San Marino. Ingresso nella Ue: Junker spinge ma c’è chi dice no. (articolo completo)

Rappresentanti dei piccoli Stati poco “ottimisti” verso l’accordo di associazione. Sull’Europa il doppio atteggiamento di Renzi all’interno e all’esterno di San Marino. Per la stampa di Monaco: “Nessuna fretta”, mentre al solito qui si prova a raccontarla.

Gli annunci si succedono frequenti dando la misura di come si stia andando veloci verso l’accordo di associazione che dovrebbe portare San Marino in Europa. I toni affidati ai comunicati sono quelli trionfalistici di chi porta un risultato concreto. Ciononostante c’è chi continua a preoccuparsi parecchio e a giudicare da ciò che riporta la stampa internazionale, non a torto. Ci sarebbero quantomeno rappresentazioni differenti della realtà. Così il quotidiano montecarloin.net nel riferire della nuova riunione a Monaco, la scorsa settimana, dei capi di governo dei tre piccoli Stati che stanno tentando di negoziare un accordo di associazione con l’Unione Europea scrive :

“L’incontro questa volta si è tenuto perché la Commissione guidata dal tanto discusso Jean-Claude Junker, vorrebbe registrare e rapidamente l’accordo con Monaco, Andorra e San Marino, dato che nel 2019 finisce il mandato!

‘Non abbiamo fretta – dice Antoni  Marti, in pieno accordo con Telle e Renzi – se ci sarà un accordo dovrà essere perfetto. Non vediamo il motivo della fretta di concludere’. Intanto Andorra ha registrato un punto a suo favore e la Commissione Europea gli ha già concesso di poter mantenere le proprie accise sui tabacchi, una delle loro specificità”.

E il punto starebbe proprio tutto in quell’auspicio “che l’Unione Europea rispetti le nostre specificità”. “In realtà – ha spiegato il ministro degli affari esteri di Monaco, Gilles Tonelli – il negoziato è complesso, deve rivolgersi al capo della propria commissione e lì bisogna ricominciare il lavoro, far capire perché non possiamo accettare la libera circolazione delle persone. Dato che Monaco ha 38 mila abitanti e 50 mila pendolari ogni giorno, non potrebbe mai accogliere sul suo territorio 500 mila persone. Saremo sempre noi a scegliere chi potrà risiedere o meno sul nostro territorio, per noi non è discriminazione ma una realtà concreta per la Commissione Europea può apparire discriminante”. Ha poi spiegato il ministro di Stato Telle: “Si sta cercando un equilibrio tra quello che siamo istituzionalmente e la visione europea delle 4 libertà: libera circolazione di persone, merci, finanze e servizi”.

Poi in chiusura le parole di un Renzi molto più cauto nell’esprimersi all’estero “Abbiamo iniziato il negoziato la U.E. nel 2015. Il testo dell’accordo nella sua parte generale sta maturando poi per le nostre rispettive particolarità la commissione europea segue un quadro di regole specifiche per le quali noi dobbiamo cercare di ottenere delle clausole di salvaguardia proprio per motivi ragionevoli dei nostri territori, che non possono essere messi in discussione in alcun modo”

La RepubblicaSM