Dopo i numerosi articoli usciti negli ultimi mesi sulla qualità della scuola e la risposta del segretario di stato alla Cultura e all’istruzione, Giuseppe Maria Morganti, gli insegnanti della scuola dell’infanzia gli rispondono attraverso una nota sottolineando che le loro proteste sono rivolte “a tutte le cariche politiche coinvolte nella spending review e soprattutto a coloro che minacciano tagli senza conoscere appieno il sistema scuola”.
“il nostro intento, e quello di tutti gli ordini scolastici – spiega il gruppo di insegnanti della scuola dell’infanzia -, è quello di preservare la qualità e la funzionalità di un sistema scuola che miri a salvaguardare il benessere dei nostri utenti e di mantenere alto il livello educativo/didattico delle nostre scuole”.
“il termine ‘riordino’ all’interno del nostro grado scolastico viene utilizzato quotidianamente: insegniamo ai nostri alunni a riordinare i propri spazi e oggetti – si legge nel comunicato -, una volta terminato il momento del loro utilizzo. Questo non ha solo la valenza organizzativa di tenere in ordine e pulita l’aula, ma ancor più educa a maturare il rispetto delle proprie cose, che altro non è che rispetto di sé stessi. Ora, come far capire ad un bambino che il riordino proposto dal proprio Stato, tanto “omaggiato” attraverso il progetto civico e di cittadinanza non ha niente a che vedere con l’amore delle proprie cose e di se stesso? Come mai l’azione di “riordinare” non è finalizzato a mantenere la propria eccellenza e qualità, ma piuttosto ad auto-declassarsi in vista di obiettivi quali spending review, risparmio ed economia?”.
La situazione scolastica è in stato di emergenza, soprattutto per quanto riguarda lo spazio che, a detta degli insegnanti, “non è solo la somma di metri quadri calpestabili ma ogni superficie ha la propria funzione, ogni spazio è specializzato e possiede valenze educative specifiche: teatri e saloni per la socializzazione e il gioco psicomotorio; angoli strutturati per laboratori di cucina, falegnameria, bricolage”; il personale docente che, non venendo sostituito anche per lunghi periodi, “genera una continua riorganizzazione ostacolando la didattica e il buon funzionamento della scuola” e la chiusura anticipata alle 16 di alcuni plessi scolastici. (…) San Marino