Ancora una volta il dibattito sulla giustizia ha trasformato l’aula consiliare in un girone infernale. Di più, le dichiarazioni dei consiglieri di minoranza che hanno parlato della volontà di politicizzare e stravolgere il Tribunale mettendo a repentaglio la certezza del diritto, hanno fatto presto il giro del Paese e tanta gente alle 21 di martedì si è data appuntamento a Palazzo pretendendo di poter assistere ai lavori del consiglio dalla tribunetta. Parecchia gente che era salita sul Pianello è tuttavia dovuta restare fuori. Il primo a prendere la parola è stato il consigliere di Md Federico Pedini Amati che in un duro intervento ha parlato del “dubbio che qualcuno voglia arrivare al punto di trovare un appiglio qualsiasi per condannare tutta una serie di persone affinché venga cambiata la prospettiva democratica di un Paese. Molte figure che comandano dall’esterno hanno la volontà di impadronirsi del Paese senza che nessuno gli dia fastidio contrastandolo in maniera impropria. Qualcuno verrà condannato ingiustamente? Ci sono purtroppo molti esempi per questa impietosa teoria”. E a proposito di persone che comandano il Paese dall’esterno, per l’ennesima volta è stato portato all’attenzione dell’aula il fatto che chi è stato nominato alla guida del tribunale non sarebbe estraneo all’universo del finanziere lussemburghese Francesco Confuorti. Lo ha specificato all’interno di un intervento più articolato il consigliere di Rete Roberto Ciavatta: “Quando il consigliere Morganti dice – ha esordito – di vedere la luce, forse intende l’istituto luce. A cosa serve questa legge? E soprattutto chi l’ha scritta? Serve a permettere a un dirigente di avere le funzioni di un magistrato dirigente. Si fa dunque passare il messaggio che sia una svista della legge il fatto che un dirigente non può fare il magistrato. Le sue incompatibilità inoltre sono tabù. Due mesi fa Ssd ha fatto una nomina che poi è risultata essere incompatibile, a quel punto l’ha dovuta immediatamente disdire. Su Guzzetta invece tutto tace nonostante abbia oltre il 30% di una società, sia presidente della open gate Italia, sia iscritto all’ordine dei notai di Roma, faccia parte della Fondazione Tatarella. Su quest’ultima non ci sarebbero problemi essendo una fondazione se non fosse per il fatto che ci sono persone legate al finanziere Confuorti: Paolo Messa che faceva da moderatore al meeting all’evento in cui era presente, Cartanese che faceva parte del consiglio di Carisp che dialogava con Confuorti, Riccardo Pedrizzi padre del commissario che fu mandato in Asset e socio dell’Advantage Financial di Confuorti. A San Marino questo dirigente verrà uno o due giorni e quindi si nomina un vice che abbia tutti i suoi poteri. Chi sarà quel magistrato al quale verranno dati in mano i fascicoli”? Sentire il nome di Confuorti avrebbe dovuto far accendere un campanellino d’allarme ai consiglieri di maggioranza che invece non soltanto hanno fatto orecchie da mercanti ma sono tornate a chiedersi il perché non si faccia altro che parlare di banche e giustizia. La risposta non si è fatta attendere e il consigliere di Rete Marianna Bucci ha detto: “Da oltre due anni è in corso una infiltrazione criminale e voi vi lamentate che si parli di giustizia e di banche quando è chiaro che si infiltrano lì i criminali e non nelle scuole di ballo. Evidentemente più che colpire le infiltrazioni si vuole innescare una fallacia logica che serve a manipolare l’opinione pubblica, si generalizzano le colpe per azzerare quelle di qualcuno”.
Repubblica Sm