Confermata ufficialmente la prosecuzione della legislatura da parte di tutte le forze politiche della “nuova” maggioranza orfana di Rete, l’attenzione di tutti si concentra sul nuovo assetto del governo che è stato definito ieri in un proficuo vertice della maggioranza ormai orfana di Rete. Se è confermato l’interim a due dei Segretari di Stato tuttora in carica per le deleghe alla Sanità e agli Interni, vacanti dopo le dimissioni dei due Segretari di Stato del Movimento, Roberto Ciavatta ed Elena Tonnini, a sorpresa le forze politiche che hanno deciso di garantire il proseguimento della legislatura dopo la crisi scatenata dall’ormai famoso ordine del giorno presentato dal Movimento, avrebbero deciso per conferire nel più breve tempo possibile un assetto definitivo al Congresso di Stato, nonostante ciò comporti la perdita di un seggio, di un voto in Consiglio Grande e Generale per la “nuova” e numericamente risicata maggioranza, e l’ingresso in consiglio di Demos, visto che il primo dei non eletti della coalizione Npr è Alessandro Rossi, non certo “dolce” sull’operato passato di questo esecutivo e di questa maggioranza.
Infatti, secondo quel poco che è trapelato, dopo il pressochè immediato conferimento della delega ad interim della Sanità al democristiano Massimo Andrea Ugolini e di quella agli Interni ad Andrea Belluzzi (Psd), le due Segreterie di Stato attualmente vacanti verranno assegnate già il prossimo 20 giugno ad Alleanza Riformista e alla Democrazia Cristiana.
E anche sui nomi dei “papabili” sembra ci siano già idee più che chiare: Gian Nicola Berti (Ar), con tutta probabilità, sarà il nuovo Segretario di Stato agli Affari Interni. Un po’ più incerta la partita in Via delle Scalette dove, però, pressochè tutto il partito sembra catalizzato su un preciso nome per la Segreteria di Stato alla Sanità: Giancarlo Venturini.
Intanto, sempre ieri -e in questo caso non servono i condizionali essendo ormai confermato ufficialmente dal diretto interessato- la maggioranza 32+1 è formalmente diventata di 33 consiglieri dopo l’ufficializzazione da parte di Marco Nicolini -anticipata su queste pagine elettroniche nei giorni scorsi- della sua imminente fuoriuscita dal gruppo consigliare di Rete per restare in maggioranza. Del resto, il voto contrario preannunciato dallo stesso sull’ordine del giorno che ha scatenato la crisi -e che era stato presentato, appunto, da Rete- rendeva ormai insanabile l’ennesima spaccatura del Movimento. Un Movimento, vien da dire, senza pace al suo interno, visto che in questo primo scorcio di legislatura ha perso più di un terzo dei suoi parlamentari e il rientro in Consiglio Grande e Generale dei due Segretari di Stato dimissionari, Ciavatta e Tonnini, unito alla fuoriuscita di Alberto Giordano Spagni Reffi e Gloria Arcangeloni (a suo tempo subentrata a Marianna Bucci, dimessasi per assumere l’incarico di Segretario particolare agli Interni) rischia di creare nuovi -o inasprirne di già esistenti- malumori interni…
Dunque, quello che si disegnerà il prossimo 20 giugno a Palazzo sarà un governo che potrà contare su un maggioranza di appena 32 consiglieri, a fronte di una minoranza che arriverà a ben 28 seggi grazie all’ingresso fra i “Sessanta” di Alex Rossi. Anzi, visto che se il “terremoto” è ormai passato, le “scosse di assestamento” dureranno per gran parte dell’estate, è il caso di dire che la maggioranza potrà contare su almeno 32 consiglieri… E 33 a brevissimo, riecheggia nei corridoi del Palazzo. Sarà proprio l’entrante Rossi, grazie alla “mediazione” soprattutto di Federico Pedini, la prima nuova “sorpresa”? Forse… O forse no… Le “voci” raccolte solo in ambienti politici non vicini ai due, non rendono troppo autorevole questa ipotesi che, quindi, resta nulla più di una possibilità… Ma la voce -fondata o meno- c’è e, in fondo, lo stesso fu eletto in coalizione con le anime socialiste e riformiste, oggi tutte in maggioranza.
Sarà presto nuovamente di 33 a 27 (con prospettiva di arrivare addirittura a 35 a 25 in tempi un po’ più lunghi) l’equilibrio consigliare fra maggioranza e opposizione? Vedremo…
Enrico Lazzari