Il processo d’internazionalizzazione bancaria coinvolge diversi ambiti economici che si ripercuotono inevitabilmente sia sullo stato macroeconomico del Paese sia sulla percezione sociale del benessere. La dimensione politica che implica l’avvio del processo d’internazionalizzazione proteso all’apertura dei mercati internazionali comporta dei cambiamenti nel modus operandi a tutti i livelli, che possono disallineare i risultati economici relativi alla dimensione tecnica qualora le decisioni strategiche non risultassero concertate preventivamente con tutti gli attori economici, facendo percepire la genesi del processo sul falsopiano cognitivo della politics e non della policy. A tal proposito, risulta importante realizzare un sistema armonico e collaborativo fra Istituzioni, Autorità e Intermediari Finanziari poiché tutti operano nell’interesse comune di partecipare alla creazione del valore aggregato, pur riconoscendo il merito del singolo nel libero mercato. Infatti, l’universo economico dello Stato – retto dal costante interscambio di risorse monetarie tra la dimensione produttiva e quella finanziaria – è primariamente guidato dall’esigenza di bilanciare i deficit di denaro e i relativi surplus interni alle due dimensioni in cui i players operano. Nell’ambito dell’equilibrio dinamico della dimensione produttiva e finanziaria dell’economia, il sistema bancario rappresenta il presupposto alla crescita del sistema produttivo supportandone lo sviluppo. Anche storicamente, si ritiene che il sistema bancario fondi le sue radici nei secoli precedenti la nascita del sistema industriale, in particolare l’apparizione dell’intermediario finanziario risale al periodo in cui i proprietari terrieri e i braccianti iniziarono a percepire l’esigenza di depositare le loro fortune o i loro risparmi (e.g. pietre preziose, oro, gioielli, etc.) al sicuro, presso gli antichi orafi possessori di casseforti che ne rilasciavano la c.d. nota di banco. Col tempo, si maturò la convinzione che lo scambio diretto dei preziosi poteva essere sostituito dal semplice passaggio dalla nota di banco, facendo nascere quella che sarebbe poi diventata la moderna banconota. Successivamente, durante la prima rivoluzione industriale, si sviluppa l’impresa moderna considerando che la espansione economica e sociale avvenne anche grazie al supporto finanziario delle banche, che sviluppatesi secoli prima, ebbero il know-how nonché le risorse per sostenere la nuova fase economica nel contesto dell’epoca di sostanziale globalizzazione. Mutatis mutandis, il XXI secolo rappresenta similmente un periodo di forte industrializzazione tanto che le banche sono quotidianamente chiamate a supportare l’economia reale del Paese, ma devono essere poste nelle condizioni di poter raccogliere nuove risorse (i.e. net new money) da impiegare per la crescita del tessuto produttivo dello Stato nei giusti tempi. Il processo dovrebbe considerare sia l’esigenza normativa che permetta di attrarre nuovi investimenti bancari esteri (i.e. inflow) sia lo sforzo degli intermediari finanziari locali di conquistare nuovi mercati (i.e. outflow) per addivenire ad un sistema finanziario sammarinese che garantisca crescita e sviluppo per l’intera economia nell’interesse delle generazioni future. In conclusione, la efficienza operativa, la rapidità decisionale nonché la corale collaborazione tra Istituzioni, Autorità di vigilanza e Intermediari Finanziari
rappresentano il capitale sociale necessario alla riuscita dei progetti internazionali in entrata e in uscita dalla nostra Repubblica.
La Tribuna