreso il presidente, nominati dal Consiglio Grande e Generale. Nella legge si prevede che debbano avere “conoscenze nel campo dei media ovvero titoli di studio e professionali attinenti il settore e può essere coadiuvata da un esperto legale dell’amministrazione pubblica”. L’incarico dura 3 anni e “la nomina è incompatibile con la carica di membro del Consiglio Grande e Generale e con le cariche in organismi di- rettivi di associazioni sindacali e di categoria nonché di presidente, segretario politico e membro di segreteria politica di partiti e movimenti politici”. Ma da chi è composta?
“Il presidente dell’Autorità – c’è scritto nella legge – è nominato su proposta del segretario di Stato con delega all’Informazione. Due membri dell’Autorità sono nominati su proposta della Consulta al Consiglio Grande e Generale, di cui uno in rappresentanza di testate giornalistiche cartacee (quotidiani o periodici), testate on-line e agenzie di informazione, e uno in rappresentanza di testata giornalistica radiofonica/televisiva di Stato. Un membro è nominato su proposta dei Gruppi Consiliari di maggioranza ed uno su proposta dei Gruppi Consiliari di minoranza”. Scriveva nella relazione (disponibile sul sito del Consiglio) di presentazione della legge il segretario di Stato Iro Belluzzi a proposito dell’Authority: “Questa Autorità, vista la volontà di rendere gli operatori dell’informazione veri protagonisti del settore nel quale lavorano, saranno scelti solo fra i professionisti del settore e saranno: due indicati direttamente dalla Consulta”.
Purtroppo non sarà proprio così perchè in base a un parere verbale rilasciato dall’Avvocatura di Stato, dove nella legge è scritto “in rappresentanza di”, indica “il presupposto che siano le testate giornalistiche ad indicare chi li rappresenta. Pertanto le testate devono esprimersi su chi per loro è rappresentativo e comunicare il nominativo alla Consulta”. Di fatto quindi sono gli editori, in quanto rappresentanti delle testate giornalistiche a scegliere il proprio rappresentante, salvo non mettersi d’accordo e quindi mettere ai voti in Consulta i nominativi (in Consulta gli editori rappresentano meno del 10% degli aderenti).
A ieri l’unico nominativo comunicato, quello da parte di RTV, e cioè Stefano Valentino Piva, ex presidente del Cda di Rtv, che però, se solo un anno fa fosse stato eletto alla presidenza della Dc, sarebbe risultato ora incompatibile con tale incarico.
Se alla mezzanotte di oggi, arrivasse un solo nominativo dalle testate giornalistiche, sarebbe di fatto esautorato il ruolo degli operatori del settore nel poter dire la loro sulla scelta dei componenti l’Autorità garante all’assemblea del 9 giugno.
Franco Cavalli, La Serenissima