
“Buonasera a tutti, vi volevo informare che c’è un gruppo su WhatsApp con più di 700 utenti, la maggior parte ragazzi piccoli… Con contenuti non appropriati”. L’inquietante rivelazione è stata affidata a Facebook dal profilo di Jessica Alves, nella tarda serata di ieri: “Mia figlia è stata mesa nel gruppo… Si è tolta ma ci sono dei video molto brutti e ci sono anche degli adulti”.
Nulla più, al momento, è dato a sapere, se non che è già scattata la denuncia alla Gendarmeria, che si sarebbe già attivata la Polizia Postale e che il numero di cellulare indicato nello stesso thread social quale fondatore di questo gruppo Whatasapp, denominato “Gruppo sempre più grande”, è un numero reale e attivo, di una utenza Noverca o Kena Mobile (operatori virtuali low-cost del Gruppo Tim), quindi italiana e non sammarinese.
Verosimilmente, vista l’immagine del profilo del presunto fondatore (un “collage” di simboli di una nota bevanda energetica statunitense che circonda l’ombra di una sagoma estremamente stilizzata, e, in alto a sinistra, il famoso personaggio dei cartoni per bambine Hello Kitty in canottiera verde), si può dedurre che il “Gruppo Sempre Più Grande” sia stato creato da un ragazzino, vista l’utenza telefonica utilizzata forse non sammarinese ma italiano. Se così fosse il numero dei minori sammarinesi presenti nella chat potrebbe essere ben più basso di quanto la vastità del medesimo gruppo possa far credere…
Vista l’alta mole di “reply” che il “post” ha ricevuto in poche ore nonostante la tarda ora, nonché il forte allarmismo che la notizia ha generato in chi ha dei figli minorenni, è verosimile -e auspicabile- che in tempi brevi possano trapelare nuovi dettagli, magari direttamente dalle Autorità sammarinesi preposte alla vigilanza e alla sicurezza informatica.
Nulla di preciso è noto, al momento, neppure sui contenuti che i circa 700 utenti avrebbero condiviso nella stessa chat, se non che questi -come denunciato nel post Facebook originario, siano stati definiti “non appropriati”. “Non ho visto le immagini -scrive una sammarinese- ma le mie figlie hanno detto che c’erano stickers molto brutti”. Si parla di materiale violento e pedopornografico, ma su questa “voce” non risultano, in questo momento, conferme ufficiali o certezze.
La cosa più preoccupante, pur senza conoscere i contenuti della chat incriminata, è la presenza di bambini, bambine, ragazzini, ragazzine e, allo stesso tempo, di adulti in questo grande gruppo social. Ma ogni allarmismo eccessivo e ogni conclusione è al momento prematura.
La domanda che oggi, sul Titano, tutti si fanno sarà senza dubbio una: “Mio figlio, mia figlia sarà stata inserita in questo gruppo?” Trovare risposta è semplicissimo potendo accedere al cellulare dei propri figli. E’ infatti sufficiente:
1 – Aprire l’applicazione Whatsapp
2 – Cliccare in alto a destra sulla lente di ingrandimento
3 – Digitale la parola “gruppo” nella casella di ricerca che comparirà in alto nella schermata.
Durante la digitazione compariranno, sotto la casella di ricerca, i risultati e, qualora compaia la voce “Gruppo Sempre Più Grande”, significa che chi usa quel cellulare è stato inserito -alcuni anche senza che lo abbiano richiesto- nel gruppo.
Cliccando sulla voce che eventualmente comparirà nella ricerca, sarà possibile anche visionare l’intera chat e verificare in che modo colui che ha in uso il cellulare verificato possa aver interagito con gli altri membri dell’enorme e preoccupante gruppo.
Seppure la preoccupazione maggiore di tutti gli adulti, oggi, è senza dubbio l’esposizione dei propri figli ai rischi determinati dalla presenza di adulti nel gruppo (e non ci sono elementi concreti -al momento- per avvalorarlo, come non ci sono per escluderlo), i rischi a cui si viene esposti in situazioni simili sono molteplici, a cominciare dalle truffe. Infatti, il solo cliccare su un link condiviso nella chat potrebbe invitare ad installare nel proprio smartphone applicazioni malevole o spyware che, poi, permetterebbero a malintenzionati di avere anche competo accesso a tutte le funzioni dello smartphone, come la posizione precisa e in tempo reale, la possibilità leggere tutte le chat e i messaggi, di accedere alle password memorizzate e, quindi, alle app bancarie, di attivare le telecamere e il microfono, di ascoltare le telefonate e così via…
O, più semplicemente, il semplice click su un link ricevuto sul cellulare, potrebbe attivare anche costosissimi abbonamenti a servizi inutili e non richiesti, oltre a “pescare” tutti i dati sensibili personali per fini pubblicitari e di spam.
La raccomandazione da fare ora, quindi, è quella di non cliccare su link sospetti (o di non cliccare su nessun link se non si ha dimestichezza con l’online e il web) ricevuti via sms o attraverso le app di messaggistica (email, sms, messanger, whatsapp, telegram ecc…) e, qualora si trovasse il proprio ragazzino o ragazzina iscritto al gruppo, di fare immediatamente un backup (includendovi video, audio e foto) delle chat Whatsapp, poiché questo potrebbe divenire molto utile o perlomeno semplificare l’analisi della chat alle autorità, nella ricerca postuma di eventuali violazioni di legge e dei relativi responsabili che, nel frattempo, anche a causa del clamore suscitato (qui in GiornaleSm, pur avendo la notizia fin dalla tarda serata di ieri, abbiamo scelto per questo motivo di non pubblicare nulla in merito e lo abbiamo fatto solo ora dopo che la notizia era stata diffusa dalla Tv di Stato) potrebbero cancellare “per tutti gli utenti”, quindi dai server Whatsapp, i loro post compromettenti. Nel backup resterebbe tutto intatto come è al momento in cui viene effettuato.
La seconda raccomandazione che intendo fare ai genitori sammarinesi è quella di non finire nel “panico”, traendo conclusioni affrettate. Non è scontato che i vostri figli siano realmente stati esposti a dei rischi, visto che la creazione di gruppi Whatsapp (e non solo Whatsapp) enormi è una semplice -quanto assurda e insidiosa- moda che sta dilagando fra gli adolescenti di mezza Europa, in una sorta di sfida a chi crea il gruppo più numeroso. Difatti, se Whatsapp ha recentemente aumentato fino ad un massimo di 1.024 “iscritti” la capienza massima di ogni gruppo, in altre app di messaggistica come, ad esempio, Viber, non esiste alcun limite di capienza, se non quello rappresentato dagli utenti che la usano e che, al momento, nel mondo, sono più di un miliardo.
Enrico Lazzari